Analisi e ricerche

Tornano a crescere le nuove imprese in Italia, boom delle startup innovative

Nel 2014 il numero di “newco” sale (+2,3%) per la prima volta dopo tre anni, ottimo in particolare (+36%) il trend della componente che opera nei business hi-tech, iscritta nell’apposita sezione del Registro delle Imprese. In aumento anche i fondatori alla prima esperienza. I dati del primo Osservatorio congiunto Cerved-Italia Startup sull’imprenditoria in Italia

Pubblicato il 03 Giu 2015

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Nel 2014 in Italia dopo tre anni di contrazione è tornato a crescere il numero di nuove imprese, e anche quello delle persone alla prima esperienza imprenditoriale. In forte incremento (+36% rispetto al 2013) anche l’avvio di startup innovative, di cui oltre la metà opera in settori connessi all’informatica, alla ricerca e all’innovazione.

Questi i responsi più importanti del primo Osservatorio congiunto di Cerved e Italia Startup sull’imprenditoria in Italia, presentato da pochi giorni e nato con l’idea di analizzare le nuove aziende fondate nel nostro Paese (cioè iscritte in Camera di Commercio e non collegate ad attività preesistenti) e i loro fondatori.

Scendendo più in dettaglio, nel 2014 il numero di nuove imprese è tornato a crescere per la prima volta dal 2011: ne sono nate 275 mila, il 2,3% in più del 2013. Un dato confortante, anche se ancora lontano dai livelli di dieci anni fa: nel 2004 erano nate in Italia 330mila nuove imprese. A fianco alla “ripresa” della natalità continua a crescere la preferenza da parte degli imprenditori per forme giuridiche sofisticate. Mentre infatti scende il numero di nuove imprese individuali e società di persone, le nuove società di capitali sono cresciute del 15,8% rispetto al 2013, e sono ormai il 30% delle nuove imprese, contro il 21% del 2004. L’impennata è dovuta soprattutto al successo della forma SRL semplificata.

Il numero di “newco” risulta in aumento in tutta Italia, con tassi di crescita maggiori nel Nord Ovest (2,9%) e nel Mezzogiorno (2,8%), rispetto al Centro (+1,8%) e al Nord Est (+0,9%), l’area che più di tutte sembra faticare a uscire dalla crisi economica. L’analisi per settori fotografa un aumento delle nascite nel terziario, nell’industria e nell’edilizia, comparto in cui il numero di nuove imprese risulta però quasi dimezzato rispetto ai livelli pre-crisi. In calo invece le nuove attività nel campo utility (-14,3%) e nell’agricoltura (-1,4%).

Nel 2014 è cresciuto anche il numero di imprenditori alla prima esperienza, cioè che non avevano mai coperto cariche come titolari, soci o amministratori in altre imprese: sono 171 mila persone, in aumento di circa mille unità rispetto al 2013. Un contributo crescente proviene dagli stranieri, che hanno fondato più di un quarto delle nuove imprese avviate nel 2014. Altro elemento da sottolineare: oltre la metà dei nuovi imprenditori ha meno di 35 anni.

La parte congiunta con Italia Startup dell’Osservatorio riguarda specificamente le startup innovative, e cioè le realtà iscritte nell’apposita sezione speciale del Registro delle Imprese istituita nel febbraio 2013 con il Decreto “Crescita 2.0”.

Possono iscriversi a questa sezione, e definirsi “startup innovative”, le società di capitale non quotate costituite da meno di 48 mesi, con sede principale in Italia, giro d’affari inferiore a 5 milioni di euro dal secondo anno, che non distribuiscono utili, che producono o commercializzano prodotti o servizi innovativi, e che spendono più del 15% dei ricavi in ricerca e sviluppo (o impiegano ricercatori per oltre un terzo del personale).

A fine 2014, spiega l’Osservatorio, le startup innovative erano 3248, delle quali 1256 sono nate nel solo 2014 (+36% sul 2013). Più dell’80% delle startup innovative opera nel terziario, e in particolare circa la metà si occupa di produzione di software e consulenza informatica, e un altro 10% di servizi d’informazione e informatici come per esempio i portali web. Percentuali rilevanti di startup innovative risultano anche nei settori industriali (soprattutto fabbricazione di computer e meccanica), e nella ricerca scientifica.

L’analisi geografica evidenzia una forte eterogeneità regionale. In Italia nel 2014 sono nate 1,5 startup innovative ogni 100 società di capitale, ma si tratta di una media di dati molto diversi, dal 4,4% del Trentino allo 0,7% del Lazio. In particolare, Trento è la provincia a più alto tasso di startup innovative (6,6% delle nuove aziende), seguita da Trieste (6,4%), Ancona, Ravenna e Ferrara (4,1%): sono territori, sottolinea l’Osservatorio, che ospitano poli universitari, incubatori o progetti mirati allo sviluppo dell’innovazione.

I dati sui fondatori di startup innovative evidenziano alcune differenze rispetto alla media generale degli imprenditori delle società fondate nel 2014. C’è una maggiore incidenza di prima esperienza imprenditoriale (39% contro 30%), e una minor presenza femminile (18,4% contro 27,3%) e di stranieri: gli startupper nati all’estero sono solo 46 su oltre 3000. Infine chi fonda una startup innovativa è più giovane di chi costituisce una newco: nel 2014 oltre il 33% degli startupper aveva meno di 35 anni, contro il 28% medio degli imprenditori.

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