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I finanziatori ora si cercano sul web. Crowdinvesting in ascesa in Italia, nel mondo raccolti 28 miliardi di euro

Il neonato Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano porta alla luce almeno tre modelli diversi per connettere direttamente domanda e offerta di risorse finanziarie: Equity Crowdfunding, Lending Crowdfunding e invoice Trading. Ecco tutti i numeri e le principali piattaforme attive in Italia nelle tre aree

Pubblicato il 30 Giu 2016

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Le forme originarie di raccolta fondi attraverso internet, mirate a finanziare progetti piccoli o difficilmente in linea con i parametri imposti dal mondo finanziario “classico”, negli anni si sono evolute, passando dal semplice crowdfunding a modalità più organizzate e articolate. Un fenomeno in crescita, del quale il neonato Osservatorio Crowdinvesting della School of Management del Politecnico di Milano ha fotografato lo stato dell’arte con il suo primo report presentato nei giorni scorsi.

Il crowdinvesting è un sottoinsieme del crowdfunding e si realizza quando investitori finanziari diffusi, attraverso una piattaforma Internet, rispondono direttamente a un appello rivolto alla raccolta di risorse per un progetto, in cambio di una remunerazione del capitale. Nel 2015 il fenomeno ha raccolto risorse a livello mondiale per circa 28 miliardi di euro. Secondo gli esperti, una tendenza in crescita.

Dallo studio del Politecnico sono emerse prima di tutto nuove varianti: Equity Crowdfunding, Lending Crowdfunding e invoice Trading, rivolte a supporto soprattutto delle imprese ma anche di privati. Nel 2015 l’Equity Crowdfunding (raccolta di capitale attraverso la sottoscrizione diretta sul Web di titoli partecipativi del capitale) ha raccolto nel mondo 2,56 miliardi di dollari. In Italia, grazie alla recente riforma del Regolamento Consob, l’equity crowdfunding ha cambiato marcia. Solo nell’ultimo trimestre sono arrivate sul mercato 11 offerte. Il relativo volume d’affari è stimato intorno ai 9 milioni di euro entro l’anno, contro i 5,565 milioni di euro attuali.

I portali autorizzati risultano 19, di cui la piattaforma StarsUp è definita come quella al momento è la più rappresentativa. Le imprese protagoniste delle campagne sono per lo più lombarde (16), toscane (7), laziali e sarde (5), con 3 anni di età e un fatturato di circa 17.000 euro. Il target di raccolta medio è di 317.000 euro, corrispondente a una quota del capitale azionario offerta pari al 22,68%.

Nel Lending Crowdfunding (o social lending) gli investitori possono invece prestare denaro attraverso Internet a persone fisiche o imprese, a fronte di un interesse oltre naturalmente al rimborso del capitale. Generalmente la piattaforma seleziona il prestito attribuendo un rating e lo suddivide fra una molteplicità di investitori, al fine di frazionarne il rischio. Su scala globale, nel 2015 i portali di lending hanno raccolto oltre 25 miliardi di dollari.

In Italia esistono quattro piattaforme attive (Borsadelcredito.it per il settore business lending; Prestiamoci, Smartika, Soisy per il settore consumer lending) più una in arrivo (Younited Credit). Il totale dei prestiti erogati è pari a 28,3 milioni di euro. Attualmente sono 131 i prestiti concessi a imprese (1,9 milioni di euro, per un importo medio di 12.900 euro), 5.189 quelli a persone fisiche, per il 74% uomini: la motivazione principale del prestito è l’acquisto della casa o dell’automobile e in media ricevono 5.000 euro.

Infine, l’Invoice Trading consiste nella cessione di una fattura commerciale attraverso un portale Internet che seleziona le opportunità e sostituisce il tradizionale ‘sconto’ della fattura attuato dalle banche. Al momento, esiste in Italia un’unica piattaforma attiva (Workinvoice.it), alle quali presto se ne aggiungeranno altre due (Instapartners e Cashme). Questo mercato è ancora in fase embrionale. Le aziende che hanno approfittato di questa opportunità sono solo 40, con 220 fatture cedute per un importo totale di 11 milioni di euro, a fronte di 20 investitori. Numeri ben lontani da quelli del Regno Unito, dove i portali di Invoice Trading hanno movimentato 325 milioni di sterline solo nel 2015.

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