Confindustria Digitale ha appena avviato l’iniziativa itinerante #TERRITORIDIGITALI, una serie di giornate in tour per l’Italia per contribuire a innescare processi d’innovazione nelle PMI in collaborazione con le istituzioni politiche, imprenditoriali e tecnologiche locali.
Il roadshow, in collaborazione con la rete dei Digital Champion e il Ministero dello Sviluppo Economico, è partito da Trieste, con un evento che ha visto tra l’altro interventi delle aziende associate a Confindustria Digitale (Avaya, Cisco, Google, Gruppo Pragma, HP, IBM, INebula, Microsoft, Sesa Spa, Sorint Lab, Telecom Italia, Torino Wireless, Transcom) sui passaggi chiave che trasformano un’azienda tradizionale in una digitale, e sulle potenzialità per le PMI di tecnologie come Cloud, Big Data e analytics, Internet of Things, digital marketing, sicurezza, social networks.
Ora il programma prevede tappe in diverse altre città tra cui L’Aquila, Reggio Calabria, Catania e Firenze. «Sappiamo che per una piccola impresa italiana sfruttare appieno le tecnologie avanzate, adottare nuove pratiche gestionali o cambiare modello di business per aprirsi all’economia globale può sembrare complicato. Da qui l’iniziativa di Confindustria Digitale, per promuovere una cultura d’impresa aperta all’innovazione, capace di innestarsi con semplicità e concretezza nella realtà locale per generare soluzioni su misura», ha detto a Trieste Carlo Purassanta, amministratore delegato di Microsoft Italia, che in Confindustria Digitale presiede il comitato “Piattaforme di filiera per le PMI”.
Anche l’outsourcing è un tema tecnologico
In quest’ultima veste pochi giorni fa Purassanta è stato intervistato dal Cor.Com. Le analisi di mercato, ha detto, mostrano che in tutti i settori quando un’azienda investe in tecnologia cresce di 13 punti più degli altri, e di 11 punti in assoluto. «Molti questo l’hanno capito, ma mi preoccupo per chi non si muove, perché le aziende che non fanno questi passi sono destinate a scomparire: se hanno asset e brevetti verranno probabilmente acquisite da investitori esteri, altrimenti chiuderanno».
Confindustria Digitale ha individuato otto tipi di opportunità tecnologiche che occorre insegnare agli imprenditori in tempi brevi: Mobilità, Cloud, Social Enterprise, Big data, Digital marketing, Security (e privacy), Internet delle cose e outsourcing. Contrariamente alle apparenze anche quest’ultimo, sottolinea Purassanta, è un tema legato alla tecnologia. «Forse non per i piccolissimi, comunque capire quali sono le attività chiave dell’azienda e quali invece possono essere portate all’esterno è qualcosa che dipende strettamente dall’uso delle tecnologie che supportano l’azienda estesa».
Quanto alle altre opportunità, viaggiano spesso in coppia, per esempio Cloud e Security. «La UE ha costruito una serie di regole per il Cloud che sono le più stringenti al mondo in termini di gestione delle informazioni end-to-end, protezione e tracciabilità dei dati. Una piccola azienda che usa sistemi suoi e non Cloud raramente è in grado di avere la stessa tracciabilità». Inoltre se per la grande impresa il Cloud aiuta ad abbattere i costi e fare di più con meno («si scende a un quinto, addirittura a un ventesimo dei costi»), per un piccolo vuol dire qualcosa di più: fare un salto tecnologico prima impossibile perché la barriera d’accesso era troppo alta.
«Assumete giovani sotto i 25 anni: il ritorno di questi investimenti è altissimo»
Quanto alla mobilità, l’opportunità è enorme perché permette di ripensare il lavoro dentro e fuori l’azienda: non è solo una questione di far lavorare le persone in contesti diversi, ma anche di rivedere i processi, digitalizzandoli ed eliminando tra l’altro la carta. Big Data e analytics invece sono strettamente legati all’Internet of Things. «Nel 2020 il numero di dispositivi che creano dati diventerà gigantesco. Le aziende che oggi non hanno progetti qui domani si troveranno a dover inseguire. Anche perché con i dati raccolti si può arrivare a prevedere cosa farà il consumatore o il cliente», spiega Purassanta, che cita il caso di un’azienda che produce ascensori, passata dalla manutenzione reattiva su chiamata per guasti a una manutenzione proattiva programmabile, «perché “sa” quale ascensore avrà problemi prima del guasto».
Un’altra opportunità da trasmettere quanto prima alle PMI è la social enterprise. «Le nuove generazioni stanno portando il concetto di digital first, nuove modalità di comunicazione e organizzazione, con blog, chat, messaging, social network. E social vuol dire rapidità, intensità e impegno, facilità al cambiamento e motivazione intrinseca delle persone». Infine il digital marketing, che costruisce e gestisce le relazioni e l’influenza sui consumatori prima ancora che escano di casa per comprare. «Oggi il processo di acquisto è finito nel 69% dei casi prima di entrare nel negozio: servono nuove competenze per ingaggiare questi nuovi acquirenti».
Il consiglio alle PMI, tirando le somme, è di affrontare la sfida digitale a ogni costo. «Se non sapete farlo direttamente, assumete giovani sotto i 25 anni che si occupino del marketing digitale. Il ritorno di queste assunzioni è altissimo».