Un altro importante passo è stato fatto sulla strada dell’interoperabilità dei sistemi tra i Paesi europei. È stato infatti unanime e positivo il voto finale sullo Standard sulla fatturazione elettronica e sulla specifica di un elenco ristretto di sintassi (formati) che dovranno essere accettati da tutte le PA europee col recepimento della Direttiva 2014/55/UE. Entrambi i documenti sono stati approvati dal Comitato CEN, European Committee for Standardization, uno dei 3 enti di standardizzazione riconosciuti dell’Unione Europea, come riporta Andrea Caccia, Presidente CEN/TC 434 sulla fatturazione elettronica, in un recente articolo di Agenda Digitale.
Tra qualche settimana i riferimenti saranno pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale UE con una Decisione della Commissione e potranno, quindi, partire i termini previsti per il recepimento da parte di tutti gli Stati membri dell’Unione pari a 18 mesi per le PA centrali e 30 mesi per quelle locali.
La Direttiva 2014/55/UE, partendo dal riconoscimento che i formati in uso sono molteplici e che nessuno di questi prevale, propone una soluzione basata sullo sviluppo di un insieme di documenti di normazione tecnica.
Entrando nello specifico dei due documenti approvati, il primo riguarda la definizione di un modello di dati semantico degli elementi essenziali della fattura, la “core invoice”, che consente di rappresentare il contenuto della fattura in grado di supportare qualsiasi formato e le traduzioni tra formati diversi, garantendo nel contempo la possibilità di ottenere la conformità con le norme fiscali di qualsiasi Stato dell’UE. L’obiettivo è raggiungere un ottimo grado di convergenza, pur preservando gli investimenti già fatti, spesso verticalmente, nell’ambito dei vari settori o filiere.
Il secondo documento riguarda, come già detto, la definizione di una lista limitata di sintassi standard, per ognuna delle quali sarà presto pubblicata dal CEN anche la specifica corrispondenza sintattica con il modello core, e che tutte le PA europee saranno obbligate ad accettare.
Infine, entrambi concorrono a semplificare i processi e favoriscono la nascita di software e servizi a supporto della digitalizzazione dei relativi processi, e una complessiva riduzione del costo dei servizi associati grazie alla competizione su scala europea, ad oggi impossibile con Fattura PA.
Quale sarà l’impatto per l’Italia?
La Direttiva in sé introduce degli obblighi solo in capo alle Pubbliche Amministrazioni, rendendo obbligatoria la ricezione di fatture elettroniche se sono rispettate alcune condizioni tecniche, e riconosce il potere delle autorità nazionali di istituire obblighi a livello nazionale, come già avvenuto in Italia e in alcuni paesi europei, a inviare alla PA solo fatture elettroniche. Nel nostro Paese, infatti è stato imposto un formato proprietario nazionale, Fattura PA, utilizzabile solo per digitalizzare il documento fattura e inutilizzabile per scambi intracomunitari o extra UE, che se da un lato ha consentito una partenza rapida, dall’altro consente una digitalizzazione solo parziale che non permette di massimizzare i benefici e che può portare, in alcuni casi, addirittura a un peggioramento della performance complessiva costringendo le imprese a gestire in parallelo diverse modalità.
Il nuovo approccio sarà più strutturato e supererà tutti i limiti del formato proprietario nazionale, basandosi sull’utilizzo di standard ed esperienze già adottati in ambito internazionale, già implementati in molte realtà pubbliche e maturati in Europa col progetto PEPPOL. Anche se la Direttiva indirizza solamente la fattura elettronica, questa viene correttamente contestualizzata come snodo tra i vari processi che si basano su di essa consentendo un percorso di progressiva digitalizzazione di tutti i processi che stanno a monte della fattura (es. ordini, conferme e documenti di trasporto) e a valle (sistemi di pagamento, factoring, trasmissione dei dati ai fini fiscali).
Si avranno così ricadute positive in termini di risparmi, grazie alla maggiore efficienza e capacità di controllo ai fini di lotta all’evasione che di migliore allocazione delle risorse nella gestione della spesa pubblica, e di supporto al processo di dematerializzazione dei processi delle imprese.