Ricerche e studi

Supply chain digitale: nel retail adozione al 15%. La svolta entro il 2025

I retailer, sempre più consapevoli che molti degli strumenti e dei processi a loro disposizione non sono più adeguati, hanno compreso che è arrivato il momento di rendere digitale la loro supply chain. Con l’adozione di strumenti di analisi e con l’automazione, si ottimizzano infatti i processi all’interno dell’intera organizzazione e aumenta la capacità di rilevare, prevedere e pianificare in modo più preciso

Pubblicato il 30 Lug 2020

Supply Chain Digitale

Il 61% dei retailer a livello globale pensa che entro il 2025 implementerà una supply chain digitale. Per il momento, però, la percentuale di adozione di catene di distribuzione digitali dei  è ancora molto bassa, e si attesta al 15% circa. Questo quanto emerge da una ricerca condotta dall’Università of Warwick (commissionata da Blue Yonder, ndr), condotta tra marzo e aprile 2020 su un panel di 104 intervistati provenienti da Asia, Europa, America Latina, Nord America e Oceania.

La supply chain “analogica” presenta il conto: lentezza e scarsa dinamicità

I risultati della survey cevidenziano come una supply chain non automatizzata presenti diverse inefficienze. Ben il 92% delle aziende intervistate ammette che i processi di pianificazione della domanda non sono aggiornati in tempo reale. Inoltre, il 22% dei retailer utilizza un semplice foglio di calcolo per tenere traccia degli ordinativi e del livello delle scorte presenti in magazzino. Un approccio che ha le sue inevitabili conseguenze anche sulla capacità di reagire agli scostamenti del mercato.

La stragrande maggioranza delle aziende che hanno preso parte alla ricerca, infatti, ha strategie di pricing troppo statiche, che impediscono di reagire con prontezza a eventuali cambiamenti improvvisi delle condizioni del mercato in cui si trovano a operare. Solo il 13% dei partecipanti alla survey ottimizza i prezzi in modo dinamico mentre è ancora più bassa la percentuale (11%) di chi prende in considerazione scorte, margini e scarti per stabilire i prezzi in caso di promozioni.

Alla luce di una situazione così deficitaria, però, emerge l’intenzione da parte delle imprese di imprimere una decisa svolta, investendo con decisione su processi di automazione e digitalizzazione della supply chain. «Come rivela la ricerca – afferma Jan Godsell, Professore di Operations and Supply Chain Strategy, WMG della University of Warwick – i retailer sanno di dover preparare le proprie supply chain per l’era digitale. Questa consapevolezza li porterà a evolversi, guidati sia da fattori interni, come il cambiamento degli obiettivi organizzativi, sia da quelli esterni, come l’evoluzione della domanda e delle abitudini di acquisto».

Raggiungere la piena automazione entro il 2025

Come accennato inizialmente, ben oltre la metà delle aziende intervistate afferma di voler mettere in atto processi di digitalizzazione e automazione che gli consentirà di implementare una supply chain digitale, prescrittiva o autonoma, entro il 2025. Inoltre, il 41% mira a utilizzare l’Intelligenza Artificiale per valutare le posizioni di magazzino ottimali per ogni transazione.

Un risultato che potrà essere ottenuto, ad esempio, attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per la gestione delle scorte e delle ubicazioni di magazzino ottimali; oppure utilizzare dati quali il valore degli stock o della marginalità per la pianificazione finanziaria e strategica dell’azienda. Rispetto al tema del replenishment, nonostante il 25% utilizzi ancora i fogli di calcolo per gestirne l’analisi, i retailer sono consapevoli della necessità di un approccio più evoluto e innovativo: il 46% sta pianificando di avere processi di riordino completamente autonomi nell’arco dei prossimi cinque anni.

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