Mai come in questi ultimi anni la gestione della catena di fornitura è stata tanto critica e sotto i riflettori. Negozi chiusi, assenze per malattie, boom dell’e-commerce, materie prime scarse, variazioni della domanda, la Brexit: sono tanti i fattori concomitanti che hanno messo in crisi le Supply Chain, causando ritardi nelle consegne, stockout nei punti vendita, caos nei magazzini, fermi produttivi per assenza del personale. E le aziende hanno compreso l’importanza di digitalizzare: solo con sistemi di gestione integrata della logistica, dei magazzini e della produzione è infatti possibile avere quel livello di visibilità e trasparenza sui processi che permette di anticipare i problemi e gestire i rischi.
Uno scenario che ha premiato le aziende che in questo settore operano da anni, come Stesi, realtà Made in Italy fondata in Veneto da Stefano Cudicio, attuale presidente, che da più di vent’anni si occupa di logistica e, in particolare, di software per la gestione dei flussi logistici di magazzino e produttivi. L’azienda, che ha una partnership industriale con la Logistics Solutions di Toyota Material Handling Italia, ha più che raddoppiato il fatturato in tre anni, investendo sull’innovazione dei prodotti e sul capitale umano, supportando tante aziende manifatturiere italiane nell’ottimizzazione e automazione dei processi. Fra i clienti ci sono Quadrifoglio, Cherubini, Nardi, Roberto Industria Alimentare, Venchi, Alce Nero, Kasanova e tanti altri, di grande e media dimensione.
Who's Who
Stefano Cudicio
Presidente, Stesi
Dott. Cudicio, qual è il bilancio di questi ultimi due anni di attività di Stesi?
Il bilancio è estremamente positivo. Possiamo dire di aver centrato tutti gli obiettivi del Piano strategico del 2018 di Stesi, che prevedeva il raddoppio del fatturato, spostando il mix dai servizi ai ricavi ricorrenti, mantenendo strette relazioni con i nostri clienti e arricchendo le feature sui prodotti.
Il 2022 si è aperto con un portafoglio ordini che è già pari al fatturato del 2021, che è aumentato del 60% rispetto al 2020, il che ci fa stimare una ulteriore crescita del 30 % quest’anno. Il limite ora è nella capacità di realizzare i progetti, perché la richiesta è fortissima, anche grazie al piano Transizione 4.0 (già Industria 4.0) e al PNNR, che sarà un volano straordinario.
Abbiamo anche rafforzato la partnership industriale con Toyota, che utilizza la nostra piattaforma software come supervisore in molti degli impianti integrati che realizza: ne siamo molto orgogliosi e rappresenta una grande responsabilità, perché insieme serviamo medie e grandi aziende, con un livello di servizio richiesto altissimo.
Soprattutto, il marchio Stesi è diventato sinonimo di affidabilità, di garanzia di successo.
Come si è evoluta la proposta tecnologica?
Ogni anno Stesi dedica molte risorse alla R&S, circa l’10% del fatturato. In questi ultimi due anni la traiettoria tecnologica ha previsto una revisione dell’architettura, ovvero abbiamo riscritto il software secondo un modello “a strati”, con un disaccoppiamento dai dispositivi di campo dalle logiche funzionali, in particolare gli wearable e i sistemi IOT, per una più semplice integrazione. Inoltre, è stata ripensata la User Experience, creando un’interfaccia utente semplice e familiare come quella dello smartphone. È un aspetto molto importante per chi usa i sistemi esecutivi, figure di tipo operativo di siti logistici e produttivi.
Inoltre, abbiamo lanciato sul mercato tre prodotti nuovi, destinati sia ai nuovi clienti e a quelli già attivi, che hanno riscosso un buon successo, con diverse installazioni già realizzate.
Sono soluzioni scalabili e pensate per le aziende più piccole, che sono il 99,5% delle aziende italiane, quelle con meno di 50 dipendenti: non possono affrontare un progetto articolato, ma devono innovare. Vogliamo portare nelle piccole le competenze e il know how che abbiamo acquisito lavorando con le aziende medio grandi.
Le PMI italiane comprendono l’importanza di digitalizzare la gestione dei magazzini e della Supply Chain?
Oggi c’è grande consapevolezza, il mercato in dieci anni è molto cambiato. Finora le piccole aziende si sono spesso affidate al magazziniere che si ricorda a mente se i prodotti sono disponibili e sa dove sono. Non conoscono realmente le giacenze di magazzino, e il picking vene fatto secondo l’esperienza. Il problema nasce quando manca il magazziniere o l’operatore: rischiano di dover fermare lo stabilimento! La pandemia ha fatto esplodere questa necessità delle imprese di essere indipendenti dalle persone, adottando i sistemi dedicati. Se cambia l’addetto, basta che quello nuovo segua le istruzioni attraverso uno smartphone.
Molte aziende hanno provato a risolvere il problema con gli ERP, ma non sono sistemi pensati per la fabbrica e in genere i progetti falliscono. Servono prodotti dedicati, la supply chain è complessa, l’ERP non può bastare e oggi un operation manager di una media azienda lo sa.
Poi c’è un altro aspetto fondamentale, quello del monitoraggio dei costi interni, in un clima di incertezza, e anche su questo abbiamo una soluzione dedicata. I margini sono stretti, serve controllare i costi e avere visibilità. Poi ci sono aziende che sono parte di filiere che richiedono un certo tipo di modello logistico produttivo, che si possono implementare e controllare solo con soluzioni verticali di tipo WMS (Warehouse Management System) o MES (Manufacturing Execution System).
Altra esigenza fortissima è quella di ridurre tempi di consegna. In un momento in cui la reperibilità della materia prima è scarsa, occorre anticipare le problematiche. Questo aspetto sarà sempre più importante, e le aziende lungimiranti lo vedono come parte delle politiche di risk management.
Il settore è in fermento, dunque. Gli incentivi pubblici per l’Industry 4.0 hanno avuto un ruolo importante?
Transizione 4.0, evoluzione del piano Calenda, è senza dubbio un progetto di successo dell’Italia: ha spinto tanti imprenditori a investire nella digitalizzazione, sta funzionando, anche se, al di là del rispetto della normativa, non sempre l’obiettivo è stato davvero quello di ottenere un vantaggio competitivo, o di attivare impianti 4.0. In più, ci sono bandi interessanti a livello regionale. Il PNRR dovrebbe estendere e consolidare gli incentivi. Si deve insistere su questa strada, rafforzando soprattutto i sistemi di fabbrica, puntando sul software, oltre che sui macchinari. L’Italia ha un ritardo di 5-7 anni sul digitale rispetto agli altri Paesi industrializzati, in primis sull’infrastruttura di rete, ma ora c’è consapevolezza.
Quali saranno le direttrici di sviluppo di Stesi per il futuro?
Sicuramente continuare ad investire nella ricerca e sviluppo. Vogliamo che le nostre soluzioni continuino ad essere riconosciute come tra le migliori e innovative sul mercato. Un’altra delle nostre priorità è continuare a garantire il più alto livello di servizio, per non perdere nemmeno un cliente: il modello di riferimento in questo senso è Amazon con il suo sistema di consegne. Stiamo crescendo e continueremo a farlo, anche con acquisizioni e partnership strategiche. Per questo, abbiamo bisogno delle persone migliori. Il capitale umano è un asset fondamentale, sono le persone che fanno sempre la differenza. Stiamo prevedendo nuovi percorsi di crescita e formazione, collaborando con esperti HR. Oggi siamo 25, vogliamo arrivare a circa 40, ci siamo da poco trasferiti in una nuova e moderna sede di 500 mq proprio in quest’ottica. Stiamo attivamente cercando nuove figure da inserire a qualsiasi livello, junior e senior: sviluppatori, project manager, esperti di organizzazione interna dei processi. Abbiamo anche finanziato due borse di studio per gli studenti di un Istituto Tecnico Superiore e rafforzato la relazione con le Università locali.
Stiamo costruendo una rete di vendita indiretta, consulenti e software house, che rivendono i nostri prodotti, e continueremo a espanderla, per poter raggiungere le PMI in maniera capillare.
Infine stiamo diversificando, investendo nello sviluppo in una nuova iniziativa imprenditoriale che proporrà soluzioni per l’automazione dei processi di business utilizzando robot software dotati di intelligenza artificiale, una tecnologia di cui sentiremo parlare molto nei prossimi anni.