Il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato un quadro di sintesi delle proprie attività svolte nel 2014 a supporto degli investimenti industriali, e quindi della crescita e dell’occupazione. Provvedimenti che in diversi casi riguardano specificamente le piccole e medie imprese. Il primo aspetto che il MISE mette in evidenza è il fatto che è stato raggiunto l’obiettivo di tagliare la bolletta elettrica delle PMI del 10%. Tra le misure finalizzate a questo obiettivo contenute nel “decreto-legge competitività” (n. 91 del 2014) e quelle adottate con altri provvedimenti, il Ministero calcola che i benefici totali per le PMI, per il 2015 e oltre, si possono quantificare in 1862 milioni di euro. Più in dettaglio, le oltre 581mila PMI connesse in bassa tensione risparmieranno il 9,7% della bolletta annuale, con un calo dei costi medio di circa 1160 euro annui per ciascuna. Il risparmio sale ulteriormente (11,3%, corrispondente a 10.851 euro annui) per le oltre 109mila PMI connesse in media tensione.
Per quanto riguarda le misure a sostegno agli investimenti in ricerca e sviluppo, il MISE ne evidenzia quattro. La prima è il credito di imposta per investimenti incrementali in Ricerca e sviluppo, “sbloccato” con la legge di stabilità, relativo al 25% degli investimenti incrementali nel quinquennio 2015/2019, e in grado di azionare investimenti complessivi per oltre 2,3 miliardi di euro. Il secondo è il “patent box”, regime fiscale di favore che mira a incentivare le attività di sfruttamento di brevetti. L’esenzione parziale dei redditi derivanti dalla concessione in uso o dalla utilizzazione diretta è pari al 30% nel 2015, al 40% nel 2016, e al 50% nel triennio 2017-2020: si tratta di un’agevolazione che secondo il MISE può far risparmiare alle PMI circa 200 milioni di euro all’anno.
La terza misura è la “nuova Sabatini”, che permette di coprire parte degli interessi a carico delle imprese sui finanziamenti bancari relativi agli investimenti in macchinari, impianti e beni strumentali, anche relativi a hardware, software e tecnologie digitali. Finora sono state presentate 9046 domande a banche o intermediari finanziari. Di queste, già 3681 sono state deliberate, corrispondenti a circa 1048 milioni di euro di finanziamento di Cassa Depositi e Prestiti (per oltre 74 milioni di euro di contributi MiSE). Infine in quest’ambito il MISE cita il provvedimento cosiddetto “Guidi-Padoan”, credito d’imposta del 15% sugli investimenti aggiuntivi in beni strumentali alla produzione (periodo giugno 2014/giugno 2015) capace di azionare fino a 1,2 miliardi di euro.
Un altro ambito d’azione è stato il ripensamento del sistema di incentivi alle imprese, con nuovi strumenti di politica industriale per la “ripartenza” degli investimenti strategici in tecnologie del Paese. Qui il Ministero cita due nuovi interventi mediante il Fondo per la crescita sostenibile, diretti ad accrescere la competitività delle imprese italiane e favorire il superamento della fase di stagnazione economica. Con le misure denominate “Agenda Digitale” e “Industria sostenibile”, sono stati messi a bando complessivamente 400 milioni di euro (150 per Agenda digitale e 250 per Industria sostenibile) per i Progetti Strategici di Ricerca & Sviluppo di rilevanti dimensioni (compresi tra 5 e 40 milioni).
Inoltre è stata potenziata e riordinata la normativa nazionale sulle startup attraverso la nuova misura nazionale “Smart & Start 2.0”, con 220 milioni di euro disponibili per le PMI di tutto il territorio italiano, e sono state attuate altre misure per progetti di ricerca e sviluppo di minore dimensione, nell’ambito del progetto comunitario Horizon 2020, con un plafond di 300 milioni messi a bando e assegnati nel giro di due giorni a 271 imprese, nel 68% dei casi di piccole e medie dimensioni.
Infine il MISE cita due misure a sostegno del consolidamento patrimoniale e finanziario delle imprese. Il primo riguarda i cosiddetti “Minibond”, le obbligazioni che possono essere emesse da società con oltre 2 milioni di euro di fatturato con bilancio certificato da almeno due anni senza intermediazione bancaria e finanziaria. Il Fondo Centrale di Garanzia è stato esteso anche alle emissioni di minibond sottoscritte da fondi di credito. In 6 mesi sono state registrate 84 emissioni di “minibond”, per un totale di quasi 4,8 miliardi di euro, di cui 66 emissioni da parte di PMI (per un totale di 679 milioni) e 18 di grandi imprese, per un totale di oltre 4 miliardi. Il secondo, denominato ACE (aiuto alla crescita economica), è un incentivo alla capitalizzazione delle imprese, che opera riequilibrando il trattamento fiscale tra imprese che si finanziano con il debito e imprese che si finanziano con capitale proprio. Il beneficio di ACE per le imprese, stima il MISE, è di circa 420 milioni di euro.