Sei imprese su dieci in difficoltà

L’Ocse conferma i segnali di ripresa ma il credito continua a far soffrire le Pmi

Nonostante il superindice dell’Ocse indichi per il quarto mese consecutivo segnali di ripresa per l’economia italiana e l’annuncio di Confindustria sulla fine della recessione, il credito alle imprese segna una nuova contrazione

Pubblicato il 12 Set 2013

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Secondo i dati di Banca d’Italia in luglio sono aumentate le sofferenze sofferenze bancarie con una flessione tendenziale del 3,3%, mentre il tasso di riduzione sui dodici mesi era stato pari a -3,0% in giugno. Dietro questo dato c’è un calo dei prestiti alle famiglie dell’1,1 % (– 1% nel mese di giugno) e soprattutto una diminuzione tendenziale del 4,1% dei prestiti alle imprese, dato uguale a quello di giugno. Il dato positivo è che la caduta dei prestiti per le aziende sembra essersi arrestata. Sul fronte dei tassi quelli per i nuovi prestiti alle imprese fino a un milione di euro sono stati pari al 4,41% (contro il 4,30% precedente); quelli sui prestiti di importo superiore sono saliti al 2,96% (2,77%) a giugno; i tassi passivi sui depositi sono stati dell’1,05% contro un precedente 1,08.

Questa contrazione del credito, secondo un’indagine di Adnkronos inciderebbe soprattutto sulle piccole e medie imprese. L’indagine sostiene infatti che su dieci piccole aziende che hanno chiesto un credito quattro se lo sono visto negare, altre quattro hanno visto accordata parzialmente la richiesta e due lo hanno ottenuto.

Le conseguenze sono che sei Pmi su dieci saranno costrette a ridimensionare il proprio giro d’affari nei prossimi 12 mesi per carenza di finanziamenti, tre su dieci invieranno qualche lettera di licenziamento e un paio pensano alla chiusura.

E se da una parte c’è chi riceve un no dalle banche, dall’altra qualcuno neanche ci prova convinto di non avere alcuna possibilità di ottenere il prestito. Il 65% delle imprese interpellate ha infatti dichiarato di avere rinunciato alla possibilità di ottenere un finanziamento e tra queste oltre la metà ha confessato di non essere riuscita a saldare più rate del prestito ricevuto.

Una ulteriore conferma delle difficoltà del momento arriva dai dati dell’Associazione bancaria italiana. Secondo l’Abi esiste ancora un elevato livello delle soffrenze che a giugno 2013 risultano pari a 70,6 miliardi in termini netti e a 138 in termini lordi. L’incidenza delle sofferenze sugli impieghi totali in termini netti è pari a 3,75% a giugno 2013, in crescita dal 3,6% del mese precedente e dal 2,8% di un anno prima. Il rapporto sofferenze lorde su impieghi è invece pari a 7,1% a giugno 2013 rispetto al 5,7% di un anno prima, valore che raggiunge il 12,8% per i piccoli operatori economici, l’11,2% per le imprese ed il 6% per le famiglie consumatrici.

In questo quadro qualche risultato è stato ottenuto con la moratoria nei confronti delle aziende che a giugno 2013 ha visto le banche sospendere 101.247 finanziamenti a livello nazionale, per un controvalore di 31,3 miliardi. Di qui una maggiore liquidità a disposizione delle imprese pari a 4,2 miliardi. In precedenza, con “l’Avviso comune” scaduto il 31 luglio 2011 erano stati rinviati 260mila prestiti, pari a 70 miliardi di debito residuo e ad una maggiore liquidità di 15 miliardi a disposizione per le imprese.

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