L’Agenzia per l’Italia digitale continua nel suo lavoro di proposta di strumenti che permettono ai soggetti più piccoli e meno strutturati di fare fatturazioni elettroniche e conservarle gratis.
La prima è sviluppata dall’Arma dei Carabinieri e la seconda è di Lait-Regione Lazio. «I Carabinieri avevano il problema di permettere di leggere le fatture elettroniche a tutti i propri 5 mila uffici, a volte posti in località sperdute e poco attrezzate. Dove magari c’è solo un carabiniere a svolgere tutti i compiti», spiega Maria Pia Giovannini, che si occupa di questo settore per l’Agenzia. «Allora ha sviluppato un servizio che prende il file Xml della fattura e lo rende documento leggibile anche in modo tradizionale. A occhi umani, diciamo». Il servizio è ora di dominio pubblico e servirà «alle pubbliche amministrazioni o alle piccole aziende i cui sistemi non sono ancora totalmente automatizzati. Per esempio, può capitare che siano attrezzati per scambiare fatture elettroniche con la PA, ma poi vogliano farle leggere anche a dipartimenti ancora non attrezzati in via automatica. Il servizio dell’Arma risolve il problema».
Il software di Lait (in realtà sono due applicazioni web con licenza open source) si rivolge invece solo alle pubbliche amministrazioni. Consente di comporre una fattura secondo lo standard FatturaPA. Aiuta insomma le pubbliche amministrazioni meno attrezzate. «Certo non avremmo potuto fornire il software anche ai privati: avremmo fatto una distorsione al mercato e anche un danno erariale».
Per i privati ci sono altri due strumenti, che non sono software ma servizi web e hanno alcune limitazioni di utilizzo. Sul Mercato elettronico della PA (MePA) c’è un servizio gratuito di compilazione, emissione, trasmissione e conservazione della fattura elettronica PA. «Bisogna però essere fornitori accreditati al MePA. Per coloro che non lo sono, perché magari hanno interazioni solo sporadiche con la Pubblica Amministrazione, c’è invece il servizio gratuito sul sito di Infocamere. Con il limite di 24 fatture l’anno».
«Insomma – dice Giovannini – non hanno giustificazioni coloro che si lamentano dei costi necessari per fare e conservare fatture elettroniche. È possibile evitarli in toto, se si è piccoli. E se si fanno più di 24 fatture l’anno significa invece che si è grandi e si ha il dovere, per avere rapporti con lo Stato, di attrezzarsi in modo strutturato sul fronte del digitale».
Tra le ultime attività di Agid c’è anche un continuo monitoraggio e sensibilizzazione dei Comuni, in vista della scadenza del 31 marzo 2015 (quando la fattura elettronica diventerà obbligatoria anche verso le Pa locali). L’Agid ha fatto finora due circolari di sensibilizzazione e due seminari webinar di supporto e assistenza agli enti locali. «Possiamo dire che la scadenza del 31 marzo è irrevocabile. Senza dubbio la rispetteremo, senza rinvii», dice Giovannini. Agid fornisce anche i dati aggiornati sulla fattura elettronica: il Sistema di interscambio ne ha gestite 1.073.574, di cui 403.976 a ottobre. Su MePA si sono attivate 9.191 imprese.