L’avvio della fatturazione elettronica verso la PA completato a fine marzo 2015 ha fatto sì che gli operatori economici prendessero coscienza che non occorreva più stampare su carta quelle informazioni (i dati contenuti nelle fatture) già create con un computer. Tuttavia, il contabile “puro”, il ragioniere abituato a verificare la correttezza delle operazioni contabili con il riscontro documentale (fino a quella data, cartaceo) ha messo in atto comportamenti differenti per gestire le fatture emesse verso la Pubblica Amministrazione?
In molti casi NO. L’adempimento, che ha finora interessato circa 1 milioni di partite IVA (su un totale complessivo di circa 6 milioni), è stato gestito con un approccio analogico: stampa cartacea della fattura, scritturazione del protocollo di registrazione, catalogazione e archiviazione in faldone. Operazioni queste non più richieste dalla normativa sulla conservazione digitale richiamata dal DMef del 17 giugno 2014 e dalle regole tecniche di conservazione di cui al DPCM 3 dicembre 2013.
La nuona normativa sulla fatturazione elettronica
Ma l’imprenditore attento all’evoluzione tecnologica e all’efficientamento dei processi aziendali, anche
amministrativi, vuole rimanere al passo coi tempi e approfittare anche dei vantaggi fiscali previsti dalla normativa sulla fatturazione elettronica tra privati operativa dal prossimo 1 gennaio 2017 (D.Lgs. n.127 del 5 agosto 2015). E senza considerare i vantaggi in termini economici per la gestione solo digitale di tutto il ciclo di vita di una commessa dall’ordine al pagamento, oppure della singola fattura elettronica così come meglio spiegata dall’Osservatorio Fatturazione elettronica del Politecnico di Milano, fra sei mesi il contabile non avrà più scuse per fermare l’innovazione: i gestionali di fatturazione (tutti) sono già predisposti per emettere le fatture in formato elettronico XML (è il medesimo formato previsto per la fatturazione verso la PA) per poi trasmetterle telematicamente (direttamente o per il tramite di intermediari) anche al Sistema di Interscambio.
Organizzato anche l’invio telematico dei dati del ciclo passivo, l’azienda sarà sgravata da non pochi adempimenti, ridondanti di informazioni per l’Agenzia delle Entrate; cesserà infatti l’obbligo di trasmissione dello spesometro, degli elenchi Intrastat, delle black-list, con rimborsi iva entro 3 mesi, etc. (art.3 D.Lgs cit.)
Vantaggi per tutti
E’ chiaro che per ottenere i benefici maggiori, è opportuno che la totalità degli operatori economici emettano tutte le proprie fatture in formato elettronico conforme (xml strutturato); le fatture attive dell’emittente saranno considerate fatture passive per il ricevente. Così facendo, non solo il ciclo attivo potrà essere registrato e archiviato automaticamente in maniera digitale ma addirittura quello passivo (che oggi vede la gestione di montagne di documenti in formati differenti uno dall’altro) sarà importato automaticamente in contabilità e archiviato a norma di legge con un semplice click del mouse.
Ma quell’imprenditore citato in precedenza (che chiamerei il Sig. Sono Attento) come può aiutare gli altri operatori coinvolti nel suo ciclo di business a incentivarli nell’emissione di fatture elettroniche xml?
Tralasciando la descrizione tecnica nei dettagli, Attento può innanzitutto attuare una politica di pagamento anticipato verso quei fornitori che emetteranno fatture elettroniche nei suoi confronti; le fatture avranno un iter di registrazione e approvazione al pagamento molto più rapido rispetto ai tempi richiesti per gestire le medesime operazioni con un documento cartaceo che deve fisicamente spostarsi da un ufficio all’altro e che richiede la presenza fisica delle varie persone coinvolte nei processi di verifica ed autorizzazione.
Inoltre, per i fornitori più piccoli Attento potrà mettere a disposizione un portale per l’emissione delle fatture elettroniche (magari neanche solo nei suoi confronti) e penserà lui stesso a gestire anche l’invio telematico allo SDI.
E per i clienti di Attento? Anch’essi titolari a loro volta di Partita IVA, potranno usufruire – perché no? – del suo portale per la gestione delle proprie fatture emesse e di quelle ricevute.
Il principale messaggio di questa ipotetica rappresentazione che guarda al futuro, è che i vantaggi dell’avvio della fatturazione elettronica tra privati non sono solo quelli enunciati nella norma, ma anche – e sempre di più – quelli conseguenti alle azioni che gli imprenditori decideranno di attuare per meglio gestire il flusso di informazioni (i dati) per la gestione dei rispettivi rapporti economici.
Il quadro normativo di riferimento è completo: l’esito di questa evoluzione digitale verso la Fatturazione Elettronica in formato strutturato dipenderà unicamente dall’approccio degli imprenditori attenti al cambiamento, che faranno da “volano” per gli altri operatori economici, per cogliere tutte le opportunità disponibili nella fattura elettronica.
*Robert Braga, Dottore Commercialista e Revisore legale in Novara, membro della locale Commissione Informatica, collabora da 5 anni presso l’Osservatorio Professionisti & Innovazione Digitale della School of Management del Politecnico di Milano, supporta colleghi ed enti pubblici e privati nel passaggio dal mondo analogico a quello digitale, in particolare per l’organizzazione dello studio, la dematerializzazione documentale, la conservazione a norma, la fatturazione elettronica e la sicurezza informatica. Formatore in vari convegni accreditati dagli Ordini locali, docente a vari Master privati per “Responsabile della Conservazione a norma” ha realizzato il progetto di informatizzazione delle procedure concorsuali del Tribunale di Novara, fornendo per 4 anni assistenza all’avvio del Processo Civile Telematico. Alcune pubblicazioni tra cui: “L’obbligo di fatturazione elettronica alla P.A. e nuove opportunità professionali per i Commercialisti” – Fondazione Nazionale dei Commercialisti – e “Dematerializzazione e Conservazione Digitale dei Documenti” – CNDCEC