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PMI e trasformazione digitale: avanti (con cautela) su cinque fronti, dal Mobile al Cloud

Le piccole e medie imprese italiane stanno adottando le tecnologie più innovative (tra cui anche eCommerce, business intelligence e gestionali web) in modo molto pragmatico, con investimenti prudenti e calibrati su precise aree strategiche, dice un’indagine di SDA Bocconi commissionata da Teamsystem. «Emergono percentuali di digitalizzazione comunque 2-3 volte superiori rispetto ai dati OCSE e WEF», spiega Paolo Pasini di SDA Bocconi

Pubblicato il 29 Apr 2016

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A che punto è la digitalizzazione delle piccole e medie imprese italiane, le famose PMI? Il processo di trasformazione procede in maniera molto pragmatica, coinvolgendo rami specifici d’azienda e con piani d’investimento cauti, calibrati su precise aree strategiche. A fotografare una situazione che soprattutto per le piccole e medie imprese è quanto mai difficile da categorizzare una ricerca appena pubblicata, condotta da Paolo Pasini e Angela Perego, della SDA Bocconi School of Management, e commissionata da Teamsystem.

L’indagine ha coinvolto un campione di 303 imprese, rappresentative come detto del mercato delle PMI (90% degli intervistati, con il 76% delle organizzazioni al di sotto dei 50 dipendenti). Il questionario è stato rivolto per lo più a titolari, amministratori delegati e CXO, con solo il 13% di rispondenti legati a responsabilità nell’ambito dei sistemi informativi.

Solo il 21% non ha un presidio interno per l’ICT

Nella maggioranza delle aziende intervistate esiste un presidio manageriale IT interno all’azienda che si pone come interlocutore tra i fornitori esterni (software integrator e/o vendor) e i referenti di business per guidare la trasformazione digitale dell’azienda. Solo nel 21% dei casi non esiste una unità o figura formalmente dedicata all’ICT o alla digitalizzazione. La maggioranza delle imprese (58%) dispone di uffici o reparti ICT con non più di 5 addetti, mentre il 21% dedica più di cinque persone. Le decisioni riguardanti i sistemi informativi sono prese in generale in prima battuta dall’imprenditore o dalla figura apicale dell’organizzazione, ma il CIO ha comunque un ruolo rilevante nel processo decisionale legato ai sistemi informativi.

Nei prossimi tre anni investimenti IT alti solo per il 9%

Gli investimenti delle imprese appartenenti al campione nei prossimi tre anni saranno nel 30% dei casi molto bassi, nel 29% modesti, nel 33% medi e alti solo nel 9% delle aziende. Se ci si focalizza sulle piccole imprese, si nota come la percentuale di aziende disposte a fare forti investimenti in tecnologia cali sensibilmente. L’indagine evidenzia innanzitutto una chiara propensione delle imprese verso prodotti software di qualità quando si tratta di scegliere tra le varie offerte di soluzioni digitali, ma concorrono all’assegnazione del budget anche l’affidabilità del fornitore e la qualità del team esterno di consulenza e implementazione. L’ambito amministrativo sembra essere il più strutturato e supportato da sistemi gestionali che forniscono un ampio spettro di funzionalità. L’82,5% delle imprese infatti dichiara coperture superiori al 70%.

Cinque driver per la digital transformation: dal Mobile al Cloud

Sono cinque, secondo l’indagine, i driver che spingeranno la trasformazione digitale delle PMI italiane. Il primo è il Mobile, rispetto al quale il 14% delle imprese intervistate dichiara che intende investire nei prossimi tre anni. Il secondo elemento è l’eCommerce. Attualmente appena 16 organizzazioni su cento dispongono di una piattaforma per le vendite online, ma nonostante questo solo il 12% è disposto a puntare risorse su questo capitolo. Le soluzioni di Business intelligence sono invece adottate dal 25% delle imprese e anche in questo caso solo il 12% investirà denaro per potenziare nel prossimo triennio le attività di marketing (17%), il controllo di gestione (13%) la divisione  amministrazione e finanza (12%) e le risorse umane (12%).

Metà del campione pensa poi che sia importante disporre di una versione Web dei sistemi gestionali, quarto driver identificato dal report: il 65% delle imprese vorrebbe accedere via browser all’intera soluzione ERP, il 60% punta alla gestione documentale, il 54% sfrutterebbe le dashboard per il controllo di gestione e il 51%  vorrebbe strumenti di CRM on line. Ultimo ma non ultimo, il Cloud: il 4% delle aziende dichiara di accedere a prodotti SaaS (Software as a Service) e il 12% dispone di un budget da investire nei prossimi tre anni (il 17% in soluzioni di gestione documentale, il 16% in dashboard per il controllo di gestione, il 26% in ERP, il 13% in CRM).

«Percentuali 2 o 3 volte superiori rispetti ai dati OCSE e World Economic Forum»

Paolo Pasini, Direttore della Unit Sistemi Informativi della SDA Bocconi School of Management, sottolinea che «il campione di aziende partecipanti alla ricerca è caratterizzato da percentuali di digitalizzazione due o tre volte superiori rispetto ai dati pubblicati nei benchmark dei sistemi Paese dal World Economic Forum o dall’OCSE, dove l’Italia si posiziona sempre in fondo alle classifiche».

La ricerca ha fatto emergere cluster molto specializzati e focalizzati sulla qualità del prodotto e dei servizi business-to-business, aziende che stanno gradualmente abbandonando la logica dei sistemi gestionali “su misura” o degli strumenti di produttività individuale a favore di soluzioni software verticali o estese. Impossibile trascurare il fatto che la domanda è alimentata anche dalla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, come evidenziato pure da Daniele Lombardo, Direttore Product Marketing TeamSystem: «Grazie ai nuovi protocolli di comunicazione previsti dalla fatturazione elettronica, dai pagamenti digitali, dalla conservazione sostitutiva, c’è finalmente una piattaforma digitale aperta a cui tutti possono partecipare e su cui si innescano processi collaborativi, con obiettivi molto semplici e molto concreti: risparmiare tempo, usare meglio le risorse, entrare più in contatto con i propri interlocutori – clienti o fornitori – lavorare in modo più efficace».

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