Un ottimo Warehouse Management System ha indubbie doti di flessibilità. A seconda dell’attività dell’azienda, del settore in cui opera e dei suoi modelli operativi, il sistema gestisce i flussi logistici come l’accettazione, lo stoccaggio, il picking e la spedizione della merce. Nella fattispecie, il termine ‘gestione’ ha in sé tutti i benefici del digitale, ed è quindi una vera e propria orchestrazione ottimizzata di flussi, task e attività a beneficio del personale del magazzino, dei supervisori e del management aziendale.
Nonostante il contesto più comune sia quello delle aziende di produzione diretta – che devono gestire al meglio lo stock nei propri magazzini – la flessibilità dei WMS permette loro di gestire al meglio anche le esigenze dei trasportatori e della logistica conto terzi, che ha i suoi processi logistici e le sue peculiarità da governare. Ciò che non cambia rispetto alla fattispecie più comune sono gli obiettivi: efficienza, meno tempi e costi dei processi, zero errori e sfruttamento ottimale degli spazi logistici.
Stesi e Guerra Graziano Trasporti: un caso di successo
Per scoprire in che modo un WMS possa integrarsi nel settore della contract logistics, Stesi ci ha illustrato il progetto con cui ha modernizzato i flussi logistici di Guerra Graziano Trasporti, azienda che opera da più di 20 anni nel settore dei trasporti stradali e della logistica conto terzi, con hub di proprietà, sistemi di tracciabilità e un ampio parco di mezzi a disposizione.
«Se il 90% dei magazzini deve gestire al meglio temi relativi al picking, all’ottimizzazione e all’accorpamento delle missioni – ci spiega Emilio Collot, Sales Manager di Stesi – in questo settore gli argomenti per cui serve un ottimo WMS sono principalmente la gestione del conto deposito e il cross docking».
Who's Who
Emilio Collot
Direttore commerciale di Stesi
Semplificando, il primo è il caso in cui il cliente affida il proprio stock a un trasportatore o a un distributore, che lo custodisce nel suo magazzino per poi prelevarlo e portarlo a destinazione in un secondo momento; nel cross docking, invece, il trasportatore preleva la merce e la smista il più rapidamente possibile all’interno dei propri hub logistici, facendola ripartire verso la destinazione finale. Le due fattispecie, per quanto comuni nel mondo dei trasporti e della contract logistics, hanno peculiarità importanti: nel primo caso, il prodotto viene stoccato nei magazzini dell’azienda, nel secondo – di norma – no. Ciò che invece li accomuna, e al tempo stesso li separa dalle imprese di produzione, è la necessità di integrare il WMS non più (o non solo) con l’ERP, che opera in termini di ordini dei clienti e di ordini di produzione, ma con i TMS – Transportation Management System, che di fatto creano e organizzano le tratte per ottimizzare ritiri e consegne, mantenendo al minimo i costi.
L’esigenza di coordinare WMS e TMS
Il Transportation Management System è usato da tutti i trasportatori. Ciò che potrebbe mancare è l’interfaccia con il WMS, che però è fondamentale per ottimizzare tutta la parte interna del processo di lavoro. Se il TMS “decide” che certi ordini faranno parte di un determinato viaggio in partenza a un’ora precisa, il WMS accelera e ottimizza tutte le attività logistiche necessarie per rispettare le indicazioni del TMS. Nel caso del conto deposito, ciò significa ottimizzare il picking dei prodotti, mentre nel cross docking il WMS smista le unità in ingresso verso i canali giusti in uscita, in modo indipendente dal loro contenuto e in tempo reale, ovvero senza necessità di creare aree di transito o di stoccare temporaneamente la merce in magazzino.
Nel caso di Guerra Graziano Trasporti, la gestione della logistica interna era basata su file Excel. L’operatore di magazzino riceveva l’elenco dei viaggi con indicazione precisa delle merci da predisporre, ma non aveva un riscontro preciso sull’ubicazione della merce stessa, sulla quantità e la tipologia. Ciò portava a inevitabili inefficienze in termini operativi, ovvero di tempi necessari per recuperare le merci, nonché a potenziali errori legati alle lavorazioni manuale e a task ripetitivi e a basso valore aggiunto, come la trascrizione manuale di dati nei sistemi dell’azienda.
La soluzione di Stesi: SilwaGo
La soluzione proposta da Stesi è una declinazione del proprio Supply Chain Management System Silwa: «Per massimizzare l’efficienza di questi flussi logistici – ci spiega Collot – abbiamo utilizzato SilwaGo, una versione dedicata della nostra suite e opportunamente configurata per gestire al meglio le esigenze di questo settore merceologico. Non c’è stato bisogno di creare un prodotto nuovo, abbiamo semplicemente dato risalto a questi flussi attingendo a funzionalità e strumenti che erano già presenti e ottimizzati all’interno di Silwa».
Come già sottolineato, un altro aspetto fondamentale del progetto è stata l’integrazione di SilwaGo con il TMS utilizzato dall’azienda, che di fatto ha creato un sistema sinergico tra la componente di trasporto e quella della logistica interna, indirizzando le due fasi verso un unico concetto di efficienza abilitata dal digitale. Oggi, chi opera in magazzino ha una visibilità totale sulle attività propedeutiche ai trasporti e sa come ottimizzarle, essendo fedelmente guidato dal WMS e dai terminali mobile a disposizione degli addetti.
Per quanto centrale, l’efficienza dei processi aziendali non è stato però l’unico beneficio, poiché la digitalizzazione ha portato anche ad un miglioramento dell’employee experience – non più condizionata da inefficienze e task ripetitivi – e della soddisfazione dei clienti, con consegne sempre più precise e tempestive.
Il progetto getta inoltre le basi per una crescita organica e strutturata del servizio logistico che permetterà l’integrazione e l’interazione di nuove tecnologie e mezzi e l’ampliamento verso altre strutture.