Ancora lontano dai livelli di USA e Nord Europa, e anche della Spagna, ma perlomeno in deciso aumento, e fortemente orientato ai fronti più avanzati dell’innovazione tecnologica. Questo in sintesi l’andamento degli investimenti nelle startup in Italia nei primi sei mesi del 2016, secondo un’analisi di EconomyUp sugli accordi resi pubblicamente noti. Da gennaio a giugno le neo-imprese italiane, scrive il sito, hanno raccolto nel complesso 100,35 milioni di euro in 59 operazioni. Una cifra che praticamente equivale già a quella dell’intero 2015 (102,3 milioni in 81 deal) e al triplo dello stesso semestre di un anno fa (35,8 milioni in 37 investimenti tra gennaio e giugno 2015), sempre secondo i dati di EconomyUp.
Proiettando questi 100 milioni sui 12 mesi, a fine 2016 quindi si potrebbe arrivare intorno a quota 200 milioni: meno della metà di quanto raccolto dalle startup in Spagna nel 2015 (535 milioni di euro) ma comunque il doppio rispetto appunto all’anno scorso.
Più in dettaglio, l’investimento medio è stato di 1,7 milioni, più alto del 36% rispetto a quello del 2015 (1,25 milioni), e le operazioni superiori a 500mila euro sono state 40. Significa, scrive EconomyUp, che la maggior parte delle operazioni è almeno “early stage”, cioè coinvolge fondi di venture capital, e non solo investitori individuali e business angel.
L’analisi si sofferma in particolare sulle 10 operazioni di importo più alto. Il singolo “round” più significativo è stato di 8,7 milioni di euro e se l’è aggiudicato Rigenerand, società che sviluppa una terapia basata su cellule staminali contro tumori rari. Il fondo finanziatore è Principia SGR.
Due startup poi hanno ottenuto un finanziamento di 8 milioni. Instapartners, fondata da un ex Partner di BCG, si occupa di Digital Lending, cioè di erogazione di prestiti alle piccole e medie imprese attraverso una piattaforma digitale, e ha ricevuto fondi per lo più da singoli investitori “eccellenti”, tra cui Alessandro e Mauro Benetton, Paolo Merloni, Lorenzo Pellicioli e Hans Paul Burkner, chairman di BCG. Mosaicoon invece è una società siciliana proprietaria di un video community marketplace per la realizzazione integrata di campagne video online: il round B, in cui hanno investito imprenditori “non istituzionali” non resi noti, segue un round A nel 2012 di 2,4 milioni di Vertis Venture e Atlantis Venture Mezzogiorno (gruppo Intesa Sanpaolo).
In questa speciale “top 10” segue con 8 milioni di dollari (7,2 milioni di euro) – ricevuti da United Ventures e altri due fondi americani – Cloud4Wi, nata a Pisa ma con sede principale ora a San Francisco, titolare di una piattaforma cloud che permette agli esercizi commerciali di “monetizzare” i servizi wifi offerti ai clienti, utilizzando strumenti di marketing digitale.
Al quinto posto c’è poi Silk Biomaterials: il fondo di venture capital Principia III-Health, specializzato in healthcare e biomedicale, ha finanziato con 7 milioni questa società nata nel Parco Scientifico Tecnologico di ComoNExT che si occupa delle applicazioni in ambito clinico della fibroina, proteina prodotta dai bachi da seta con proprietà rigenerative.
Seguono poi a completare la top 10 BeMyEye (marketing geolocalizzato basato su una rete di collaboratori in crowdsourcing), che ha ricevuto 6,5 milioni da Nauta Capital, P101, e 360 Capital Partners; DFLabs, specialista di protezione dei dati basata in Lombardia ma con grandi clienti anche in Nord America (5 milioni da Evolution Equity Partners); Next14 (data-driven marketing e advertising), con 4,5 milioni da investitori privati; Smartika (piattaforma di prestiti tra privati), anch’essa con 4,5 milioni da vari investitori tra cui il fondo londinese Hamilton Ventures; e infine Echolight, società di Lecce spinoff del CNR, che ha sviluppato un densitometro osseo a ultrasuoni per la diagnosi precoce e il monitoraggio dell’osteoporosi, e ha ricevuto 4 milioni da Invitalia Ventures e Panakès Partners.
Per concludere un altro paio di punti evidenziati da EconomyUp. Il primo è che analizzando le 40 operazioni oltre 500mila euro della prima metà del 2016 emerge che i settori più interessanti per gli investitori sono salute (healthcare, tecnologie medicali e biotech) con 9 “round”, e poi eCommerce e Fintech con 5 operazioni ciascuno.
Il secondo è il ruolo significativo degli investitori pubblici. Invitalia Ventures, la SGR di Invitalia che ha lanciato il fondo Italia Venture I da 50 milioni di euro, ha co-investito in 5 operazioni oltre i 500mila euro. E anche le finanziarie regionali hanno partecipato a diverse operazioni, tra cui Domec (1,5 milioni, in parte da Sviluppo Basilicata), Foodscovery (800mila euro, con partecipazione della finanziaria abruzzese Fira), Sailsquare, che ha raccolto 1,3 milioni, con contributo di Ligur Capital, fondo di cui fa parte la finanziaria della Regione Liguria.