L’innovazione digitale può rappresentare uno stimolo chiave per la produttività e la performance delle PMI aiutandole a competere in un mercato che è e sarà sempre più interconnesso e legato a logiche digitali. Oggi, nel mercato italiano sono presenti circa 200mila piccole medie imprese italiane (PMI), e, sebbene numericamente rappresentino solo il 5% del tessuto imprenditoriale, rappresentano una fetta importante del mercato italiano: generano da sole il 41% dell’intero fatturato ed il 38% del valore aggiunto del Paese e danno lavoro a un terzo degli occupati del settore privato. Nonostante questo, il gap a livello di performance rispetto alle imprese di grandi dimensioni si fa sentire: il fatturato medio per addetto è inferiore del 28%, la retribuzione è più bassa del 25% e il valore aggiunto per addetto è più basso del 28% . Tante sono le motivazioni che possono esserci alla base di questo scenario: da economie di scala non sempre attuabili alla disponibilità modesta di capitali da investire in ricerca e sviluppo, fino a una capacità ridotta di aprirsi a mercati internazionali.
A che punto sono oggi le PMI in termini di maturità digitale?
In Italia nel 2019 solo il 26% delle PMI ha raggiunto un livello di maturità tecnologica tale da consentire loro di competere sui mercato internazionali e sfruttare in maniera strategica le opportunità che scaturiscono dall’introduzione del digitale in ottica di business. È quanto emerge dalla ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI svolta su un campione rappresentativo di oltre 1.500 PMI italiane. L’analisi ha indagato diversi aspetti, a partire da quelli culturali e organizzativi, tra cui l’interesse che ha oggi il management verso il digitale e la presenza di competenze e figure professionali adeguate a gestire il processo di trasformazione tecnologica, fino ad arrivare a quelli operativi focalizzati sulla digitalizzazione dei processi interni ed esterni.
Entrando nel merito dell’operatività aziendale, si evince che in generale le PMI adottano sistemi di base e poco integrati. Se gli applicativi per la produttività personale e la posta elettronica sono ormai diffusi, con una presenza nell’85% delle PMI, così come la connessione a Internet, software integrati di gestione delle risorse (ERP) e dei contatti (CRM) risultano essere ancora poco diffusi. Inevitabilemente anche l’approccio ai dati è ancora poco maturo: solo il 28% delle imprese valorizza i dati aziendali svolgendo analisi in maniera strutturata. Così come non vengono sfruttate le potenzialità data driven, anche l’utilizzo dei canali online è ancora poco esteso tra le PMI: il 20% non ha un sito web e solo il 10% possiede una piattaforma di eCommerce. Se si entra infine nell’ambito di tecnologie più avanzate, quali Blockchain e IoT, emerge che rispettivamente l’80% ed il 61% non le conosce. Anche sul tema della cyber-security le PMI si limitano ad acquisire sistemi basici, con un 30% che non possiede alcuna soluzione di protezione.
In conclusione, si può affermare che le PMI italiane hanno iniziato a muoversi su qualche fronte della digitalizzazione, ma in maniera poco sistematica e principalmente in risposta a stimoli esterni. Mancano ancora le competenze necessarie per impostare delle vere e proprie strategie digitali che permettano alle organizzazioni di dimensioni più piccole di competere in maniera più efficace con le grandi imprese e le più avanzate controparti europee.
La trasformazione digitale delle PMI: una scommessa da non perdere per il nostro Paese
Di fronte a questo ritardo digitale accumulato da parte delle PMI, che non accenna a ridursi e che rischia di diventare incolmabile se non recuperato per tempo, è fondamentale dunque uno sforzo congiunto e deciso da parte di tutti. È indispensabile il supporto delle istituzioni, con incentivi duraturi e stabili nel tempo e con azioni decise che favoriscano la ricerca e sviluppo, l’aiuto delle Associazioni di categoria e enti di formazione, che possono aiutare a creare network di confronto e di diffusione di conoscenza, e il ruolo dei fornitori tecnologici, che da semplici provider di piattaforme possono diventare guide e consulenti della innovazione digitale. La trasformazione digitale delle piccole medie imprese può essere il volano di un nuovo slancio economico e di nuovi paradigmi di competitività: una scommessa che il Paese non può permettersi di perdere.