Adesso possiamo dire che la fatturazione elettronica è partita davvero in Italia, a tutti gli effetti: dato che è finito il 6 settembre il periodo di transizione, durato tre mesi, e che ci siamo messi alle spalle il grosso delle difficoltà del rodaggio. Altre ne sorgeranno, certo, in particolare man mano che procederà l’adeguamento delle pubbliche amministrazioni locali; ma già ci sono gli elementi per fare un primo bilancio.
Ebbene, al 30 agosto hanno superato quota 31 mila gli uffici pubblici che si sono iscritti all’Indice Pa. Com’è noto, l’iscrizione è un passo necessario per ricevere fatture elettroniche dalle imprese. Gli uffici erano 30 mila al 30 giugno. Anche se l’obbligo riguarda – dal 6 giugno – solo le pubbliche amministrazioni centrali, tra gli uffici iscritti all’Ipa sono già 12.170 quelli relativi ad amministrazioni locali, che quindi hanno deciso di anticipare l’adesione alla fattura elettronica rispetto ai termini di legge. Per le Pa locali, infatti, l’obbligo scatterà il 31 marzo 2015. La data del 6 settembre segna invece la fine della fase iniziale, di transizione: dal 7 settembre lo Stato non deve più pagare i fornitori che utilizzino fatture cartacee.
Ad oggi, hanno appena superato quota 400 mila le fatture elettroniche inviate alla Pa, attraverso il Sistema di Interscambio. Un altro numero significativo è quello degli accessi, delle aziende, alle informazioni di Ipa in modalità open data: da gennaio 2014 al 30 giugno 2014 è passato da quota 5.505 a 17.485. «La forte crescita conferma non solo l’interesse delle aziende per questi dati, ma anche la facilità e la trasparenza di accesso. Questo è peraltro un primo significativo esempio di utilizzo, per attività economiche, di strutture dati open data», spiegano dall’Agenzia per l’Italia digitale.
Il Sistema di Interscambio (SdI) dal 1 al 30 luglio ha inoltrato alla Pa 143.810 fatture elettroniche: un numero cinque volte superiore a quello dei primi 25 giorni (6-31 giugno).
Altri numeri indicano invece che ci sono ancora aspetti da migliorare. A luglio, l’Sdi ha rifiutato una fattura su quattro, poiché formalmente errate e quindi non inoltrabili alla pubblica amministrazione: pari a 52.521 fatture. Ecco perché l’Agenzia delle Entrate, per aiutare le aziende a una corretta compilazione, ad agosto ha pubblicato su Fatturapa.gov.it i “Suggerimenti di compilazione della fattura elettronica”.
Un miglioramento è prevedibile anche grazie alla versione 1.1 del formato della FatturaPA, pure pubblicato ad agosto: “recepisce osservazioni e suggerimenti degli utenti per una migliore rappresentazione del documento”, si legge nel sito. Il Sistema di Interscambio supporterà la nuova versione a partire dal 2 febbraio 2015. “Fino a tale data le fatture dovranno pervenire all’SdI nel formato v1.0”.
Nel frattempo, l’Agenzia sta lavorando con le Pa locali per guidarle in questa fase di passaggio. Ha cominciato a settembre a monitorarne i progressi. Un altro fronte problematico riguarda le piccole imprese artigiane e i professionisti che fanno solo poche e rare fatture alle pubbliche amministrazioni e che non hanno i mezzi economici per adeguarsi all’obbligo. L’Agenzia sta pensando di avviare, con Unioncamere, alcune iniziative per aiutare questi soggetti.