Proprio oggi la Community sulla Digitalizzazione dei Trasporti della School of Management del Politecnico di Milano ha reso disponibile (a questo link) il White Paper che sintetizza le principali evidenze emerse dalla seconda edizione dei suoi lavori. Riportiamo qui un estratto dell’introduzione e del primo capitolo, rimandando chi è interessato alle sei case history, ai risultati dell’indagine su 73 aziende committenti, 28 operatori logistici e 120 trasportatori, e alla composizione e sostenitori della Collaborative Community, al link precedente, che permette di scaricare il White Paper integrale.
La trasformazione digitale è un fenomeno ampio e trasversale, che investe anche il mondo dei Trasporti e della Logistica. La diffusione dei mobile device in particolare pone le basi per uno sviluppo particolarmente fertile di nuovi modelli e soluzioni innovative anche in questo settore.
Per capire bene questa trasformazione è opportuno osservare due grandi “forze motrici” che accompagnano la Digitalizzazione nel mondo “business to business” (B2B): l’evoluzione normativa e quella tecnologica. Sul fronte normativo si sta componendo un quadro chiaro di indicazioni provenienti dal legislatore, italiano ed europeo, per stimolare e facilitare il ricorso al digitale per creare il Mercato Unico Digitale Europeo. Regole comuni e condivise da applicare nelle relazioni commerciali in tutti i Paesi dell’UE, che nascono nella consapevolezza che il digitale è il paradigma di relazione (almeno a tendere) prevalente. Sul fronte tecnologico, le opportunità sono ormai molteplici e ben più intriganti e affidabili dell’offerta sul mercato solo pochi anni fa.
Ma come vengono recepite queste evoluzioni nei processi di trasporto e consegna merci in Italia? Questa pubblicazione vuole appunto evidenziare alcune case history approfondite – Area Vasta Emilia Nord (AVEN), Bertani Trasporti, CEVA Logistics, Coop Italia CNNA, Gruppo Romano Supermercati (GROS), Latte Arborea – che dimostrano concretamente ciò che si può fare. Ma anche tratteggiare un quadro più ampio attraverso i risultati di indagini condotte sui tre principali attori di questo ecosistema: le imprese committenti, i grandi operatori logistici e di trasporto, e i piccoli trasportatori.
Da tutto questo emerge che l’effetto “disruptive” della digitalizzazione non manca tra le imprese italiane. Ma per ora è un fenomeno ancora poco governato, come una vela che si muove al vento di fattori esterni: obblighi normativi da un lato (“faccio la Fatturazione Elettronica, ma solo verso la PA”; “porto in Conservazione le Fatture, ma solo quelle per la PA”); mandati esterni dall’altro (“me lo impone un cliente importante, ma lo faccio solo per lui e mi guardo bene dall’estenderlo ad altri”). Purtroppo ancora manca una diffusa visione d’insieme: necessaria per unire i diversi tasselli a disposizione (gli strumenti) per affrontare un ridisegno in chiave digitale di respiro strategico, su interi processi, spesso cross-funzionali.
Declinare il Digitale nell’ambito dei processi di trasporto e consegna merci – e della Logistica, più in generale – è un’esigenza che si avverte da tempo. Oggi forse come non mai, le “condizioni al contorno” sono tali da rendere davvero attuale il tema. Sono infatti molteplici le opportunità per la gestione dematerializzata e totalmente digitale delle informazioni sull’esito della consegna, sia che vada a buon fine, sia – forse ancora di maggior interesse – che presenti anomalie allo scarico. Nel primo caso si può abilitare un processo di fatturazione differita che integra le informazioni di ritorno sull’esito delle consegne effettuate. Nel secondo una gestione ridisegnata su soluzioni digitali consente di risalire a monte le informazioni in tempo reale (o quasi), con esiti estremamente più efficienti della classica raccolta delle anomalie tramite documento cartaceo.
Tra le evidenze delle ricerche sintetizzate in questa pubblicazione, quella che ci fa più piacere è l’emergere di una chiara consapevolezza sul reale significato della Digitalizzazione di Trasporti e Logistica. Nessuno o quasi parla più di Digitalizzazione come di una “demonizzazione della carta”, bensì come il modo per “liberare le informazioni” dalla carta. Tutti gli attori sentiti – Committenti, Operatori Logistici, singoli Trasportatori – concordano a larga maggioranza: le principali ragioni dell’introduzione di soluzioni digitali in questi processi sono la maggior efficacia nella gestione delle informazioni, la disponibilità più tempestiva delle stesse, e quindi la condivisione più rapida con i partner di business.
Forse ora starete pensando “ma la bolla deve accompagnare la merce in consegna” oppure “devo raccogliere la firma del cliente per avere prova dell’avvenuta consegna”. In realtà non è così. Da anni si dovrebbe più correttamente parlare di Documento di Trasporto (DdT) – mentre la bolla rimane solo per alcune particolari tipologie di merci: sostanzialmente i beni soggetti ad accise (e solo nella consegna che ne comporta la prima immissione in commercio) – che il Legislatore italiano permette di gestire in modalità totalmente digitale. E sono molteplici i modelli adottabili in funzione delle caratteristiche peculiari delle supply chain in cui si opera.
Per esempio, nei comparti riconducibili ai network EDI tradizionali è possibile sfruttare questo canale per veicolare messaggi strutturati quali il Despatch Advice (DesAdv) e il Receiving Advice (RecAdv). Proprio il RecAdv – ancora poco utilizzato in Italia, ma già presente nei diversi linguaggi standard – permette di interscambiare informazioni sull’esito della consegna, abilitando la raccolta strutturata di eventuali contestazioni o anomalie allo scarico.
Se invece si opera in contesti che vedono un’azienda capofiliera relazionarsi con i propri partner di business tramite un Portale Web-based o una Extranet B2b – tipicamente un grande cliente che si rivolge alla propria rete di fornitori, oppure un fornitore che si rivolge al proprio ecosistema di clienti (per esempio le catene di franchising o i punti di vendita che fanno capo a un medesimo CeDi) – è possibile utilizzare questo portale anche per interscambiare le informazioni sulle consegne. Sia anticipando il DdT in formato elettronico, ottimizzando così le attività di ricevimento merci e precarico a magazzino; sia per raccogliere con tempistiche concordate le informazioni legate al buon esito totale o parziale della consegna e le segnalazioni delle eventuali anomalie.
Al di là di questi due casi “standard”, le tecnologie digitali sono d’aiuto anche nelle filiere caratterizzate da rapporti spot o da interlocutori cui ha poco senso proporre integrazioni spinte. In questi contesti, molto interessanti sono le soluzioni che fanno leva sui mobile device usati dai trasportatori – device dedicati, o anche gli stessi smartphone di proprietà dell’autista – per la raccolta dell’esito di consegna e delle eventuali anomalie, magari abbinata con l’invio del DdT a destino in anticipo rispetto all’arrivo del mezzo.
A nostro avviso, in sintesi, il mondo della Logistica e del Trasporto merci presenta oggi tutti i presupposti per “premere sull’acceleratore” del Digitale, cogliendo quelle opportunità che l’evoluzione sia tecnologica che anche normativa ormai da qualche tempo hanno creato. Ci aspettiamo, già nei prossimi mesi, un cambio di passo che porti questo comparto dalla sperimentazione di iniziative interessanti “a macchia di leopardo” a una diffusione più organica della Digitalizzazione nel mondo dei trasporti.
A guidare questa evoluzione – e qui ci sbilanciamo ulteriormente – vediamo i grandi Operatori Logistici, che grazie al loro ruolo centrale entro le supply chain possono fungere da vere e proprie “piattaforme abilitanti”. Possiamo affermare con la massima serenità, anche se forse può ancora stupire – che troveranno tanto le aziende committenti quanto le società di trasporto (ma anche i singoli autisti e padroncini) più che ben disposti a raccogliere le proposte di innovazione digitale. E questo anche grazie a quella “Rivoluzione Mobile” che sta cambiando profondamente le abitudini di ciascuno di noi come persone, cittadini e consumatori, oltre che come professionisti.
* Osservatori Digital Innovation, School of Management del Politecnico di Milano