Secondo un’indagine di AdnKronos su cento imprese di piccola e media dimensione, distribuite su tutto il territorio nazionale, 47 dichiarano di aver accumulato un ritardo di pagamento superiore a tre rate nell’arco dell’ultimo anno. Di queste 33 ritengono di non poter riprendere a pagare con regolarità nel corso del prossimo anno. In sostanza, un terzo delle Pmi alimenta il flusso delle nuove sofferenze delle banche. Proprio per questa ragione, gli istituti di credito non accennano ad allentare la stretta sui nuovi finanziamenti: 39 imprese su 100 denunciano di aver ricevuto un rifiuto alla richiesta di un prestito da parte di almeno tre banche nell’ultimo anno.
La difficoltà nel rapporto tra banche e Pmi è riassunto a livello nazionale nei numeri dell’ultimo bollettino mensile dell’Abi. A gennaio le sofferenze lorde hanno toccato un nuovo record, attestandosi a 160,42 miliardi. Parallelamente alla crisi proseguono le iniziative per nuovi finanziamenti dedicati alle Pmi. L’ultimo riguarda Unicredit e la Banca europea per gli investimenti che hanno sottoscritto tre nuovi accordi per 700 milioni di euro di finanziamenti a medio-lungo termine.
Tre le aree di intervento: oltre ai prestiti destinati alle Pmi, parte delle linee di credito (200 milioni di euro) è rivolta ad aziende che creano nuova occupazione giovanile, mentre un’ultima tranche è per i progetti finalizzati a fronteggiare e prevenire i danni delle calamità naturali. Duecento milioni di euro vengono messi a disposizione, per il tramite di UniCredit e UniCredit Leasing, per il finanziamento di progetti di aziende italiane che creino occupazione giovanile.
Possono beneficiare dei prestiti le Pmi (fino a 250 dipendenti) e le Mid-Cap (fino a 3000 dipendenti) che rispondano almeno a uno dei seguenti requisiti:
– hanno assunto almeno un lavoratore (tre per le Mid-Cap) di età compresa fra i 15 ed i 29 anni nei sei mesi precedenti la domanda di prestito o lo assumeranno nei sei mesi successivi;
– offrono programmi di formazione professionale per i giovani, o stage/programmi di formazione per i giovani;
– hanno stipulato un accordo di cooperazione con un istituto tecnico o scuola o università per impiegare giovani (per esempio durante stage estivi);
– presentano un assetto proprietario in cui la maggioranza del capitale (oltre il 50%) è detenuto da giovani sotto i 29 anni;
I progetti finanziabili non potranno superare l’importo di 25 milioni.
Al sostegno delle Pmi saranno destinati 400 milioni di euro, con impiego di fondi Bei a condizioni di particolare favore. Le linee di credito sono destinate al finanziamento sia di nuovi investimenti sia di quelli in corso, purché non ancora ultimati. I progetti finanziabili non potranno superare l’importo di 25 milioni.
Gli interventi, relativi ad aziende attive in tutti i settori produttivi potranno riguardare l’acquisto, la costruzione, l’ampliamento e la ristrutturazione di fabbricati; l’acquisto di impianti, attrezzature, automezzi o macchinari; le spese, gli oneri accessori e le immobilizzazioni immateriali collegate ai progetti, incluse le spese di ricerca, sviluppo e innovazione; la necessità permanente di capitale circolante legata all’attività operativa.
La terza linea di credito è destinata al finanziamento di investimenti finalizzati alla ricostruzione di infrastrutture nei settori dell’industria, del turismo e dell’agricoltura situati nelle regioni colpite da disastri naturali (Sardegna, Emilia Romagna, Toscana e Liguria i casi più recenti).