Il consolato italiano a Parigi è il primo ente amministrativo italiano a lanciare una gara d’appalto telematica rivolta a fornitori esteri secondo gli standard del progetto europeo Peppol (Pan-European Public Procurement On Line).
L’iniziativa, proposta nel 2008 dalla Commissione europea, punta a promuovere l’imprenditorialità e l’innovazione nei paesi dell’Unione, facilitando la partecipazione delle imprese ai processi di appalto elettronici, sia a livello nazionale che internazionale. La gara del consolato italiano, rivolta a fornitori francesi, è stata realizzata attraverso la piattaforma Acquisti in Rete.
La piattaforma Peppol
L’obiettivo del Peppol è permettere a qualsiasi operatore economico dell’Ue di partecipare alla gara d’appalto elettronica di una pubblica amministrazione di qualsiasi stato membro, inviando le attestazioni per la partecipazione e le proprie offerte, ricevendo ordini e emettendo fatture, tutto in formato elettronico e con la possibilità di firmare digitalmente i documenti.
Le prime iniziative di gare digitali fra Paesi membri danno linfa vitale al progetto dell’l’Unione Europea affinché entro il 2016 tutti gli acquisti pubblici vengano gestiti attraverso l’e-procurement.
L’e-Procurement nel Vecchio Continente
Si stima che il mercato procurement europeo sia maggiore di 2.000 miliardi di euro. Tenendo conto di questa cifra, un risparmio di anche solo il 5 % equivarrebbe a circa 100 milioni di euro all’anno. Questi risparmi potrebbero massimizzare l’efficienza della spesa pubblica. Nonostante questi notevoli benefici l’e-Procurement è utilizzato soltanto nel 5-10% delle procedure di procurement. Proprio per questo motivo l’Agenda Digitale Europea e l’eGovernment Action Plan 2011-2015 hanno sottolineato l’importanza di far entrare le tecnologie e-procurement di forza nel mercato. La Commissione Europea ha l’obbiettivo di far diventare l’e-procurement la norma e non l’eccezione e la tecnologia diventerà il metodo standard per il procurement.
Il percorso vero l’e-Procurement europeo
L’adozione stabile dell’e-procurement sarà supportata attraverso diverse modalità. Prima di tutto, entro il 2014, le comunicazioni delle procedure di procurement pubblico dovranno essere pubblicate online nel modo più veloce e più semplice possibile. Inoltre, per una maggiore coerenza e sicurezza legale nelle procedure tra paese e paese, il database online CERTIS (che contiene il il censimento dei numerosi documenti e certificati che le aziende devono fornire per partecipare al procurement pubblico negli stati membri) diventerà, due anni dopo queste direttive, un passaggio obbligatorio per gli acquisti pubblici.
Per le firme elettroniche occorre attendere, infatti l’accordo legale su questo punto tra gli Stati membri, atteso per la seconda metà del 2012. Entro tale data vi sarà una completa interoperabilità tra i sistemi e un certificato UE per le firme riconosciuto in ogni Stato membro.
Le misure per fare in modo che si vada verso un e-Procurement europeo il più rapidamente possibile e che saranno messe in atto entro la metà del 2013 sono le seguenti:
- Supportare finanziariamente e tecnologicamente lo sviluppo della struttura di e-procurement attraverso programmi e fondi europei
- Identificare e condividere le best practice nell’area dell’e-Procurement
- Monitorare il livello di benefici portati dalla tecnologia
- Implementare una strategia di comunicazione capillare per informare chi si occupa di procurement sulle opportunità e sui benefici che l’e-Procurement offre.