Una Supply Chain integrata e collaborativa è una potente leva di business per le aziende del largo consumo, specie per una realtà internazionale come Ferrero. Per il colosso del food di Alba (CN) l’ottimizzazione delle attività logistiche è un fattore critico di successo viste le numeriche in gioco. Basta pensare che i suoi prodotti – Nutella e Kinder sono marchi riconosciuti in tutto il mondo – transitano in circa 400 magazzini distribuiti nei cinque continenti. Centri di stoccaggio generalmente multibrand e multicanale, gestiti quasi sempre da terze parti esterne. Amazon ha alzato l’asticella degli standard di rapidità e tracciabilità dei flussi logistici e questo nuovo modello si sta rapidamente diffondendo anche al di fuori del comparto dell’eCommerce. E in Ferrero si stanno già attrezzando. Con Control Tower la società mira a sperimentare i benefici dei cruscotti integrati e, in futuro, dei Big Data, dell’IoT e dell’Artificial Intelligence per gestire in modo ottimizzato tutti i flussi che vedono coinvolti i partner logistici. L’idea di partenza è migliorare la visibilità sui processi di trasporto e stoccaggio per arrivare, poi, a sperimentare una gestione proattiva e in real time di tutta la filiera. Un progetto imponente per una realtà globale come Ferrero, un’iniziativa che cambia completamente il rapporto con i partner logistici e di filiera. Ne abbiamo parlato con Giuseppe Pagannone, IT Business Partner Director for the Global Supply Chain di Ferrero, cui è affidata la responsabilità del progetto Control Tower, in collaborazione con Sergey Gribkov, uno fra i maggiori esperti del team Supply Chain Development. Ne è emersa una chiacchierata davvero interessante.
Who's Who
Giuseppe Pagannone
IT Business Partner Director for the Global Supply Chain di Ferrero
Come nasce il progetto Control Tower di Ferrero?
«Il progetto nasce dall’evidenza che la logistica è un elemento fondamentale dei servizi al cliente. In Ferrero abbiamo bisogno di garantirci la massima visibilità su tutti i processi e gli eventi della Supply Chain. Sono i 3PL (Third Party Logistic Service Provider), infatti, che si occupano di gestire le consegne a GDO e retailer attraverso servizi integrati di magazzino e trasporti, garantendo che i nostri prodotti arrivino nei tempi giusti e in perfette condizioni sugli scaffali. Ma ritardi e mancate consegne possono succedere. E quando capitano questi problemi, noi dobbiamo essere in grado di risalire alle cause che li hanno generati. Nasce, quindi, l’esigenza di una Control Tower, un sistema di controllo in grado di garantirci una visibilità di dettaglio sugli eventi logistici, attraverso una collaborazione informatica più stretta con i partner logistici».
Quali esigenze va a soddisfare?
«L’esigenza principale è, ripeto, la soddisfazione del cliente. Per riuscire a servirlo bene dobbiamo essere in grado di misurare in modo puntuale le performance dei nostri partner logistici attraverso KPI e classifiche, proprio come fanno i retailer. Dobbiamo puntare al miglior OTIF (On Time, In Full – ndr) e garantire quindi che gli ordini non solo siano sempre corretti, ma anche consegnati nei tempi stabiliti. Questa è una metrica essenziale della soddisfazione del cliente Ferrero e serve anzitutto per valutare la validità e l’efficacia dei nostri processi interni. Ma anche per valutare i nostri partner logistici e il loro rispetto degli SLA definiti da contratto. La certezza dell’arrivo delle merci a un certo orario è per noi fondamentale, quindi è necessario garantire una perfetta sincronizzazione tra la logistica primaria, intercompany, e quella secondaria legata alla consegna degli ordini effettuata dai partner. Abbiamo ordini a 24 o 48 ore e con una Supply Chain così corta non possiamo permetterci ritardi o errori, che costano parecchio in termini di missing slot e out of stock».
Quali sono le tempistiche del progetto Control Tower?
«A fine 2017 in Ferrero è partita la richiesta di business di monitorare meglio le performance della Supply Chain. La genesi del progetto risale ai primi mesi del 2018, con la definizione degli obiettivi e la software selection. A fine 2018 abbiamo sottoposto il progetto al nostro CEO, che lo ha approvato in meno di mezz’ora. Lo scorso marzo siamo partiti con l’implementazione delle tecnologie e lo scorso mese siamo andati live. Questi otto mesi ci sono serviti per affrontare e superare le principali complessità del progetto, legate soprattutto alla system integration e alla necessità di far parlare i sistemi gestionali legacy on premise con i moduli in cloud di nuovissima generazione».
Quali tecnologie utilizzate?
«In Ferrero, quasi tutto il mondo gestionale della Supply Chain, quindi i magazzini, la gestione dei trasporti, la gestione ordini, poggia su sistemi SAP on premise. In previsione del deployment della Control Tower, abbiamo iniziato a utilizzare alcuni moduli della SAP Cloud Platform; in particolare, Global Track and Trace, SAP Analytics Cloud, Logistic Business Network e alcune funzionalità del portale di supporto. Inoltre, abbiamo affidato ad un partner tecnologico la realizzazione e la gestione di un Data Integration Hub, che raccoglie gli eventi logistici da tutti i fornitori di servizi, li normalizza e li trasmette alla Control Tower. L’hub ha anche la responsabilità di fare l’onboarding dei partner logistici sul modello track&trace di Ferrero e di realizzarne il collegamento informatico».
Quali sono gli step del progetto?
«In questo momento, siamo nella fase di transizione da un approccio reattivo a un approccio proattivo, ovvero dalla situazione in cui ci attiviamo su segnalazione del cliente alla intercettazione autonoma e immediata del problema al fine di prendere le decisioni migliori per gestirlo. L’obiettivo è quello di affinare le capacità autodiagnostiche e di condividerle con i partner di filiera in un programma collaborativo di miglioramento continuo. La seconda fase del progetto Control Tower, invece, ci permetterà di ragionare in ottica predittiva, per cui saremo in grado di sapere in anticipo se la consegna non arriverà in tempo dal cliente e riusciremo a pre-allertarlo, in modo da creargli il minor disagio possibile. Potremo attuare una gestione basata sulle eccezioni che ci permetterà di evitare i colli di bottiglia, migliorare il capacity planning, simulare i possibili scenari dei servizi di consegna. Per arrivare a questi risultati dovremo essere in grado di tracciare tutti i flussi almeno per eventi discreti, ed è quello a cui puntiamo in questa prima fase. L’obiettivo finale è creare una Intelligent Supply Chain e ragionare in ottica prescrittiva, anticipando il più possibile i problemi di lungo termine. Per riuscirci, dobbiamo tracciare tutti i flussi in tempo reale e per questo dobbiamo attrezzarci, dotarci di sistemi IoT, Advanced Analytics e Deep Learning. Solo così saremo in grado di capire cosa possiamo fare per evitare di consegnare in ritardo tendendo conto di tutte le possibili variabili. Questo significa fare un lavoro enorme a livello di Big Data, per gestirli, integrarli e soprattutto azionarli. La vera rivoluzione digitale della Supply Chain, tuttavia, si realizzerà quando la Control Tower comunicherà direttamente con la telematica dei mezzi o i prodotti stessi dotati di opportuni sensori. Abbiamo appena iniziato il nostro percorso cercando di colmare i gap evidenti della gestione attuale, ma abbiamo una visione di lungo termine che ci guida sia nelle scelte di processo e programma sia nella scelta delle componenti IT».
Quali sono i Paesi coinvolti?
«Le aree pilota sono Germania e Iberica (Spagna e Portogallo – ndr), due network logistici molto diversi fra loro. La Germania perché ha una forte apparto industriale. Lì abbiamo il nostro più grande insediamento produttivo e ben 5 partner di logistica secondaria integrata, oltre a numerosi operatori di trasporto. Nella Penisola Iberica, al contrario, non abbiamo fabbriche e i prodotti Ferrero sono distribuiti da un solo partner. I prossimi 12 mesi serviranno per fare i test e nell’arco di tre anni la Control Tower verrà implementata anche qui in Italia, dove abbiamo ben 25 magazzini tra piattaforme e transit point, in Francia, in Benelux, Polonia e Regno Unito. Alla fine dei tre anni dovremmo essere in grado di fare il track&trace anche delle spedizioni di container verso tutte le destinazioni trans-oceaniche partenti dall’Europa».
Quante persone sono coinvolte nel progetto?
«Il progetto prevede una leadership IT tecnico-strategica, la mia, supportato da architetti e project manager della stessa direzione. La business leadership di questa iniziativa è stata affidata a una funzione creata di recente, battezzata Control Tower & Performance Management, la cui direzione è stata affidata a Sergey Gribkov. A perimetro completo, gli utenti operativi della soluzione saranno una cinquantina, in media dieci circa per ogni country, in aggiunta ai cinque dell’headquarter in Lussemburgo».
Quali sono i benefici ottenuti finora?
«Internamente, ormai si parla del progetto e la cultura Control Tower si sta diffondendo. Questo è sicuramente il beneficio principale ottenuto finora. Non abbiamo in mente obiettivi quantitativi ma qualitativi, legati alla soddisfazione del cliente. Ed ecco perché Control Tower è pensato non come un’iniziativa con un inizio e una conclusione ma come un ramp-up continuo».
Quali sono i prossimi passi?
«La Control Tower in questa fase ci assicura una miglior visibilità ed execution delle attività logistiche, soprattutto quelle legate alla componente distributiva. In questo momento riusciamo a monitorare circa il 50% degli eventi della Supply Chain secondaria, quindi delle attività di spedizione e stoccaggio che vedono coinvolti i nostri partner. Nei prossimi mesi, invece, ci impegneremo a sviluppare la parte di reportistica e dashboard e inizieremo a fare delle Advanced Analytics, per capire bene quali sono i veri lead time per affinare i parametri del processo. Il secondo percorso di sviluppo, sul quale stiamo già lavorando, prevede di integrare nella Control Tower i servizi di track&trace in tempo reale, intercettando la telematica presente a bordo dei camion. Questo ci permette di fare un balzo in avanti sulla componente predittiva, facendo simulazioni e acquisendo KPI come l’Estimated Time of Arrival. In pratica, oggi partiamo dal fondo, dal tracking della consegna al cliente, e progressivamente andremo a ritroso fino alla base, fino ai flussi di collegamento con i fornitori delle materie prime».
Qual è stata la risposta dei partner coinvolti?
«I partner stanno collaborando molto bene perché hanno capito che si tratta di un progetto innovativo che è fonte di maggior competitività anche per loro. Il successo dell’iniziativa si misura sulla propensione dei partner a scambiare con noi informazioni su quando spediscono un ordine e quando l’ordine arriva. Noi come Ferrero non abbiamo creato un’App ma ci agganciamo ai Transport Management Systems dei nostri partner. Inoltre, stiamo sviluppando in azienda dei portali di collaborazione con i clienti per tutti gli eventi e i flussi che non rientrano in questo momento nella Control Tower, come i claim e le promozioni, che verranno integrati nel portale B2B che stiamo realizzando».