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Fattura elettronica: è l’ora di coinvolgere PMI e professionisti

Nel 2015 si lavorerà anche per motivare quei soggetti che finora hanno fatto resistenza, con semplificazioni fiscali e amministrative, e strumenti gratuiti di compilazione e conservazione per chi emette poche fatture all’anno verso la PA

Pubblicato il 19 Feb 2015

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Nel 2015 si completerà il grande viaggio della fattura elettronica: non solo nelle norme, ma anche nelle loro attuazioni pratiche. È quanto ci si aspetta da quest’anno, dato che il 2014 è stato di rodaggio, tutto sommato ben riuscito, per questa novità: l’obbligo a scambiare fatture solo in formato elettronico con le pubbliche amministrazioni centrali.

È certo già nota ai nostri lettori la prima svolta in arrivo nel 2015: a marzo l’obbligo è esteso alle pubbliche amministrazioni locali. Il percorso si completa, quindi. Ma non è solo questo.

Sempre per restare sul piano delle norme, sono prevedibili semplificazioni fiscali a vantaggio di chi fa fatture elettroniche. È un esito immaginabile se leggiamo l’ultima Delega Fiscale, il documento con cui “il parlamento rimanda al governo il compito di intervenire sul sistema fiscale per renderlo equo, trasparente e orientato alla crescita”. Qui l’articolo 9 spinge verso la semplificazione fiscale attraverso lo stimolo all’estensione della Fatturazione Elettronica nei rapporti tra imprese. Ci si può attendere insomma, dal Governo, un taglio degli adempimenti amministrativi e contabili.

Ma non è solo un discorso di norme. Nel 2015 si lavorerà anche per guidare verso la fattura elettronica quei soggetti che finora hanno fatto resistenza. E cioè soprattutto PMI e professionisti.

È di fine 2014 una polemica lanciata dal Cndcec, il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. «Ci corre l’obbligo di segnalare come la fatturazione elettronica potrebbe tramutarsi per i professionisti in un nuovo, pesante onere e per le imprese, specie le più piccole, in un costo significativo», aveva detto il presidente Gerardo Longobardi. «Basti pensare che l’onere che le piccole aziende sostengono attualmente per la conservazione sostitutiva delle fatture elettroniche oscilla da un minimo di cinque ad un massimo di quindici euro per ogni documento emesso».

Gli esperti hanno fatto subito notare che erano prezzi fuori mercato (in realtà si viaggia su cifre cinque volte inferiori e spesso con formule flat). Ma, soprattutto, è un errore considerare la fattura elettronica come ulteriore burocrazia, invece di apprezzarne i vantaggi, associati alla transizione al digitale.

L’Agenzia per l’Italia Digitale, con Unioncamere, lavorerà in questi mesi anche per divulgare la conoscenza di questi benefici presso le aziende. È consapevole però che non sia sufficiente fare opera di formazione e convincimento. Bisogna guardare anche alle esigenze di quelle piccole realtà che fanno solo poche fatture all’anno verso la PA.

Per le PMI che ne emettono meno di 25 all’anno, c’è uno strumento gratuito, fornito da Infocamere e promosso dall’Agenzia. «Ci rendiamo conto però che c’è una lacuna da colmare, che riguarda i professionisti», anticipano alla nostra newsletter dall’Agenzia per l’Italia Digitale. «Stiamo spingendo perché Infocamere estenda anche a loro il proprio strumento; in contemporanea, stiamo contattando aziende private che potrebbero pubblicarne uno analogo, sempre per professionisti che facciano meno di 25 fatture all’anno. Ovviamente, il professionista potrà usare questi strumenti solo per le proprie fatture e non per quelle di clienti».

La facilità e i vantaggi di fare fatture elettroniche dovrebbero insomma aumentare nel 2015, proprio mentre l’obbligo si completerà abbracciando tutte le pubbliche amministrazioni.

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