SOSTENIBILITÀ

Imprese circolari, lo stato dell’arte del manifatturiero italiano nel percorso verso un business sostenibile

Il Laboratorio RISE dell’Università degli Studi di Brescia ha ideato C-Readiness, uno strumento in grado di analizzare il livello di sostenibilità delle aziende del Paese, la capacità di sperimentare nuovi modelli operativi e trasformare le Supply Chain. Lo studio mostra che la strada è ancora lunga

Pubblicato il 22 Set 2023

Imprese circolari

Business e sostenibilità rappresentano un binomio che oggi diventa difficilmente scindibile. È un dato di fatto che impone alle imprese di assumere una precisa posizione al riguardo: integrare le questioni ambientali nella loro strategia e operatività accelerando così il passaggio all’Economia Circolare, o rimanere ancorate a un modello lineare di produzione e crescita economica, accettandone i relativi rischi.

Ma adottare un approccio sostenibile è tutt’altro che semplice. E come qualsiasi processo di Change Management si decida di implementare, anche in questo caso non mancano le sfide che il manifatturiero italiano deve essere in grado di affrontare, che riguardano principalmente lo sviluppo di nuovi strumenti, risorse e competenze – oltre che di un generale mindset orientato all’innovazione.

Volendo fare il punto della situazione, quanto oggi possono definirsi circolari le imprese manifatturiere italiane? Per rispondere a questa interrogativo il Laboratorio RISE dell’Università degli Studi di Brescia ha ideato C-Readiness. Si tratta di un modello ma anche di uno strumento in grado di inquadrare lo stato attuale del manifatturiero italiano in materia di circolarità, evidenziare i progressi fatti sul sentiero verso l’Economia Circolare, la sperimentazione di nuovi modelli di business e la trasformazione delle Supply Chain.

L’indagine ha coinvolto un campione di 144 aziende del Paese, con il contributo di oltre 200 manager che hanno risposto a 33 domande a scelta multipla, raggruppate in 6 aree di valutazione che seguono il ciclo di vita di un prodotto generico e la relativa catena del valore: struttura prodotto, processi produttivi, modelli di business, Supply Chain, rigenerazione, cultura green.

Imprese circolari in Italia, cosa dicono i dati

I risultati rivelano che, in generale, le aziende manifatturiere italiane sono ancora poco mature rispetto al paradigma dell’Economia Circolare: il C-Score, punteggio medio di circolarità del campione analizzato, è di 45 punti su 100. Ciò significa che oltre il 70% delle aziende esaminate ha ottenuto un punteggio di circolarità inferiore a 50 punti.

Numeri simili evidenziano la complessità di una completa transizione verso l’Economia Circolare da parte del settore produttivo italiano, e quanto gli sforzi avviati richiedano tempi medi-lunghi per portare a risultati significativi. Una sfida non da poco.

Analizzando i risultati rispetto alla dimensione dell’azienda, emerge chiaramente come le imprese più grandi siano anche le più mature per avviare un percorso verso un’Economia Circolare, ottenendo un C-Score mediamente superiore (54 punti) rispetto alle controparti di medie (44 punti) e piccole dimensioni (40 punti).

Entrando più nel dettaglio, le aziende coinvolte nell’analisi, sono risultate più pronte per quanto riguarda la progettazione dei prodotti (punteggio medio di circolarità pari a 63 punti), in cui il design Made in-Italy svolge un ruolo cruciale, e nelle buone pratiche green trasversali (punteggio medio pari a 56 punti).

Tuttavia, c’è ancora molto da lavorare in merito al miglioramento dei modelli di business (punteggio medio 27 punti), sperimentando modelli As-a-Service, e sulla gestione del fine vita e rigenerazione (punteggio medio 35 punti).

Indice di maturità delle aziende italiane rispetto ai temi della circolarità
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Fonte: Laboratorio RISE Università di Brescia, 2023

I settori più green

Ma quali sono in Italia i settori più circolari? Sempre i dati del Laboratorio RISE rivelano che settori ad alto impatto ambientale e da tempo soggetti a normative più stringenti come l’industria chimica, il settore metallurgico, l’edilizia e il settore automotive hanno ottenuto mediamente dei punteggi di circolarità più alti di altri settori come quelli dell’impiantistica e delle macchine utensili, delle lavorazioni meccaniche conto terzi o della componentistica meccanica, elettrica ed elettronica. Questi ultimi sono, infatti, meno soggetti a vincoli normativi diretti e meno in contatto con le spinte green del cliente finale.

Fonte: Laboratorio RISE Università di Brescia, 2023

Come incrementare la circolarità delle imprese

Come è quindi possibile incrementare la circolarità di un’azienda? È necessario, suggeriscono gli esperti del Laboratorio RISE, procedere per step. Tra le azioni da intraprendere rientrano:

Riprogettazione del design e della struttura dei prodotti

Riprogettazione del design e della struttura dei prodotti favorendo principi di mono-matericità, la standardizzazione, la modularità, la disassemblabilità e l’utilizzo di materie prime seconde, di materiali durevoli e riciclabili.

Riconversione dei processi produttivi

Successivamente è necessario riconvertire i processi produttivi incrementandone l’efficienza ed eliminando scarti e sprechi di produzione anche attraverso meccanismi di simbiosi industriale, aumentare ulteriormente l’energia autogenerata o proveniente da fonti rinnovabili.

Implementazione di nuovi modelli di business

Diventa, inoltre, necessario ripensare i modelli di business verso forme As-a-Service o modelli alternativi di utilizzo come lo sharing, il leasing ed il Pay-per-Use, nelle quali la proprietà rimane in capo al fornitore.

Riconfigurazione della Supply Chain

La riconfigurazione della Supply Chain è un’altra fase importante, dove è necessario ottimizzare le fasi di approvvigionamento dei materiali e di distribuzione dei prodotti finiti non solo dal punto di vista economico ma anche ambientale, prediligendo mezzi di trasporto e packaging a basse emissioni, e impostando un metodo di selezione e valutazione dei fornitori che consideri anche criteri di tipo ambientale e sociale.

 Aree oggetto di possibili interventi di efficientamento
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Fonte: Laboratorio RISE Università di Brescia, 2023

Reverse Logistics

Al contempo è necessario attuare meccanismi di Reverse Logistics per il recupero dei prodotti a fine vita e sperimentare nuove forme di collaborazione con tutti gli attori della filiera per la creazione di un vero e proprio ecosistema circolare.

Per migliorare la gestione del fine vita dei prodotti è necessario infine introdurre delle iniziative di recupero componenti e materiali per un loro riutilizzo e rigenerazione.

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