Analisi e trend

Confartigianato: le PMI trainano l’export

Piccole e medie imprese meglio dei big nell’export. Lo certifica uno studio di Confartigianato che racconta come il manifatturiero sia il protagonista del ruolo giocato dai prodotti italiani sui mercati internazionali. Proprio per consentire alle imprese di migliorare la performance sui mercati esteri, Ice (Istituto per il commercio estero) e Unioncamere hanno firmato un accordo che guarda soprattutto verso le aziende del Meridione grazie a un piano dedicato

Pubblicato il 12 Mar 2014

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Micro e piccole imprese rappresentano il 26,3% delle esportazioni della Penisola e nel periodo compreso tra gennaio e settembre 2013 le piccole imprese hanno realizzato un fatturato di 72,9 milioni di euro all’estero con un aumento del 4,1% rispetto al 2012. Un dato in controtendenza rispetto rispetto all’andamento complessivo in calo dello 0,1%

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A tenere alta la bandiera made in Italy nel mondo sono soprattutto i prodotti in pelle che mostrano un aumento del 7,1% del valore delle esportazioni. Bene anche alimentare (+5,2%), abbigliamento (+2,8%), prodotti in metallo e mobili (+1,8%).

Secondo il rapporto di Confartigianato, al vertice della classifica regionale per l’aumento di esportazioni di prodotti realizzati dalle piccole imprese si colloca l’Umbria con una crescita del 13,6% a settembre 2013 rispetto ai primi nove mesi del 2012.

Secondo posto per la Toscana, che registra un incremento dell’8,6%, e terza posizione per la Provincia autonoma di Bolzano che fa segnare un +8,2%. Seguono Emilia-Romagna (+5,7%), Puglia (+5,3%), Campania (+4,7%), Friuli-Venezia Giulia (+4,1%), Veneto (+3,8%), Marche (+3,2%) e Lombardia (+3%).

A livello provinciale la migliore performance per le vendite all’estero di made in Italy proveniente dalle piccole imprese è quella di Ravenna che, tra settembre 2012 e settembre 2013, ha visto crescere le esportazioni del 43,6%.

Al secondo posto della classifica provinciale per il maggiore incremento di export si colloca Piacenza (+25,3%), seguono Arezzo (+18,4%), Salerno (11,7%) e Forlì-Cesena (11%).

“Che Italia sarebbe senza le piccole imprese?”, chiede il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti che ricorda i dati relativi alle aziende di minori dimensioni. Si tratta di oltre 4,1 milioni di aziende che danno lavoro a 14,2 milioni di addetti, rappresentano il 94% del totale delle imprese italiane (al netto dell’agricoltura), impiegano il 58,8% del totale degli occupati e realizzano il 62,1% del valore aggiunto.

E proprio per consentire alle imprese di migliorare la performance sui mercati esteri Ice (Istituto per il commercio estero) e Unioncamere hanno firmato un accordo che guarda soprattutto verso le aziende del Meridione grazie a un piano dedicato. Una spinta all’impreditoria femminile, condivisione di strutture e programmi per le attività di formazione rivolte all’accompagnamento delle imprese sui mercati esteri sono gli altri punti qualificanti dell’intesa che punta a realizzare iniziative comuni a sostegno dell’internazionalizzazione.

Da parte dell’Ice sono previsti interventi per la formazione manageriale e per i giovani laureati, oltre a consulenza, assistenza e alla promozione, mentre Unioncamere mette a disposizione la rete WorldPass che rappresenta il terminale per consentire alle piccole imprese italiane, soprattutto a quelle non ancora protagoniste nell’export ma ad ‘alto potenziale’ di cercare la strada per l’internazionalizzazione.

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