La crisi sanitaria ha dimostrato quanto le imprese siano dipendenti dal digitale sotto svariati punti di vista. Il digitale, infatti, alimenta un modello di lavoro moderno e produttivo, permette loro di accelerare e automatizzare l’esecuzione dei processi e di collaborare efficacemente all’interno di Supply Chain sempre più interconnesse.
Innovare la Supply Chain è un tema ampio e molto complesso, che poche aziende dominano sotto ogni angolo visuale. Primo tema da affrontare è la riduzione della distanza tra livelli successivi della filiera, una questione che si gestisce con piattaforme collaborative, con la digitalizzazione dei flussi documentali e l’integrazione dei processi; ma c’è anche un tema più operativo, esecutivo, che tocca direttamente la digitalizzazione della produzione, della logistica interna e dei trasporti, aree essenziali per il business dell’azienda e dell’ecosistema di cui fa parte.
Innovare la Supply Chain con un approccio a 360 gradi
L’innovazione della Supply Chain è un tema strategico. Come tale, non va affrontato per singoli segmenti, magari andando a correggere lacune evidenziate proprio dalla pandemia. Piuttosto, le aziende devono adottare una visione ampia, che inquadri i processi, con tanto di divisioni e attori coinvolti, evidenzi lacune e criticità e poi proceda con una riprogettazione abilitata dalle tecnologie moderne, da piattaforme connesse e innovative. Non è un caso che, dopo la crescita esponenziale di IoT (Internet of Things), anche tecnologie come intelligenza artificiale (AI), l’automazione robotica (RPA) e blockchain si stiano facendo strada nel mondo della Supply Chain: la prima, soprattutto in ambito di pianificazione e monitoraggio di filiera, Robotic Process Automation (RPA) per l’automazione dei processi rule-based, blockchain in modo più trasversale come infrastruttura sicura e affidabile per la gestione e lo scambio delle informazioni.
Riprogettare i processi orchestrando il giusto mix tecnologico
Come approcciare, quindi, un percorso di innovazione della Supply Chain? Di sicuro, non bisogna partire dalle tecnologie, per quanto affascinanti possano essere e promettano risultati eccelsi. «Si tratta in effetti di un approccio piuttosto limitante – afferma Luca Boselli, Sales Director di Digital Technologies – che rischia di ‘distrarre’ le aziende dal loro vero obiettivo, cioè l’innovazione di processo finalizzata a resilienza ed efficienza. Prima bisogna analizzare il processo, capire come intervenire e innovare; poi, definire il mix tecnologico da adottare per raggiungere gli obiettivi prefissi».
Who's Who
Luca Boselli
Sales Director di Digital Technologies
Boselli ci conferma peraltro la forte accelerazione digitale data dalla pandemia in ogni ambito della Supply Chain, a partire da quello documentale, nel quale sono emerse durante il periodo di crisi molte lacune di maturità digitale delle imprese. Recuperando dati dell’era pre-pandemica (Osservatorio Digital B2b, PoliMI), si scopre infatti che solo il 20% delle imprese stesse usando il Documento di trasporto (DdT) digitale, a fronte di un’adozione massiccia della fatturazione elettronica determinata dall’obbligo di legge. Ma anche in quest’ultimo caso, c’è una grande differenza tra fare/ricevere fatture elettroniche e disporre di piattaforme connesse di fatturazione che, sfruttando tecnologie come RPA, semplificano il processo sia al personale dell’azienda che a tutti i soggetti con cui essa ha rapporti commerciali: fornitori, clienti, agenti e collaboratori, per esempio.
Una volta compreso come intervenire sul processo, bisogna avere un’esperienza e una competenza tali da poter progettare e orchestrare il giusto mix tecnologico a supporto del progetto: il massimo valore possibile non si ottiene solo dalla dematerializzazione documentale, dalla sensorizzazione dei macchinari industriali via IoT, dall’automazione dei flussi documentali attraverso la Robotic Process Automation o dall’impiego dell’AI per ottimizzare i percorsi dei mezzi di movimentazione, ma dal mix di tutte queste tecnologie indirizzate a un obiettivo definito.
Verso un vero e proprio ecosistema digitale
Con l’attività di consulenza e le soluzioni tecnologiche tailor-made che realizza per i suoi clienti, Digital Technologies mira a costruire dei veri e propri ecosistemi digitali finalizzati a massimizzare efficacia, efficienza e ritorno dell’investimento.
Per definizione, gli ecosistemi digitali si basano su quel concetto di mix e sinergia tecnologica di cui sopra. A tal proposito, Boselli fa un esempio legato al mondo delle operations: «partendo da linee produttive sprovviste di macchine evolute possiamo introdurre dei sensori che acquisiscono dati di esercizio e, contestualmente, creare algoritmi che ci facciano capire perché vengono prodotti degli scarti, così da prevenirli in modo efficace. Non dimentichiamo che, in certi ambiti produttivi, ridurre gli scarti del 2% o del 3% equivale a milioni di pezzi. Un’analisi di questo tipo non si può realizzare in forma manuale, ed è qui che – partendo dai dati dell’IoT – vengono in soccorso tecnologie di Intelligenza Artificiale e Machine Learning. Grazie a enormi potenze di calcolo, queste tecnologie sono in grado di creare correlazioni e quindi trovare soluzioni ottimali al problema». In chiave di ecosistema digitale, a tutto questo si può poi agganciare la Robotic Process Automation per automatizzare operazioni ripetitive, oppure fondere RPA con AI rendendo lo strumento in grado di prendere decisioni autonome, fino ad arrivare alla robotica vera e propria con sistemi automatizzati che affiancano e lavorano insieme all’uomo (cobot) in attività pesanti, ad alto rischio o in condizioni ambientali pericolose. Considerazioni del tutto analoghe si possono rivolgere al mondo dei trasporti e della logistica di magazzino, sempre più automatizzata e basata su mezzi di movimentazione orchestrati da piattaforme intelligenti (WMS) in grado di ottimizzare i percorsi e accelerare end-to-end i processi di magazzino. Gli use case e gli esempi concreti di mix tecnologici in grado di rivoluzionare la Supply Chain potrebbero essere pressoché infiniti.
Dal canto suo, Digital Technologies nasce proprio per semplificare ciò che è nativamente complesso, e non c’è nulla di così complesso come l’universo della Supply Chain. Lo stesso Boselli, infatti, identifica come valore aggiunto dell’azienda la sua capacità di «tradurre la complessità intrinseca della Supply Chain, che è data da un’eterogeneità di processi, di attori e anche di sistemi stratificati nel tempo, in soluzioni efficaci che semplificano questo mondo e rendono efficienti le imprese. Lo facciamo con passione e grande expertise tecnologica, ma soprattutto con un’avanzata conoscenza dei processi, che ci permette di creare valore tangibile per i nostri clienti».