Dove c’erano i carrelli pieni di prodotti oggi ci sono i nastri trasportatori e dove tutto era ad altezza uomo oggi si frutta anche la verticalità con l’obiettivo di migliorare la velocità delle operazioni.
Benevenuti nel nuovo centro logistico di Amazon, situato sempre a Castel San Giovanni in provincia di Piacenza nei pressi del primo magazzino aperto un paio d’anni fa. Stefano Perego, amministratore delegato di Amazon Logistica, risponde con prontezza a decine di domande, si arrabbia per un allarme che suona, e guida la truppa dei giornalisti nei 60.000 mq della nuova struttura che potranno diventare 80.000 con un’area al momento non utilizzata.
Quasi a voler allontanare le voci che arrivano da Germania, Uk e Francia (dove la stampa non è stata ammessa all’inaugurazione del locale centro logistico) sulle difficili condizioni di lavoro all’interno della struttura, Perego ostenta familiarità con i dipendenti che saluta uno per uno chiamandoli per nome. Cosa non facile visto al momento si sta parlando di circa 750 persone che diventeranno un migliaio con il picco natalizio. Mille sono anche le assunzioni previste per i prossimi tre anni e il numero medio di dipendenti sul quale si dovrebbe stabilizzare la struttura che non deve fare fronte solo alla stagionalità del Natale, quando si passa dai normali 20.000 a 40.000 ordini evasi ogni giorno, ma anche a quella di eventuali promozioni o le richieste di libri scolastici. La struttura inoltre gestisce anche il magazzino di oltre 2.000 merchant con 17,9 milioni di prodotti più 4,7 milioni di codici Amazon in sovrapposizione e i resi.
Il tutto con una certa velocità visto che se si ordina entro le 17,45 la merce si riceve il giorno dopo e con la “Spedizione mattino” si ordina entro le 17 e si riceve fra le 8 e le 12. La sicurezza è “l’ossessione” di Amazon tanto che un cartello spiega anche come scendere dalle scale. Anche i lavoratori temporanei subiscono due giorni di training uno dei quali interamente dedicato alla procedure per evitare qualsiasi incidente. Il numero, si limita a osservare Perego “è basso”, tanto più in una struttura dove la velocità delle operazioni è fondamentale.
Quando arriva la merce (con pressing sui fornitori per avere i tempi precisi di consegna) i dipendenti la piazzano sugli scaffali dove vogliono, a seconda delle dimensioni e del peso che sono le variabili fondamentali. L’importante è che immettano nel sistema la posizione segnalando con lo scanner codice a barre del prodotto e dello scaffale e che due prodotti simili non siano messi uno vicino all’altro. Due guide Lonely Planet, per esempio, devono essere divise da almeno uno scaffale. E’ uno dei dettagli che permette di ridurre al minimo gli errori degli ordini che vengono comunque controllati sei volte fino al momento della spedizione. L’ultimo check è quello della bilancia che controlla se il peso dell’imballo è conforme ai prodotti richiesti.
Ricevuti gli ordini dal sistema, il dipendente (età media 30-35 anni e una job rotation quotidiana) viene guidato verso gli scaffali secondo un percorso ottimizzato. Da qui parte la filiera per l’evasione che prevede un’organizzazione del lavoro basata su due turni (6-14, 20-22) e con il nuovo magazzino un maggiore utilizzo dei muletti, un importante sviluppo verticale e flussi regolati in base alle dimensioni. Una linea è dedicata al grande formato e una al piccolo con i nastri trasportatori che dividono la merce a seconda degli spedizionieri. Alla fine tre macchine Slam possono sfornare fino a 3.000 pacchi l’ora ciascuna.
Il passaggio dall’affitto alla proprietà del centro logistico ha permessso, spiega Perego, “Di realizzare una struttura che si pone alla frontiera di Amazon”. Solo Italia e Germania possono vantare certe soluzioni. “Oltre alla qualità dell’infrastruttura – prosegue – oggi in qualsiasi momento siamo in grado di sapere dove sono i prodotti e grazie anche all’utilizzo dei nastri trasportatori alla fine guadagniamo venti-trenta minuti sulle spedizioni”.