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Dall’inventario nei magazzini al facility management: quando i droni diventano un valido supporto per la logistica

Sebbene un recente studio dell’Osservatorio Droni del Politecnico di Milano abbia rivelato che l’adozione degli UAS in ambito Supply Chain sia ancora ai blocchi di partenza, i segnali per un importante sviluppo futuro sono promettenti: il 29% dei fornitori di servizi logistici ha intenzione di avviare delle sperimentazioni entro il 2023. I dati e le esperienze di XPO Logistics e Yard Reaas

Pubblicato il 22 Giu 2021

Droni logistica

Sono sempre di più i settori che stanno manifestando un forte interesse nello sperimentare tecnologie innovative, tra cui i droni (UAS), anche grazie all’importante accelerazione alla digitalizzazione impressa dalla pandemia Covid-19, vale anche per il mondo della Logistica.

Come sottolineano Paola Olivares e Alberto Curnis, rispettivamente Direttrice e Ricercatore dell’Osservatorio Droni della School of Management Politecnico di Milano, quando si parla dell’utilizzo dei droni in questo ambito, l’immaginario collettivo, influenzato dalle campagne promozionali, è polarizzato su immagini di “macchine volanti” di piccole dimensioni. Queste sono in grado di trasportare a casa del consumatore finale piccoli pacchi contenenti la tanto attesa merce ordinata pochi minuti prima sul web. L’attenzione è quindi quasi esclusivamente rivolta alla last-mile delivery. Ma è davvero questa la direzione di interesse degli attori del settore?

Droni e logistica interna: tante potenzialità da cogliere nel breve periodo

Un recente studio condotto dall’Osservatorio rivela che l’adozione dei droni (UAS) nella logistica è ancora ai blocchi di partenza, ma vi sono segnali promettenti per un importante sviluppo futuro. Il 29% dei fornitori di servizi logistici rispondenti alla survey conferma l’intenzione di voler avviare tali sperimentazioni entro il 2023 e il 5% conferma di aver già avuto modo di sperimentare in passato questa tecnologia (2%) oppure di avere tutt’oggi progetti innovativi all’attivo (3%).

Contrariamente al grande hype mediatico riguardante la delivery nelle sue varie sfaccettature, la ricerca evidenzia come gli operatori intravedano molteplici potenzialità da cogliere nel breve periodo per quanto riguarda la logistica interna. In primis, l’attività inventariale nei magazzini (41% del totale di rispondenti), la raccolta di dati (38%), per meglio indirizzare le decisioni operative e strategiche, le movimentazioni interne al sito (35%), e infine tutte quelle attività legate ad aspetti di facility management (35%). Solo secondariamente, troviamo interesse nello svolgere sperimentazioni legate alla delivery. Questo è, allo stato dell’arte, abbastanza comprensibile se pensiamo alla necessità di un’evoluzione infrastrutturale per il controllo del traffico e la gestione delle operazioni da remoto e di una revisione della normativa, aree su cui a livello internazionale si sta cominciando a lavorare in maniera importante.

Ma quali sono i driver che spingono gli attori del settore a puntare sui droni? Spiccano fra tutti: il miglioramento dell’immagine aziendale (ritenuto molto importante dal 68% del totale di rispondenti) affiancato dalla continua ricerca di un miglioramento nello svolgimento dei processi logistici attualmente adottati dall’azienda, sia in termini di efficacia (68%) sia di efficienza (48%). Infine, da non dimenticare il contributo green ottenibile dall’utilizzo di questi velivoli per lo più elettrici (53%) e aspetti legati al customer management volti al miglioramento del servizio offerto ai propri clienti (53%).

XPO Logistics: “Guardiamo con interesse ai droni per applicazioni pragmatiche e implementabili nel breve termine”

«L’innovazione tecnologica nell’operatività di magazzino e trasporto rappresenta un fattore chiave in un contesto di trasformazione sia del business logistico delle aziende committenti, sia delle esigenze del consumatore finale. Trasformazione che, pur già in atto da diversi anni, ha subito una forte ed incontrovertibile accelerazione a causa della crisi pandemica, in questo modo spingendo gli operatori logistici ad una maggiore attenzione alle tematiche di sostenibilità e innovazione», sottolinea Alessandro Renzo, Operations Director Italy and Switzerland di XPO Logistics.

In quest’ultimo ambito, la tecnologia dei droni può giocare infatti un ruolo determinante, rappresentando una milestone nel progresso tecnologico delle operazioni logistiche, un po’ come in passato lo sono stati i barcode, l’automazione industriale e più recentemente l’RFID.

«In XPO Logistics stiamo investendo in innovazione e in particolare guardando con interesse ai droni, per applicazioni che siano pragmatiche ed implementabili nel breve termine. La partecipazione come Partner all’Osservatorio Droni del Politecnico di Milano rappresenta un primo passo per indirizzare la ricerca verso le esigenze dei primari operatori logistici, ma anche per trovare spazi di confronto e collaborazione su progetti specifici.

Al momento, le nostre attenzioni sono rivolte alla logistica interna, sia sul fronte dei processi (ad esempio le operazioni inventariali), sia su quello del facility management e della sicurezza delle merci. Proprio in quest’ultimo ambito abbiamo sviluppato, in un sito di primaria importanza, un progetto che è ora in fase di studio avanzato e prossimo alla fase di test, che utilizza i droni per attivare controlli di sicurezza complementari a quelli tradizionalmente svolti dagli impianti di videosorveglianza e dalle squadre di sicurezza di stabilimento.

Secondo noi è importante concentrare i nostri sforzi in ambito droni e innovazione, in generale, perché aiuta da un lato i nostri collaboratori a crescere professionalmente e, dall’altro, rende appetibile il contesto in cui operiamo a sempre maggiori professionalità, aprendoci nel contempo a ospitare nuove competenze nei nostri staff», conclude Renzo.

Real estate, Yard Reaas: «Con i droni monitoriamo i cantieri di nuovi complessi logistici»

Spunti interessanti sull’applicazione dei droni – e della tecnologia in senso lato – arrivano dal settore real estate, a partire proprio dall’ambito logistico.

«Anche in questo campo i grandi numeri – in termini di dimensioni e numero di immobili analizzati – hanno rappresentato il motore per l’innovazione di molti servizi. L’aspetto singolare, ma ricorrente quando si parla di tecnologia, è che l’applicazione dei droni, inizialmente solo uno strumento per raggiungere un obiettivo preciso, ha aperto la strada per altre finalità non previste. Da passivo ha assunto un ruolo attivo», racconta Laura Piantanida, Head of Business Development di Yard Reaas, gruppo indipendente che in Italia opera nell’ambito della consulenza real estate e nella gestione integrata di servizi immobiliari.

L’esempio in questione è rappresentato dall’impiego di droni nel monitoraggio di cantieri di nuovi complessi logistici, attività svolta per conto di clienti spesso istituzionali (investitori italiani o internazionali, tipicamente fondi) che acquisiscono beni in corso di realizzazione da uno sviluppatore.

«Normalmente questo monitoring è condotto da professionisti che verificano in loco qualità e stato di avanzamento delle opere e documentano il proprio lavoro tramite report e corredi fotografici, una documentazione che potremmo definire “statica” – continua Piantanida -. La sperimentazione nell’uso di droni qui nasce in primo luogo per giungere dove l’occhio umano solitamente non arriva, o semplicemente dove l’occhio non arriverebbe ad “abbracciare” in un’unica visuale l’intero oggetto: parliamo infatti di immobili in media di 30.000 mq a 100.000 mq di superficie, oltre a una pari consistenza per aree esterne e di manovra».

Ecco allora che il drone consente di ottenere almeno due risultati, uno diretto e l’altro “accessorio” ma forse ancor più rilevante:

  • il primo, quello voluto, di indagare zone estese e difficilmente accessibili in sicurezza durante i lavori, come ad esempio le coperture;
  • il secondo, indiretto ma utilissimo, di aprire la visuale al contesto: aree circostanti, viabilità, cantieri di concorrenti. Informazioni ancor più preziose durante l’emergenza Covid per tutti quegli investitori – soprattutto stranieri – che non hanno avuto la possibilità di visitare i propri immobili.

«Il corredo fotografico “statico” viene sostituito da un virtual tour con interessanti risvolti commerciali grazie a una visione dinamica da remoto del sito. Applicabile non solo ai cantieri, ma a qualsiasi genere di investimento immobiliare. Si aprono così nuove prospettive, e stavolta non solo nel senso letterale del termine», conclude la Manager.

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