STRATEGIE

Riso Scotti: una Supply Chain che sostiene la crescita anche nell’era dell’incertezza



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Nonostante le sfide imposte da scenari globali complessi, il Gruppo pavese ha saputo rispondere con efficacia grazie alla diversificazione della gamma dei prodotti e a un approccio oculato nella gestione degli approvvigionamenti di cui parla il responsabile, Luca Priori

Pubblicato il 6 mar 2024



Riso Scotti

Nel 2023 il fatturato del Gruppo Riso Scotti ha raggiunto i 330 milioni di euro, segnando il record di sempre sulla sua storia centenaria e ponendo le basi per riuscire a toccare i 400 milioni da qui al 2026. Questo è l’obiettivo dichiarato alla stampa dal Presidente e Amministratore Delegato, Dario Scotti. Un risultato per nulla scontato se si considerano gli scenari particolarmente ardui dell’attuale Supply Chain, che non sono da meno rispetto a quelli dell’era Covid che ci siamo lasciati alle spalle.

Luca Priori, Supply Chain Director dell’azienda nata nel 1860 nel Lodigiano, non fa mistero dell’impatto che la pandemia prima e i conflitti globali dopo hanno avuto sulla filiera. «Negli ultimi due anni – ricorda – l’incremento dei costi della materia prima è stato enorme. Tanto per fare un esempio, il riso carnaroli, uno dei risi italiani più pregiati, ha visto il proprio valore triplicare. E questo anche in presenza di politiche di acquisto che prevedevano delle coperture che, però, non possono essere illimitate».

Gli aumenti hanno riguardato ovviamente anche il costo dei trasporti, trainati non soltanto dal rincaro del carburante, ma dal venir meno di una manodopera come quella ucraina che lavorava per le più importanti flotte internazionali.

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Luca Priori

Luca Priori

La risposta di Riso Scotti a un mercato imprevedibile

«In generale – continua Priori – oggi ci troviamo davanti a un mercato assolutamente poco prevedibile, persino con riferimento alle abitudini di consumo dei clienti dinanzi a un prodotto abbastanza tradizionale come il nostro, che dovrebbe essere caratterizzato teoricamente da consumi all’apparenza regolari. In realtà non è più così. Questo, dal punto di vista della Supply Chain, è uno dei fattori più distruptive».

La risposta a questo stato di cose, che spiega il perché della crescita del marchio storico italiano, risiede anzitutto nel rinnovamento della gamma dei prodotti. Accanto alle varietà del noto cereale, infatti, oggi Riso Scotti commercializza bevande vegetali, gallette e piatti pronti.

Ma non è l’unica leva che ha permesso e permette tuttora all’azienda di competere sullo scacchiere globale. L’altra verte su «un’accezione estesa della Supply Chain, che comprende la programmazione dei flussi inbound e outbound. Nello specifico – esemplifica Priori – quando si parla di materia prima, nel nostro campo ci si riferisce al cosiddetto risone, che è il nome tecnico con cui si identifica il riso grezzo che arriva dai campi. Prevalentemente, è una materia prima italiana, se vogliamo regionale, che si coltiva tra l’ovest della Lombardia e l’est del Piemonte, più qualcosa che arriva dal Veneto e dalla Sardegna».

La difficoltà in questo caso è legata non tanto al lead time di approvvigionamento, quanto alla sincronizzazione con i tempi di produzione. E questo vale a maggior ragione quando la filiera è più lunga, come nel caso del riso basmati che arriva dal continente asiatico.

Esperienza delle persone e strumenti innovativi

Per una riseria, in passato le lavorazioni erano semplici. Si basavano su livelli di scorte basse e un tempo di attraversamento della fabbrica veloce.

«Negli ultimi vent’anni e, ancora di più negli ultimi dieci, c’è stata una crescita esponenziale sia in termini di volumi sia in termini di complessità con l’ampliamento della gamma dei prodotti e l’aumento dei mercati di riferimento. Se, infatti, dal punto di vista della materia prima in ingresso le aree risultano molto circoscritte, dal punto di vista dei mercati di sbocco siamo presenti in tutti i continenti, seppure il mercato nazionale occupi attualmente i 2/3 del fatturato» dice ancora Priori.

Tutta la produzione si svolge negli stabilimenti di Pavia, in cui il mantenimento delle scorte basse ormai assume i contorni di una vera sfida. Per affrontarla – e vincerla – il primo ingrediente è certamente l’esperienza delle persone, che detengono un patrimonio di conoscenza sul campo maturato nel corso degli anni. A questa “expertise” si aggiungono alcuni strumenti in parte già acquisiti all’interno dell’organizzazione e altri che, invece, si stanno evolvendo in linea con le innovazioni tecnologiche che stanno interessando diversi processi aziendali.

Nell’ambito della Supply Chain sono ad esempio imprescindibili le soluzioni di Demand Planning che puntano a ottimizzare ulteriormente il sincronismo con la produzione grazie all’utilizzo di software in grado di migliorare la previsione della domanda e, di conseguenza, la gestione dei livelli di scorte.

Tecnologie al servizio dei processi aziendali

Prima ancora, è fondamentale avere «un sistema che copra tutti i processi aziendali e che quindi consenta di avere tutte le informazioni accessibili in modo semplice» sottolinea Priori. Nella fattispecie, è in corso un progetto partito qualche anno fa che contempla la migrazione di una serie di programmi che al momento girano su AS/400.

Una volta consolidato il database, sarà possibile svolgere gli approfondimenti che occorrono usando piattaforme di Business Intelligence o conducendo what-if analysis sui principali indicatori che misurano le performance dell’azienda. «Per quanto riguarda la parte prettamente logistica, ci avvaliamo sia di un sistema di magazzino sia di un TMS, un Transportation Management System. In entrambi i casi, si tratta di prodotti calzanti rispetto alle nostre necessità. Non solo sono stati sviluppati da realtà che ci hanno seguito in termini di servizio e di personalizzazioni, ma sono prodotti che offrono il giusto mix di standardizzazione e di installazioni precedenti che ne garantisce la solidità» afferma in conclusione il Supply Chain Director di Riso Scotti.

All’orizzonte c’è anche il tema dell’Intelligenza Artificiale, a cui il Gruppo non è indifferente. Sulla sua cantierizzazione, tuttavia, Luca Priori si mostra cauto, così come sulle applicazioni che potranno essere implementate in azienda. Nel breve periodo la società guarda per adesso al ridisegno del sistema informativo in ottica data-driven e alla realizzazione di una Supply Chain Visibility che abbracci tutta la catena distributiva dall’inizio alla fine.

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