Come ogni anno, i principali analisti e società di consulenza pubblicano le previsioni sulle tendenze che impatteranno maggiormente sui vari ambiti del business – tecnologici e strategici. I Supply Chain trend 2025 sono stati già trattati da alcuni report di KPMG, Gartner e CapGemini e consultandoli è possibile individuare in particolare 5 aspetti che i Chief Supply Chain Officer dovrebbero monitorare attentamente nel corso del prossimo anno. Vediamoli in dettaglio.
Supply Chain trend 2025 #1: il Cost to Serve è sempre più granulare
I tradizionali metodi di ottimizzazione dei margini hanno ormai dimostrato di non essere più efficaci e i leader della Supply Chain si sono resi conto che ormai il Cost to Serve deve essere analizzato a un livello sempre più granulare di dettaglio. Questo framework di analisi è utilizzato per valutare il costo reale del soddisfare le richieste dei clienti. L’obiettivo più ampio del determinare questo KPI è arrivare ottimizzare la pianificazione della Supply Chain e i processi decisionali strategici, per soddisfare la domanda dei clienti in modo economicamente sostenibile ed efficiente per il business. Questo richiederà una comprensione approfondita delle implicazioni di costo dei diversi prodotti, clienti e canali, dei costi di ciascun nodo e struttura della Supply Chain, nonché dei costi di ogni percorso e opzione di spedizione.
Un’azienda può utilizzare le informazioni generate da questa mappatura per identificare – e segmentare in modo efficace – i propri clienti e prodotti, in base alla redditività. Quando i responsabili della Supply Chain hanno ben presente quali prodotti e consumatori non sono redditizi, possono concentrare meglio gli sforzi e sviluppare strategie ad hoc per migliorare la redditività complessiva del business. Questa chiarezza potrà consentire l’adozione di strategie di pricing che riflettano il vero costo del servizio, evidenziando prodotti e strategie di spedizione alternativi, oltre a fornire una miglior capacità di adattare anche gli altri costi della filiera in risposta alle interruzioni, ormai sempre più frequenti a causa delle turbolenze sociali e geopolitiche.
Per supportare questa comprensione approfondita dei costi, sarà necessario impiegare in maniera estesa le Advanced Analytics, così come l’intelligenza artificiale (AI) e il Machine Learning (ML). Sarà necessario adottare tecnologie che facilitino il monitoraggio, l’analisi predittiva e la predisposizione di sistemi di allerta rapida. Questa evoluzione verso una Supply Chain data-driven rappresenta un cambiamento significativo rispetto alle pratiche attuali, che richiede investimenti mirati in tecnologia e competenze analitiche avanzate. L’obiettivo finale è ottenere una visione olistica e dinamica della struttura dei costi di filiera, per consentire decisioni più informate e agili in un contesto di mercato sempre più volatile e complesso.
Supply Chain trend 2025 #2: ESG e Scope 3, nuove responsabilità e opportunità per la catena della fornitura
Nel 2025, le richieste in materia di maggior trasparenza sugli aspetti Environmental, Social and Governance (ESG) continueranno a esercitare una pressione significativa sui leader della Supply Chain, in virtù del fatto che la filiera rappresenta un canale chiave per soddisfare gli obiettivi organizzativi e le aspettative di riduzione delle emissioni complessive contemplate dallo Scope 3.
Sarà necessario identificare, acquisire e convalidare i dati sui partner rispetto alle strategie ESG, alla mitigazione dei rischi e alla reportistica relativa per garantire la conformità alle diverse normative internazionali in materia, come il Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM) e la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD). Nuove normative come il Passaporto digitale dei prodotti dell’Unione Europea renderanno obbligatorio per le aziende tracciare e comunicare l’impronta ambientale dei loro prodotti, spingendole ad adottare pratiche più sostenibili.
Le sfide ESG e Scope 3 potranno, però, essere trasformate in opportunità per migliorare le prestazioni aziendali e tradursi in un fattore di differenziazione competitiva. Molte aziende dovranno ripensare il proprio modello di business, con l’obiettivo di creare un’economia più circolare, esplorando le modalità migliori per riciclare e riutilizzare il più possibile i prodotti riducendo al minimo imballaggi e rifiuti. Questo approccio olistico alla sostenibilità richiederà una collaborazione più stretta tra i vari dipartimenti aziendali e l’adozione di tecnologie avanzate per il monitoraggio e il reporting.
I Chief Supply Chain Officer dovranno bilanciare le pressioni a breve termine per la riduzione dei costi con gli investimenti a lungo termine necessari per garantire la realizzazione di filiere veramente sostenibili, allontanando il rischio di essere tacciati di una sostenibilità “di facciata”.
Supply Chain trend 2025 #3: le strategie di Risk Management diventano sempre più multiformi
Secondo la survey “2024 CEO Outlook” di KPMG, i leader che hanno in carico la gestione della filiera dovranno obbligatoriamente concentrarsi nei prossimi mesi sulla gestione dei rischi derivanti dalle nuove normative sulla sostenibilità e sull’ambiente ed essere pronti ad affrontare le ricadute economiche di nuove politiche commerciali e tariffarie. Probabilmente emergeranno anche nuovi rischi da governare. In primis, quelli legati alla necessità di disciplinare la diffusione pervasiva degli strumenti di intelligenza artificiale generativa (Gen AI) tutelando al meglio la privacy e l’impiego etico di questa tecnologia, seguiti da quelli legati alla carenza di manodopera, in particolare nell’ambito dei trasporti.
Le mutevoli preferenze dei consumatori porranno ulteriori problemi da considerare e valutare attentamente, legati per esempio alla domanda di consegne più rapide, alla maggior attenzione verso principi di approvvigionamento etico o alla richiesta crescente di personalizzazione dei prodotti e dei metodi di delivery. L’aspetto del sourcing etico, in particolare, è destinato a impattare in modo sempre più significativo sul Risk Management di filiera. Questo è un concetto fondante della responsabilità sociale d’impresa (CSR), ovvero l’idea diffusa nei consumatori che le aziende dovrebbero operare in base a politiche e principi che si riflettono in un impatto positivo sulla società e sull’ambiente in cui sono inserite.
Anche minacce alla sicurezza sono destinate a crescere in tutte le aree aziendali, con i nodi della Supply Chain che rappresentano vulnerabilità sempre più spesso sfruttate dai criminali per perpetrare attacchi indiretti ai danni di multinazionali e grandi gruppi industriali.
Per mitigare questi rischi sono utili tecnologie predittive e prescrittive che migliorano la resilienza e dell’agilità nella Supply Chain del futuro. Sarà sempre più rilevante ricorrere all’analisi dei Big Data per ottenere informazioni di contesto rilevanti e collaborare in modo sinergico con i partner dell’ecosistema, condividendo conoscenze e buone prassi. La visibilità estesa in profondità nella Supply Chain rimarrà fondamentale, con la necessità di mappare le catene di approvvigionamento fino al livello 4 e oltre.
Secondo gli esperti di KPMG, l’utilizzo della tecnologia dei Digital Twin si estenderà lungo tutta la filiera, per migliorare la visibilità sulla catena del valore e mappare in modo puntuale l’impronta carbonica complessiva (Carbon Footprint) dei processi.
Supply Chain trend 2025 #4: Generative AI e aerospaziale ridisegnano i confini della filiera
Il prossimo anno, è opinione comune di analisti e società di consulenza, l’Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI) si candida a diventare la vera killer application per la catena della fornitura. La sua adozione non è, però, priva di sfide, ma il potenziale di trasformazione – in termini di efficienza, miglior previsione della domanda, ottimizzazione dell’inventario e miglioramento del servizio reso al cliente – potrebbe essere davvero significativo, garantendo un vantaggio competitivo sostanziale alle realtà che riusciranno a implementarla efficacemente.
Mentre l’AI tradizionale, la Blockchain e l’Internet of Things (IoT) sono ormai tecnologie consolidate, con un’applicazione diffusa lungo la Supply Chain, la Realtà Virtuale (VR) e i Digital Twin si affacciano timidamente in azienda. Ma questa fusione di mondo fisico e digitale continuerà a trasformare radicalmente le attività di diagnostica e manutenzione di macchinari e mezzi, così come l’ottimizzazione delle rotte e la movimentazione delle merci.
La GenAI, con la sua capacità di attingere a vasti set di dati, creare rapidamente contenuti e auto-apprendere, potrebbe contribuire a snellire procedure, tempi e costi in diverse aree cruciali della catena della fornitura: sourcing, Category Management, gestione del ciclo di vita dei contratti, gestione del rischio e delle relazioni con i fornitori.
L’implementazione di questa tecnologia richiederà un approccio strategico, che consideri attentamente le implicazioni etiche, di privacy e sicurezza dei dati.
Parallelamente, i progressi compiuti sul fronte delle tecnologie spaziali, come quelli legati ai satelliti in orbita bassa, risulteranno sempre più cruciali per garantire la connettività nelle cosiddette zone bianche, quelle in cui non è presente una copertura di rete a banda larga a causa di vincoli di carattere ambientale o economico, e favorire così il consolidamento di modelli di Supply Chain connessa e data-driven.
Supply Chain trend 2025 #5: Intake e Orchestration trasformano il Procurement
Il mantra secondo cui sarebbe meglio consolidare la spesa con un unico provider per ridurre i costi è ormai un lontano ricordo. La diversificazione dei fornitori (multisourcing) è la principale garanzia di una catena della fornitura solida, agile e resiliente, ma si accompagna a un deciso aumento della complessità gestionale. Un problema a cui tentano di porre rimedio le soluzioni di Intake Management e Procurement Process Orchestration (IM&PPO), progettate per migliorare la collaborazione nelle fasi iniziali del processo di approvvigionamento.
Nei prossimi mesi, i Chief Procurement Officer dovranno valutare attentamente se e come integrare le piattaforme in questione nello stack tecnologico esistente, tenendo conto che questi sistemi assicurano maggiore efficienza e agilità ai processi di approvvigionamento, consentendo alle aziende di adattarsi più rapidamente al variare delle condizioni esogene.
L’Intake Management fa riferimento agli strumenti per l’acquisizione, il processing sistematico e l’elaborazione delle nuove richieste di beni, servizi o progetti. Queste soluzioni assicurano che le richieste siano adeguatamente documentate, valutate e classificate e che fluiscano senza intoppi da un reparto all’altro, così da abilitare tutte le operazioni necessarie per soddisfare in modo puntuale, rapido ed economico la domanda. L’Intake Management copre tutto lo spettro dei pagamenti, Sourcing, onboarding dei fornitori e gestione dei contratti, offrendo agli utenti un unico punto di accesso e una visibilità obliqua su processi e flussi.
Le soluzioni di Procurement Orchestration assicurano visibilità completa ed end-to-end sui processi di approvvigionamento e le applicazioni deputate alla loro gestione. Queste piattaforme promuovono la sincronizzazione delle diverse funzioni aziendali, lo scambio attivo e continuativo di informazioni con le controparti esterne, la gestione automatizzata e centralizzata di tutto il processo Source-to-Pay.
I principali vantaggi della Procurement Orchestration includono la gestione ottimizzata delle relazioni con i fornitori, il miglioramento dell’agilità e della scalabilità delle operazioni associate, l’automazione dei controlli di conformità e la riduzione degli errori.