La crisi economica degli ultimi anni ha colpito duramente le PMI, le piccole e medie aziende italiane, finanziariamente più vulnerabili per le difficoltà di accesso al credito e il minor potere contrattuale rispetto a clienti spesso molto più grandi di loro. D’altra parte in una supply chain moderna il capofiliera ha tutta la convenienza a far rimanere sul mercato i suoi fornitori, soprattutto quelli di comprovata qualità e puntualità. In questo scenario si colloca il caso particolarmente interessante di OTB, la holding fondata da Renzo Rosso e famosa per il marchio Diesel e per molti altri brand del fashion, che ha adottato un modello di “Reverse Factoring” evoluto per proporre condizioni finanziarie agevolate a un insieme selezionato di fornitori strategici italiani.
L’iniziativa di OTB si chiama CASH (che sta per Credito Agevolato Suppliers Help) ed è stata raccontata da Cristina De Berardinis, Director Corporate Finance di OTB Group, al Convegno 2015 dell’Osservatorio Supply Chain Finance del Politecnico di Milano.
«OTB sta per Only The Brave, ed è la capogruppo, oltre che di Diesel, anche di altri brand fashion di dimensione internazionale come Maison Margiela, Marni e Viktor&Rolf, oltre che delle società Staff International e Brave Kid – ha spiegato De Berardinis -. Questo progetto riguarda proprio Staff International, che a sua volta comprende marchi tra cui Dsquared2, Marc Jacobs, Just Cavalli e Vivienne Westwood, alcuni su licenza (a volte ultradecennale), e punta fortemente sul Made in Italy: il 90% delle principali collezioni è infatti prodotto in Italia».
Il progetto CASH, sottolinea la manager di OTB, è nato proprio per supportare il “Made in Italy” nel fashion, contribuendo al miglioramento delle performance della supply chain di Staff International e dell’intero settore moda e abbigliamento italiano.
«L’idea era di aiutare dal punto di vista finanziario i nostri fornitori, che sono tutti italiani e molto piccoli, spesso società unipersonali, laboratori, molto soggetti alla crisi, valorizzando quelli di loro che puntano su qualità, affidabilità e collaborazione con uno strumento molto semplice, flessibile, trasparente, veloce».
Nel luglio 2013 Staff International ha quindi stretto un accordo con Ifitalia (Group BNP Paribas), per mettere a disposizione dei propri fornitori linee di credito a condizioni agevolate per complessivi 50 milioni di euro. I migliori fornitori (selezionati con criteri che preciseremo tra poco) possono cedere i loro crediti verso Staff International alla finanziaria, entrando in possesso della liquidità in tempi brevi («entro 2 settimane dall’emissione della fattura»), in cambio del tasso di mercato che Ifitalia riserverebbe a Staff International stessa, che è di parecchi punti più basso di quello che i fornitori spunterebbero da soli. Nel dettaglio, in un’intervista a BusinessPeople lo stesso Renzo Rosso, fondatore e numero uno di OTB e Diesel, ha detto che i fornitori possono così finanziarsi «con tassi del 2-2,5%, mentre in genere devono accollarsi interessi che vanno dal 12 al 18%».
«Abbiamo fatto varie valutazioni – ha precisato De Berardinis – per esempio se finanziare direttamente o indirettamente, scegliendo alla fine la seconda opzione. Abbiamo stabilito che era decisivo avere un framework legale semplice e un processo amministrativo snello, e anche scegliere bene la controparte finanziaria, che doveva capire cosa esattamente volevamo – non ci interessa un ritorno diretto in questa iniziativa, e i fornitori devono trovarla immediata e conveniente -, e avere già una piattaforma di gestione, perché non volevamo spendere su questa cosa. È stata ovviamente cruciale anche il pieno contributo e la comprensione delle nostre funzioni, in particolare acquisti e finance».
Il programma CASH è accessibile a tutti i componenti della supply chain, dai fornitori di materie prime e semilavorati, ai fashionisti, fino ai lavoratori di tintoria e stiratura. «La selezione dei fornitori che possono accedere al programma si basa su un rating articolato in vari KPI di qualità, affidabilità, collaborazione e fedeltà nei nostri confronti che sono totalmente visibili ai fornitori stessi, e ogni sei mesi c’è un controllo sul rispetto di questi parametri, con possibilità di entrare o uscire dal programma. Abbiamo cercato di quantificare il più possibile il concetto di “qualità”, per esempio contando il numero di resi e le non-conformità ai parametri contrattuali, mentre l’affidabilità misura la puntualità delle consegne, la corrispondenza delle quantità agli ordini e così via».
L’efficacia di CASH è testimoniata dai numeri, spiega De Berardinis. I fornitori “best in class” sono più che raddoppiati in un anno, passando da 126 all’inizio del programma fino a 278, mentre il valore cumulativo delle somme utilizzate è stato di circa 37 milioni di euro in circa un anno e mezzo.
«Tra i benefici a livello di supply chain abbiamo riscontrato anche il nascere di una sana competizione tra le banche dei nostri fornitori, che hanno abbassato gli spread pur di non far partecipare i loro clienti al programma».