La seconda scadenza dell’obbligo per la Fatturazione Elettronica – il 31 marzo 2015 – si sta avvicinando, e gli enti che ancora non si sono conformati – le “restanti” PA Centrali e, soprattutto, quelle Locali – si stanno preparando.
Si aprono così interessanti prospettive di sviluppo, soprattutto dal punto di vista dell’evoluzione digitale in Italia che, secondo l’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione del Politecnico di Milano, può seguire un percorso logico che si snoda in cinque “prossimi passi” che coinvolgono la PA, le imprese e – più in generale – l’intero Sistema Paese:
- dal semplice “fare” Fatturazione Elettronica al “fare bene” Fatturazione Elettronica, sia dal punto di vista delle PA sia da quello dei loro fornitori, per massimizzare il beneficio raggiungibile;
- dal “fare bene” Fatturazione Elettronica all’integrare la fase di Fatturazione con quella di Pagamento, per ridurre i tempi e/o abilitare modelli efficaci per l’accesso al credito;
- dall’integrazione Fatturazione-Pagamento alla copertura più ampia di tutto il ciclo dell’ordine, per estendere le opportunità della Digitalizzazione all’intero processo di relazione cliente-fornitore;
- dalla copertura dell’intero ciclo dell’ordine all’utilizzo della Fatturazione Elettronica come strumento di semplificazione per abbattere i costi della burocrazia che gravano sulle imprese (per esempio, legati a comunicazioni e adempimenti);
- dalla semplificazione burocratica all’apertura culturale verso nuovi modelli organizzativi e nuovi modi di lavorare abilitati dall’adozione delle tecnologie digitali, per rendere sempre più concreti e infrastrutturali i propositi dell’Agenda Digitale Italiana.
Tutto questo ovviamente ha delle ripercussioni da un lato sui processi delle imprese – che devono adottare un nuovo modello per emettere e archiviare le fatture – dall’altro sulle PA, che devono gestirne la ricezione, la verifica e la conservazione.
Ma, pur a fronte di uno sforzo iniziale, i benefici perseguibili sono rilevanti. Secondo le stime dell’Osservatorio la sola Fatturazione Elettronica lato PA, come abbiamo già evidenziato in passato, consente di risparmiare circa 17 € per ogni singola fattura ricevuta, in particolare 14 euro per il minor impiego di manodopera e 3 euro per la riduzione dei materiali e dello spazio utilizzato. Lato imprese, la singola organizzazione può risparmiare circa 3-8,5 €/Fattura in caso di interscambio di flussi di dati strutturati, cioè in formato direttamente elaborabile dai sistemi informativi aziendali. Se poi si guarda all’intero Ciclo dell’Ordine – di cui la Fatturazione Elettronica è uno dei componenti – dalla sua digitalizzazione è possibile perseguire risparmi di efficienza fino a 6 volte superiori, raggiungendo benefici compresi tra i 25 e i 65 €/ciclo per la singola organizzazione, cliente o fornitore.
Il passaggio alla Fatturazione Elettronica verso la PA, quindi, potrà anche richiedere qualche sforzo iniziale e in alcuni casi potrà anche avere un impatto rilevante e complicato da gestire, in quanto stravolge procedure e abitudini consolidate; allo stesso tempo, rappresenta però anche un’ottima occasione per provare a portare un importante stimolo digitale verso il nostro Paese, soprattutto nell’ottica di recuperare competitività.