Analisi

La Contract Logistics nel Fashion

Il grado di terziarizzazione della logistica risulta pari al 66%, in virtù dell’affidamento del trasporto a terzi nella maggior parte delle aziende del settore. Non elevata l’incidenza dello Strategic Outsourcing, in parte spiegata dalla volontà di presidiare direttamente la qualità del servizio. L’analisi dell’Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano

Pubblicato il 20 Ago 2013

logistica fashion

Le analisi dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano evidenziano interessanti opportunità di crescita nell’outsourcing della logistica, con un 63% di mercato potenziale non attualmente raggiunto e un 30% di mercato attualmente servito con modelli di Commodity Outsourcing.

La valutazione di quanto di questo potenziale possa tradursi poi in mercato reale dipende dalla comprensione delle motivazioni alla base delle scelte di outsourcing.

In questo articolo ci focalizziamo in particolare sul settore Fashion, dove il grado di terziarizzazione della logistica – tra le aziende con fatturato maggiore di 50 milioni di euro – è pari al 66%.

L’Osservatorio ha esaminato 140 aziende suddivise in 4 comparti (abbigliamento, accessori, calzature, intimo), per un fatturato complessivo pari a 34 miliardi di euro.

Il livello di terziarizzazione della logistica

In base ai dati della School of Management of Management del Politecnico di Milano, il grado di terziarizzazione – rapporto tra il mercato attuale di Contract Logistics (299 milioni di euro) e il mercato potenziale considerando l’attuale struttura dei sistemi logistici (452 milioni di euro) – risulta come accennato pari al 66%. Il valore è la media pesata tra il 65% dell’abbigliamento, l’88% degli accessori, il 77% delle calzature e il 33% dell’intimo.

Secondo i ricercatori dell’Osservatorio, questo valore dipende da una forte diffusione dell’affidamento del trasporto a terzi (quasi la totalità dei casi) e da una situazione variegata per quanto riguarda la gestione dei magazzini: si passa dalla gestione in proprio (come nel 29% delle aziende del comparto calzature), all’affidamento a cooperativa (prevalente nell’intimo, con il 50% dei casi), fino al ricorso ad operatori logistici (53% dei casi nel comparto accessori).

La terziarizzazione del processo logistico consente in questo settore di gestire a minor costo le significative fluttuazioni di volumi nel corso dell’anno.

L’incidenza dello Strategic Outsourcing

Il grado di terziarizzazione relativo allo Strategic Outsourcing – rapporto tra il mercato attuale di Strategic Contract Logistics (55 milioni di euro) e il Mercato potenziale con network attuale (452 milioni di euro) – risulta pari al 12%.

Questo valore è la combinazione tra un ridotto ricorso allo Strategic Outsourcing nei comparti abbigliamento (5%), calzature (9%) e intimo (0%) e un valore più elevato nel comparto accessori (50%).

Secondo i ricercatori, la prevalenza di Commodity Outsourcing è in parte spiegata dalla volontà di presidiare direttamente la qualità del servizio. Soprattutto per le aziende di grandi dimensioni, la scelta di operare con approccio “Commodity” è spiegata anche dalla convinzione di possedere internamente un know-how adeguato per la gestione del processo logistico, che quindi viene subappaltato solo per la pura esecuzione di attività elementari.

Per le aziende di media dimensione, la preferenza per approcci di Commodity Outsourcing, con gestione in proprio del magazzino, è determinata dalla necessità di gestire rapporti di fornitura complessa e dai bassi volumi. Inoltre, in particolare nel comparto calzature, sono presenti diverse realtà padronali con attività produttive in Italia che “per cultura” preferiscono un controllo diretto sullo svolgimento delle attività.

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