Non è esagerato affermare che per i responsabili delle Supply Chain gli ultimi 30 mesi siano stati una battaglia continua per riuscire a garantire un’ininterrotta esecuzione in termini di costi, qualità e consegne – i tre pilastri di qualsiasi Supply Chain ben performante.
E le sfide continuano, il che rende più importante che mai essere sicuri che la nostra filiera sia quanto più solida possibile. L’obiettivo: soddisfare le esigenze immediate dell’azienda in un’ottica di crescita a medio e lungo termine, costruendo la giusta strategia.
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Questo significa pensare in modo sia strategico sia tattico per capire in quale punto ci si trovi e dove si vuole andare. Qui bisogna considerare tutto, dalle relazioni in atto con i partner alla conoscenza dei siti di produzione, fino al rapporto che intercorre tra quello che l’azienda fa e i più ampi obiettivi ambientali e sociali.
Guardando al lungo termine, tra cinque anni la strategia che definite oggi dovrebbe essere in grado non solo di sostenere la crescita prevista della vostra azienda, ma garantire anche la presenza di tattiche per la mitigazione del rischio.
Costruire una strategia per la Supply Chain, da dove cominciare
Ecco come iniziare a ragionarci sopra, specialmente nelle realtà a rapida crescita: qualsiasi piano a 12 mesi è per sua natura fortemente tattico ma con alcuni elementi strategici.
La visione tra i 12 e i 36 mesi dovrebbe diventare “stra-tattica” – tattica ma con una strategia per attraversare questo arco di tempo in termini di sviluppo di processi maggiormente maturi.
Dai tre ai cinque anni c’è un maggior senso di visione nei termini di quel che si vuole raggiungere, avendo stabilito i punti fondamentali necessari. Bisogna, infatti, considerare quello che occorre avere rispetto a quello che sarebbe bello avere.
Diamo un’occhiata più da vicino ad alcuni degli elementi necessari per costruire una strategia a prova di bomba.
Collaborazione nella Supply Chain (o il fattore relazioni)
Sviluppare solide relazioni con i partner a monte e a valle e con i clienti è essenziale.
Con i fornitori, l’ascolto attivo su base regolare aiuta a facilitare la comunicazione e la collaborazione. Dialogare con i colleghi di Supply Chain tra i vostri clienti può aiutarli a capire cosa state facendo e aiutare voi a comprendere i loro desideri e le loro necessità, le loro preoccupazioni, e le informazioni che occorrono per tranquillizzare i loro team.
Un vantaggio collaterale per i vostri colleghi delle vendite: un livello di visibilità di questo tipo può migliorare la capacità dell’azienda di essere reattiva rispetto alle necessità di prodotti e servizi della clientela.
La mentalità del “topo di fabbrica”
Il vostro team deve essere stimolato a immedesimarsi nella figura di un topo di fabbrica. Non c’è nulla come essere sul posto per osservare quel che succede. Si tratta di un ottimo sistema per trovare nuove opportunità dal momento che è possibile vedere cose che potrebbero sfuggire agli altri. Può essere una semplice domanda fatta a qualcuno che lavora on site come: “Perché questo prodotto va da qui a lì e poi torna di nuovo qui? Perché non lasciarlo nello stesso posto?”. Anche identificare piccole occasioni di efficienza può davvero aiutare.
Bilanciare tattica e visione
Anche considerando situazioni anomale come l’urgente necessità imposta dalla pandemia di concentrarsi sull’aspetto tattico, qualunque strategia di Supply Chain matura richiede un equilibrio tra l’aspetto tattico e quello della visione.
La misurazione delle performance e le tecniche di gestione vanno perfezionate costantemente giorno dopo giorno. Nel contempo, è compito della leadership plasmare e definire la direzione da percorrere e misurare il successo una volta che si sia raggiunta la meta.
Un’analogia: potete essere capaci di guidare velocemente, ma se non avete idea di dove andare la cosa è del tutto irrilevante.
Attenzione alla mitigazione e alla gestione del rischio
La pianificazione di scenario – riflettere su come rispondere nel caso si verifichi una certa cosa – è un allenamento prezioso per tenersi in forma nel caso occorra affrontare un imprevisto.
Creare un piano di Business Continuity o Disaster Recovery per poi non pensarci più una volta fatto non è una buona idea. Bisogna tenerlo aggiornato. Per massimizzarne l’efficacia lo si può considerare come un documento in continua evoluzione. Se dovesse capitare uno tsunami da qualche parte, tirar fuori dal cassetto un documento obsoleto non servirà a molto.
Impegnarsi a ridurre l’impatto ambientale
Prioritizzare gli aspetti ambientali e sociali della vostra strategia di Supply Chain può aiutare la vostra azienda a raggiungere e mantenere i propri impegni assicurando, per esempio, il trattamento etico del personale. E alla bottom line fa sempre bene.
In Pure Storage utilizziamo strategie di nearshoring per tenere la produzione più vicina alla domanda. Ciò produce benefici minimizzando le interruzioni, riducendo la logistica associata alla movimentazione dei prodotti e riducendo l’impatto ambientale e di CO2.
Accorciare la Supply Chain può essere anche il catalizzatore per rivedere il design del packaging di prodotto per promuoverne il riciclo e il riutilizzo.
La pandemia ha costretto tutti noi a fare i conti con l’impatto di tempistiche di prodotto abbreviate e fornitori che annullano gli ordini all’ultimo minuto. La capacità di rispondere alle esigenze dei clienti non ha mai richiesto così tanta complessità. Creare e mantenere una strategia di Supply Chain “a prova di bomba” può mettere la vostra azienda in una posizione di forza per resistere a qualsiasi nuova situazione di crisi.