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Mercato Media in Italia, cresce solo Internet

In uno scenario complessivo che in 7 anni ha bruciato quasi un quinto del suo valore, volano gli Internet Media, che nel 2015 raggiungeranno 
i 2,2 miliardi di euro. Internet Advertising verso il 30% del mercato. Bradcaster ed editori italiani perdono ancora terreno. Le nuove stime sul mercato italiano dell’Osservatorio New Media & New Internet del Politecnico di Milano

Pubblicato il 08 Giu 2015

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Andrea Rangone, Responsabile degli Osservatori Digital Innovation, Politecnico di Milano

Gli Internet Media (ossia tutti i Media digitali fruiti su protocollo IP) si confermano l’unico comparto che fa registrare performance positive nell’intero mercato dei Media.

Dopo aver superato i 2 miliardi di euro nel 2014, il mercato raggiungerà i 2,2 miliardi di euro alla fine del 2015, grazie, in particolare, alle componenti più innovative: Smartphone, Tablet, Smart Tv, Social Network, Applicazioni, Video online, ricavi Pay, Programmatic Advertising. Queste vengono definite dai ricercatori del Politecnico di Milano New Internet e le stime sono di una crescita di quasi il 40% rispetto al 2014.

“Gli Internet Media potrebbero raggiungere nel 2015 una quota di mercato pari al 15% del totale mezzi, in uno scenario complessivo che in 7 anni ha bruciato quasi un quinto del suo valore” afferma Andrea Rangone, Coordinatore degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano. “È soprattutto nel mercato pubblicitario che gli Internet Media risultano sempre più decisivi. Di fatto, Internet è da due anni il secondo mezzo per investimenti pubblicitari in Italia, dopo il sorpasso sulla Stampa avvenuto nel 2013; con un +11% nel 2014, ha raggiunto una quota di mercato pari al 27% e nel 2015 stimiamo possa arrivare a valere il 30% del totale mercato pubblicitario sui Media italiani.”

I fattori che spingono questo trend sono diversi.

Anzitutto, la crescita della diffusione dei nuovi device attraverso cui accedere a Internet: gli Smartphone saranno 40 milioni nel 2015, i Tablet 10 milioni, mentre le Smart Tv sono già presenti in 1 famiglia su 4 e attive in 1 su 8. Allo stesso tempo i Social Network stanno sempre più diventando il luogo privilegiato di interazione digitale: gli utenti vi spendono il 30% del tempo trascorso online. Le Applicazioni rappresentano una nuova modalità di accesso ai contenuti a fianco del browser e occupano già l’84% del tempo trascorso sui device mobili. I Video, a cui gli utenti dedicano 2 ore al mese, sono diventati un veicolo chiave per la distribuzione di contenuti sia editoriali sia pubblicitari. Si stanno sviluppando nuovi modelli di revenue basati sulla vendita di contenuti a pagamento a fianco della pubblicità. Infine, il Programmatic advertising, ossia la compravendita di spazi pubblicitari online su piattaforme automatizzate, sta cambiando profondamente, da un lato, la filiera pubblicitaria online e, dall’altro, le strategie di acquisto degli spazi da parte delle aziende investitrici.

In questo scenario, non solo le Media Company italiane tradizionali (broadcaster ed editori) vedono una pesante riduzione dei ricavi sui mezzi tradizionali, ma stanno anche perdendo quote di mercato sugli Internet Media: se nel 2008, infatti, presidiavano quasi la metà di questo comparto, nel 2015, potrebbero arrivare a controllarne meno di un quarto. Non stanno riuscendo, quindi, a valorizzare i molti asset che possiedono (capacità di produzione di contenuti, brand awareness e reputation, base utenti ecc.).

“Le aziende Media italiane sono chiamate a cambiare pelle, valorizzando però al meglio gli asset fino ad oggi creati”, commenta Andrea Rangone. “Tra le dimensioni di innovazione che è possibile mettere in atto segnalo i nuovi modelli di produzione dei contenuti, come ad esempio la content curation ovvero la capacità di sintetizzare la grande mole di informazioni presenti in rete su un determinato argomento, rendendole così fruibili in modo semplice e immediato dagli utenti; oppure lo sfruttamento di nuovi canali distributivi per i propri contenuti, tenendo conto del fatto che gli utenti utilizzano sempre di più i social network e i mobile device per informarsi. Inoltre occorre sperimentare nuovi modelli di revenue che possono anche prevedere servizi premium per gli utenti. L’innovazione può passare anche dalla diversificazione delle aree di business in cui si opera, come l’ingresso in nuove arene quali l’eCommerce e l’Advertising, realizzato spesso attraverso partnership strategiche o operazioni di M&A”.

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