RICERCHE E STUDI

PMI e digitale: investimenti IT in cima alle priorità per il prossimo anno

Qonto ha rilasciato il suo report sullo stato di salute del business nelle piccole e medie imprese europee nel 2023. Nonostante le incertezze economiche, la tecnologia rappresenta l’area principale di spesa in molti Paesi. Convincono IoT e AI, mentre c’è scetticismo su Metaverso, Web3 e realtà virtuale

Pubblicato il 22 Dic 2023

PMI Europa

Lo stato di salute delle PMI in Europa è buono, nonostante il difficile scenario globale – che porta con sé più di qualche preoccupazione. E ci sono ottime prospettive anche per il prossimo anno. Gli investimenti tecnologia e l’acquisizione di nuovi clienti sono in cima alle priorità del 2024.

Questi sono i principali dati emersi da un report diffuso di recente da Qonto, azienda francese di Business Finance Management, che ha intervistato 500 senior decision maker di imprese italiane, francesi, spagnole e tedesche in merito alla percezione del futuro delle proprie attività. «È molto incoraggiante vedere il persistente ottimismo tra i business leader, nonostante il 2023 sia stato un anno pieno di sfide. Questo dimostra l’incredibile sforzo che hanno compiuto per far crescere le loro attività e il motivo per cui hanno bisogno di tutto il supporto possibile», afferma Mariano Spalletti, Managing Director di Qonto in Italia.

Le performance economico-finanziarie

Il 2023 è stato un anno positivo per le PMI europee, anche più del previsto: il 71% degli intervistati ha dichiarato che le performance aziendali hanno superato le aspettative, sostenendo di aver fatto “meglio” o “molto meglio” di quanto pensassero. Solo il 5% non ha raggiunto i target di business prefissati.

Sono dati che, nonostante le incertezze macroeconomiche in cui si stanno muovendo, permettono alle PMI d’Europa di entrare nel nuovo anno con una certa fiducia. Infatti, l’85% degli intervistati italiani, l’86% di quelli spagnoli, l’84% dei tedeschi e il 74% dei francesi, alla domanda sulla crescita dei ricavi prevista per il prossimo anno ha dichiarato di sentirsi “ottimista” o “molto ottimista”.

I principali problemi delle PMI in Europa

Ma gli ostacoli alla crescita non mancano: il principale è rappresentato dall’inflazione. Le aziende più colpite sono quelle tedesche, il 68% degli intervistati la cita come la principale barriera al raggiungimento di KPI più elevati nella propria impresa. Della stessa idea sono il 61% delle PMI spagnole e, rispettivamente, il 55% e il 50% di quelle francesi e italiane.

Anche lo sviluppo della domanda per i propri prodotti o servizi emerge come una delle principali sfide per il 57% delle aziende di tutti i paesi coinvolti nell’indagine: quasi un terzo del campione vede negli eventi geopolitici un motivo di preoccupazione da sommare a quelli citati.

Ma emergono anche ostacoli meno universali, che riguardano solo alcuni paesi. Il 38% degli imprenditori italiani e il 28% di quelli francesi citano la concorrenza straniera come un elemento di preoccupazione, dato che cala all’11% in Germania, dove invece il 42% degli intervistati identifica la difficoltà nell’acquisire talenti come uno dei principali limiti allo sviluppo del business. Un dato, questo, che scende al 6% in Spagna, dove invece la mancanza di finanziamenti è stato il secondo problema più spesso citato.

Anche la scarsa digitalizzazione rappresenta un aspetto rilevante per il 15% degli intervistati italiani e il 16% di quelli tedeschi, e infatti su questo fronte sono previsti forti investimenti per l’anno nuovo.

Le priorità per il 2024

Tecnologia e digitalizzazione sono tra le priorità di investimento delle PMI europee nel 2024. Per le organizzazioni tedesche e italiane, infatti, la prima leva di crescita su cui puntare è proprio lo sviluppo di nuove soluzioni digitali, mentre per quelle spagnole è al secondo posto, seguita da innovazione o miglioramento di prodotti esistenti.

Le imprese francesi invece si rivelano meno ottimiste rispetto alle opportunità offerte dalla digitalizzazione alle PMI e le priorità in termini di investimenti sono il Marketing e Comunicazione, il Servizio Clienti e le partnership, che vengono prima dell’area tecnologica.

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Le innovazioni più interessanti per le PMI europee

Se è vero che la digitalizzazione delle PMI europee rappresenta un vero e proprio driver di crescita del business, è vero anche che ci sono tecnologie su cui le aziende intervistate si rivelano più fiduciose e altre su cui hanno prospettive meno incoraggianti.

Più del 75% degli intervistati si dichiara “ottimista” o “molto ottimista” sui benefici che le nuove tecnologie possono portare alle loro imprese e su cui spiccano in particolare AI (Artificial Intelligence) e IoT (Internet of Things). Ma questo ottimismo non è riservato a tutte le applicazioni digitali: il 37% dice di essere “pessimista” o “molto pessimista” su Web3 e criptovalute e il 33% su VR (Virtual Reality) e Metaverso.

La fatturazione elettronica in Italia

Per quanto riguarda l’Italia, l’introduzione della fatturazione elettronica obbligatoria è stata vista come un onere da gran parte delle PMI: poco più di un terzo degli intervistati afferma che l’impatto della riforma sul carico di lavoro dei propri team è stato “molto elevato”, con un ulteriore 45% che sostiene che l’impatto è stato comunque “elevato”.

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La sostenibilità

In materia di sostenibilità ambientale, c’è ancora margine di miglioramento: solo l’8% delle PMI intervistate dichiara di non essere impegnata a ridurre il proprio impatto sull’ambiente e il 52% dichiara di lavorare attivamente per contenere al minimo la propria impronta carbonica.

L’imprenditorialità come aspirazione

L’imprenditorialità si conferma un’opzione molto attraente per i decision maker europei: quasi il 75% del campione considera l’idea di avviare una propria azienda in futuro. Questa tendenza è particolarmente evidente in Italia, dove la percentuale sale all’86%.

Anche coloro che hanno già avviato un’attività imprenditoriale in passato la pensa allo stesso modo. Tuttavia, a livello generale, la metà di coloro che hanno già fondato una propria azienda, ritiene che l’attuale situazione macroeconomica potrebbe impedirgli di avviarne un’altra.

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