La sostenibilità come obiettivo di filiera, dall’azienda al dipendente fino al cliente, realizzata nel concreto con progetti di ampio respiro. Con questa visione Prysmian Group, produttore di cavi per le più svariate applicazioni presente in oltre 50 Paesi, con 30.000 dipendenti e circa 16 miliardi di euro di fatturato, ha messo in campo numerose iniziative e ha attivato un programma di formazione per tutta la popolazione aziendale, dal blue collar al white collar, con obiettivo di sensibilizzare sul tema e di stimolare eventuali contributi anche tramite canali non tradizionali.
Sono iniziative che rispondono anche a una esplicita richiesta che arriva dal mercato. Prysmian Group, dal 2007 quotato in Borsa, negli ultimi anni ha registrato una crescita significativa di investitori interessati ai temi ESG.
Anche per questo motivo l’azienda si è dotata di un piano strategico di sostenibilità, che nei prossimi 5 anni prevede un focus su cinque pilastri: Renewables, ossia il passaggio dall’utilizzo di fonti energetiche fossili a nuove sorgenti di energia rinnovabile come il solare e l’eolico; elettrificazione, non solo per produrre energia in maniera nuova, ma anche per pensare a nuove modalità di distribuzione e consumo; Cloudification, in forte crescita per l’ingente numero di dati gestiti e immagazzinati nei data center in Cloud; Smartization e Servitization, cambiando il paradigma di business del cavo da prodotto a servizio, e Data Booming, che mira a strutturare ed elaborare i dati per renderli utili al cliente ai fini della decarbonizzazione, in ottica di una value chain sostenibile a 360°.
Circular Economy, cos’è e come rende l’intera Supply Chain sostenibile
«Se ci focalizziamo sull’economia circolare, va sottolineato come Prysmian Group punti costantemente all’utilizzo di materiale riciclato e alla riduzione degli scarti, promuovendo politiche di corretta raccolta e smaltimento dei rifiuti a livello di singolo impianto produttivo, attività non semplice considerata la numerosità, la dimensione e la localizzazione delle nostre fabbriche”, spiega Simona Bergamaschi, Senior IT Business Partner Finance and Sustainability dell’azienda, intervenuta in occasione del Workshop della Digital Transformation Academy del Politecnico di Milano dedicato al tema “Quale ruolo del digitale nell’economia circolare?».
Who's Who
Simona Bergamaschi
Senior IT Business Partner Finance and Sustainability di Prysmian Group
Economia circolare e digitale in Prysmian Group, i quattro progetti
Bergamaschi ha quindi raccontato quattro progetti di Prysmian Group in cui le tecnologie digitali sono elementi chiave per la realizzazione della strategia di economia circolare.
Esse consentono infatti di abilitare nuove funzionalità che valorizzano il prodotto (es. azioni di miglioramento, monitoraggio, manutenzione predittiva, rigenerazione) che si traducono in valore circolare, estendendo la vita utile dello stesso, aumentandone l’efficienza o recuperandolo a fine vita.
Eco Cable
Il primo progetto, Eco Cable, è un caso di design to sustainability, con l’utilizzo di nuove tecnologie digitali applicate all’intero processo, dalla progettazione del cavo fino alla sua realizzazione.
Eco Cable è l’etichetta verde dei cavi di Prysmian Group, nel rispetto della normativa europea dell’Ecolabel, ogni famiglia di prodotto soddisfa sei criteri riconosciuti e misurabili quali: l’impronta di carbon footprint positiva calcolata applicando il metodo cradle to gate, il non contenere più di un certo livello di sostanze pericolose e tossiche per l’ambiente, la riciclabilità e circolarità, il contenuto riciclato ovvero la presenza di materiale riciclato in un cavo sia che provenga da fornitori terzi sia che provenga da impianti produttivi interni a Prysmian, i benefici positivi per l’ambiente e l’efficienza energetica.
Alesea
Il secondo progetto, Alesea nasce come startup all’interno dell’Innovation Lab di Prysmian Group.
Alesea vede la combinazione di sensoristiche di IoT e di Analytics che permettono di cambiare il paradigma di business, vendendo al cliente finale non tanto il cavo con la bobina ma un servizio legato ad esso. Si tratta, infatti, di un dispositivo posizionato nella bobina che, attraverso dei sensori, raccoglie informazioni e le rende disponibili su di una piattaforma web che può essere consultata in qualsiasi momento e con qualsiasi dispositivo.
«Grazie a questi sensori, attivi da quando la bobina esce dalla fabbrica, il nostro cliente riceve informazioni sul funzionamento, sulla sua posizione, sulle condizioni ambientali esterne. In termini di economia circolare, si assiste a un miglioramento nella gestione dello stock, perché sapere esattamente qual è la quantità di cavo all’interno della bobina permette di ridurre gli spazi per lo stoccaggio, consente la riduzione dei costi operativi tramite una manutenzione di tipo predittivo nell’ottica di allungamento della vita utile del prodotto, aumenta la sicurezza sul lavoro e la tracciabilità del prodotto stesso».
E3X Technology e sostituzione PC
Il progetto della E3X Technology, invece, vede in campo l’uso della robotica, che permette di riutilizzare lo stesso cavo, la cui efficienza è stata aumentata del 30%, senza dover dismettere il prodotto e ricostruirne uno nuovo.
«Ciò è reso possibile dall’utilizzo di due robot, uno che si occupa della fase di cleaning, ripulendo il cavo e preparandolo per la fase successiva, e uno che si occupa del coating, ossia di rivestire il cavo con una cera particolare che consente un aumento dell’efficienza energetica e una riduzione dell’impatto della radiazione solare sul cavo – spiega la manager, che prosegue -. Aggiungo un ultimo progetto di Green IT non necessariamente legato al business dei cavi, e che ha applicato una logica di economia circolare a circa 17.000 pc all’interno del Gruppo in un’ottica sustainability driven. Per la sostituzione di questi PC abbiamo indetto una gara che, nel valutare i fornitori, tenesse conto di alcuni indicatori di sostenibilità, da un più generico impegno nella riduzione di emissioni di CO2 alla proposta di un packaging realizzato con materiale naturale».
Per garantire la possibilità di donazione o riutilizzo, anche a seguito di disassemblaggio, dei PC o di loro parti da parte dei fornitori, Prysmian Group ha anche optato per l’eliminazione del bollino serigrafico con il logo, che ha contraddistinto tutti i PC aziendali fino a poco tempo fa.