L’ Osservatorio Between ha fotografato la situazione del
rapporto fra banda larga e distretti scoprendo che le
aziende hanno a disposizione infrastrutture peggiori rispetto
alle famiglie.
La localizzazione in zone periferiche penalizza le imprese che
nelle aree industriali e artigianali dispongono di una banda
molto spesso più stretta.
L'11% non arriva ai 2 Megabit. L'ADSL a
20 Megabit copre il 64% delle aziende e la situazione peggiora
decisamente se si dà un’occhiata alla situazione dei
distretti.
Banda larga o banda stretta?
Nel Veneto, terra dedita all’export il 22% sogna almeno la
versione lenta della banda larga e il 48% riesce a utilizzare la
versione a 20 Megabit.
Particolarmente sfortunati il distretto del marmo di Grezzana,
quello calzaturiero di San Giovanni Ilarione e quello del
coltello di Maniago nei pressi di Pordenone . I primi due hanno
una copertura inferiore al 50%.
Ma male se la cavano anche nell’area di produzione dei
frigoriferi industriali a Casale Monferrato, nel distretto della
sedia a Manzano e nell’agroalimentare di San Daniele in
Friuli.
In 43 aree distrettuali la copertura si colloca al di sotto della
media (89% di imprese coperte) e come rileva l’indagine
in oltre dieci casi il servizio è totalmente
assente come nel distretto cartario di Capannori, nel
tessile lecchese o nel distretto piemontese dei casalinghi
(Omegna-Stresa-Varallo Sesia).
E quando il collegamento c’è non è detto che corrisponda
alla velocità dichiarata. Se infatti il valore medio effettivo
dei collegamenti ADSL è di circa 4 Mbps, nelle aree distrettuali
il valore scende attorno a 3,4 Mbps.
Nei distretti serve una rete in fibra ottica
Per risolvere la situazione, secondo Confindustria digitale è
necessario un immediato piano d’azione che destini la metà
delle risorse pubbliche disponibili alla realizzazione di una
rete in fibra ottica nei distretti.
La realizzazione in Italia dell'Agenda digitale potrà dare,
sostiene Stefano Parisi, presidente di Confindustria digitale, un
contributo del 4-5% alla crescita del Pil da qui al 2015.
Se sono a disposizione fondi pubblici, strutturali o che arrivano
da altre iniziative delle regioni, è la tesi degli industriali,
questi devono andare ai distretti. Ma anche le imprese
devono investire. Per questo l’associazione
guidata da Parisi sta lavorando con il ministro per la Coesione
territoriale Fabrizio Barca per vedere come destinare i fondi del
piano Eurosud ai distretti.