Di seguito le risposte alle domande poste dagli utenti nel corso del webinar: Utente: Domanda per Massimo: I numeri presenati prima relativi alla cresicta di soluzioni cloud nelle imprese negli ultimi anni, tiene in considerazione quale dimensione di azienda? State monitorando anche piccole/medie aziende (20 – 100 dipendenti) in cui molte delle quali l@IT e’ ancora considerate un costo.? Quale e’ secondo lei il processo di maturazione nelle aziende manifatturiere piccole/medie? Massimo Ficagna, Senior Advisor degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano: Nell’Osservatorio monitoriamo sia le aziende di maggiori dimensioni che le PMI, anche se per ovvi motivi il peso delle aziende di maggiori dimensioni è più rilevante. Quello che emerge chiaramente è un ritardo delle PMI italiane, rispetto alle aziende più grandi, nell’adozione di soluzioni cloud (e di cloud enaling infrastracture). Questo è a prima vista anomalo, perché le aziende più piccole avrebbero potenzialmente i maggiori vantaggio nel passaggio a soluzioni cloud, potendo beneficiare delle economie di scala che i grandi vendor cloud riescono a raggiungere (e almeno in parte a trasferire ai clienti), economie di scala ed efficienze che le grandi aziende possono almeno in parte cogliere anche con una gestione interna di infrastrutture “cloud enabled” ma che sono più difficili da cogliere per una piccola realtà. Questo ritardo delle PMI nel passare al Cloud trova probabilmente giustificazione in un ritardo culturale di varia natura (difficoltà a comprendere i potenziali benefici e a ragionare in ottica di TCO pluriennale, remore sulla sicurezza dei dati, arroccamento dell’IT interno o dei fornitori su posizioni difensive). Stiamo vedendo i primi segnali di cambiamento, ma il gap da recuperare è ancora ampio. Utente: Una domanda sulla connettività WAN. Connettere un Data Center On-Premise con il Cloud provider attraverso una connettività “decente” in alcune zone d’italia è¨ spesso un “problema” infrastruttirale e/o economico. Esistono delle vision sul tema specifico ? Ficagna: Sicuramente rispetto all’estero l’Italia è in ritardo cronico su questo fronte, ma negli ultimi anni c’è stata un’accelerazione da questo punto di vista e la situazione sta progressivamente migliorando. Da considerare che vi sono anche soluzioni di ottimizzazione del traffico WAN che è opportuno prendere in considerazione quando si affronta un progetto di migrazione sul Cloud di una porzione significativa del proprio Sistema Informativo. Utente: Salve il modello di pricing HPE prevede modelli pay per use e on demand? Giovanna Guglielmi, FC e DC Business Manager, HPE: HPE Flexible Capacity prevede due modelli di pay per use: - “Pay-as-you-grow”, che e’ ottimale dal punto di vista dei costi per ambienti IT con una previsione di crescita dall’andamento andamento continuo (solo crescita no decrescita)
- “Pay-as-you-go”, che e’ ottimale per ambienti IT potrebbero avere una crescita altamente variabile (crescita e decrescita)
Utente: Dopo varie analisi saremmo orientati ad acquistare un HPE Hyper Converged 380, dato che abbiamo già valutato che questa è per noi la soluzione giusta, è possibile sceglierla come servizio Flexible Capacity? Guglielmi: Si HPE HC 380 si presta per un provisioning a servizio HPE FC (Flexible Capacity) che risulta pero’ la soluzione di provisioning/sourcing migliore in caso di crescita o comunque in ambienti con potenziale crescita variabile. Utente: Cosa significa che vi fate carico dei rapporti con il cloud service provider? Il contratto è a nome vostro o nostro? Possiamo scegliere qualsiasi provider oppure ci sono “scelte obbligate”? Guglielmi: La nostra soluzione oggi e’ Hybrid Ready con alcuni servizi di Microsoft Azure. In questo caso il contratto integra/norma queste componenti in unico contratto fra HPE e il cliente finale. Ma la “regia” e sempre in mano al cliente Questo vale a maggior ragione nel caso il cliente adotti HPE FC per un provisioning on-premise, ma mantenendo la liberta’ di utilizzare servizi offerti da altri provider in particolare off-premise Utente: Ho capito che questo tipo di servizio è più adatto per realtà che hanno una limitata possibilità (per il settore in cui operano, per il modello di business, per n fattori) di fare una previsione efficace dei picchi. Se invece il mio business (esempio produco panettoni) ha picchi molto alti ma in periodi ben precisi, ha senso? In breve, posso usufruire del servizio solo in periodi pre-determinati? Guglielmi: In linea di principio no, non si puo’ usufruire del servizio solo in periodi pre-determinati, ma si possono gestire picchi di demand e pagare per il periodo di utilizzo. Bisognerebbe valutare il business case specifico. Utente: Il vostro servizio è in grado di inserire (almeno a livello di monitoraggio e utilizzo delle altre risorse per i vari workload) sistemi (server, storage, integrati ecc.) di altri vendor? Guglielmi: In linea di principio si, ma va valutato caso per caso Utente: E’ più opportuno utilizzare questo servizio per workflow specifici (solo sviluppo, per esempio, o solo gestione approvvigionamento negozi) oppure è ugualmente efficace a prescindere dal tipo di applicazione? Guglielmi: Essendo un servizo a supporto di un lcapacity management efficente ed efficace e’ agnostico rispetto alle applicazioni Utente: Quanto dura mediamente la fase di assessment per determinare il livello di servizio necessario? Guglielmi: Da qualche settimana a qualche mese dipende dalla complessita’ del contratto di servizio che si andra’ a stipulare. Una volta siglato il primo SOW (statment of work) le attivazioni di variazioni d’ordine successivi richiedono pochi giorni. |