Le aziende del servizio sanitario della Regione Basilicata hanno iniziato ad archiviare digitalmente i dati clinici radiologici, grazie alla Conservazione Sostitutiva. Il tema della dematerializzazione dei dati in generale coinvolge tutta la Pubblica Amministrazione, e ancora più nello specifico interessa il settore sanitario italiano, che necessita di processi efficienti per snellire i flussi informativi e rispondere alla crescente domanda di prestazioni in modo rapido ed economico.
Ed è proprio in questo contesto che la Regione Basilicata si è mossa per sostituire la gestione cartacea – relativa a trasmissione, visualizzazione, stampa e archiviazione delle immagini diagnostiche digitali – con quella digitale. Con il supporto di Aruba, ha dato avvio alla conservazione sostitutiva dei dati clinici in diagnostica per immagini, per una validità legale nel tempo di tali documenti informatici. Nello specifico, Aruba si è occupata della parte infrastrutturale, trasferendo i dati clinici dalle ASL lucane ai propri data center, mentre GMed ha fornito il software e i relativi connettori necessari per l’interfacciamento con gli applicativi di terze parti presenti nelle varie ASL.
La nuova procedura di conservazione dei dati – pienamente funzionante da luglio – assicura un notevole risparmio delle risorse finanziarie, con abbattimento dei costi sostenuti per la stampa dei documenti radiologici. E garantisce, al contempo, la salvaguardia dei principi di integrità e opponibilità verso terzi. In questo modo i dati clinici confluiscono nelle infrastrutture messe a disposizione da Aruba e vengono gestiti con un protocollo di sicurezza altamente evoluto. La sicurezza è garantita, inoltre, dal servizio di backup e dal piano di Disaster Recovery approntati da Aruba, grazie ai quali si previene il rischio di perdite di dati.
Il servizio ha già archiviato oltre 3 milioni di referti e immagini del RIS/PACS equivalenti a circa 2,5 TB di dati memorizzati. «Si tratta di un importante trampolino di lancio per il sistema sanitario, che potrà, successivamente, archiviare tutti i dati della cartella clinica e porre le basi per implementare il fascicolo sanitario elettronico – ha dichiarato Nicola Coluzzi, Dirigente dell’Ufficio Società dell’Informazione, ente che ha messo a disposizione le risorse economiche seguendo tutta la fase progettuale, amministrativa e di implementazione del processo -. L’obiettivo futuro è quello di fare lo stesso con i dati amministrativi della Regione e dei Comuni: sono già 30 i Comuni che stanno utilizzando i servizi di data center regionali».