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PMI, come muoversi sui Social Media: una strategia in 5 punti

Facebook, Twitter, LinkedIn & co. danno opportunità cruciali alle piccole e medie aziende di creare legami duraturi con i clienti e di attrarne di nuovi. Ma la realtà in Italia è che solo una pagina Facebook aziendale su 1000 ha almeno un post al giorno. Ecco alcuni semplici consigli per impostare un “piano operativo social”

Pubblicato il 30 Mag 2016

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Il numero di pagine Facebook a supporto e promozione di attività commerciali o professionali cresce ogni giorno a gran ritmo anche in Italia. Ma al di là dei grossi brand e di poche eccezioni, sembra che le PMI, le piccole e medie imprese italiane, la vera e propria ossatura economica del nostro Paese, abbiano ampi margini di miglioramento in materia di gestione “social”.

Uno studio effettuato lo scorso dicembre da Spidwit, azienda sviluppatrice di una piattaforma online a supporto dei social media manager, ha evidenziato che solo una pagina aziendale Facebook su 1000 riesce a mantenere una media di almeno un post al giorno. È uno fra tanti indici negativi che evidenziano mancanza di focus, difficoltà nel reperire contenuti adeguati e, alle volte, mancanza di tempo e di competenze specifiche.

Eppure una strategia di presenza sui social network oggi può essere estremamente utile anche per una PMI, e iniziando per gradi, anche perfettamente alla portata di realtà piccole e medie. Ecco al proposito i 5 consigli di Spidwit alle PMI che vogliono cominciare a muoversi in modo strutturato sui social:

1. Tenere a mente che la parola d’ordine per i social è “intrattenimento” e non “pubblicità”

Il Marketing oggi, secondo Seth Godin, non è più basato sulle cose che vengono prodotte, ma sulle storie con cui coinvolgere e intrattenere clienti e potenziali clienti (storytelling). E’ normale utilizzare i social per promuovere l’azienda, i prodotti e le ultime offerte. Utilizzarli solo questo può però rivelarsi dannoso: i fan potrebbero annoiarsi quasi subito, iniziare a ignorare i post e a non seguire più l’azienda.

Il consiglio è dunque di condividere contenuti interessanti per chi legge. Gestire la propria community social senza calcare troppo la mano sul fattore commerciale è fondamentale per guadagnare autorevolezza grazie al content marketing strategico: bisogna coinvolgere la community con contenuti interessanti e anche quando si propone un messaggio commerciale, come la sponsorizzazione di un prodotto o servizio, bisogna farlo utilizzando tecniche di intrattenimento.

2. Definire chiaramente una strategia editoriale e usare il corretto tono e i giusti canali

Il primo passo per iniziare è definire il profilo degli utenti da coinvolgere in base agli obiettivi dell’azienda e alla strategia di marketing e posizionamento di mercato che si vuole raggiungere. In questa fase è importante creare i profili delle “buyer personas” (o anche “marketing personas”) ossia descrizioni dettagliate del pubblico che si vuole intercettare: schede complete che rispondano alle domande “chi è”, “cosa fa” e “di cosa ha bisogno”.

Grazie a strumenti come Google Analytics o Facebook Insight è possibile risalire all’età media, al sesso e persino alle passioni, le abitudini e necessità dei clienti. Partendo dalla prospettiva di questi archetipi molto dettagliati è possibile creare un ambito tematico e le tipologie di contenuti su cui è meglio puntare.

Di conseguenza si può definire una strategia editoriale che indichi cosa pubblicare, quando farlo e il tono di comunicazione da utilizzare, coerente col brand e con la mission aziendale. Una volta creato un calendario di pubblicazioni sarà importante seguirlo con costanza per acquisire autorevolezza e credibilità, e per mantenere la propria community attiva e attenta alle nostre comunicazioni.

E’ fondamentale monitorare costantemente l’interesse della community verso i vari contenuti e argomenti pubblicati, capire cosa ha funzionato e cosa meno, apportando le opportune modifiche al piano iniziale.

3. Pubblicare con regolarità contenuti di qualità

Dalla teoria alla pratica: dopo aver realizzato un piano dovranno essere prodotti dei contenuti da presentare alla propria base fan. Tali contenuti possono essere creati dall’azienda, da un’agenzia, da esperti nel settore o nicchia. Contenuti originali possono essere integrati con articoli presenti sul web. In quest’ultimo caso il valore aggiunto offerto dall’azienda ai propri follower sarà l’attività di content curation ovvero la selezione di articoli, notizie e video che vengono segnalati alla propria audience. Fondamentale sarà accompagnare questi contenuti con frasi che possano personalizzarne la lettura e generare discussioni.

I contenuti dovranno essere di qualità, perché le pubblicazioni hanno un diretto impatto sulla percezione che il lettore si crea dell’azienda. Notizie fresche possono dare un senso di dinamicità e attualità.

Uno dei maggiori dilemmi è quello del quanto pubblicare: la risposta è … Dipende! Non esistono regole fisse, ma di buon senso. Troppi post al giorno rischiano di risultare molesti. Pochi contenuti non garantiscono il livello di presenza necessario, e la portata dei messaggi, anche a causa dei continui aggiustamenti degli algoritmi, potrebbe essere insufficiente.

Un contenuto al giorno per Facebook o Linkedin può essere un buon punto d’inizio, ma in funzione del gradimento e del calendario editoriale potrebbero anche diventare due o tre. Maggiore dovrebbe essere la presenza su Twitter, dove i messaggi “corrono” con velocità molto maggiori.

4. Ricordarsi che i social fanno parte di una strategia più ampia

I social network costituiscono una parte di una strategia digitale complessiva: possono essere utilizzati per il puro intrattenimento, ma anche per inviare traffico qualificato sul proprio sito, incentivare la lettura di un articolo, stimolare l’iscrizione su una landing page, catturare utenti per una newsletter. Sito, blog, social

network, newsletter, landing page: sono tutti canali di comunicazione digitale che dovranno essere ben amalgamati e per cui la parola chiave è sempre coerenza. Coerenza che va applicata al tono di voce usato, ma anche ai messaggi che vengono veicolati sui vari canali: essere contraddittori o passare da un linguaggio formale a uno colloquiale senza soluzione di continuità, sono comportamenti che possono confondere i fan e far perdere interesse verso il brand.

5. Dedicare la giusta cura alla scelta delle persone, alle competenze e ai tool

I social media richiedono dedizione, impegno e costanza. Improvvisare o dedicarvisi nei ritagli di tempo non è certamente la soluzione migliore se si vogliono ottenere buoni risultati.

L’ideale sarebbe avere un professionista o un’agenzia che si occupi delle pagine social dell’azienda. Se in alternativa si vuol gestire internamente anche l’aspetto social della comunicazione allora è bene dotare una risorsa aziendale delle competenze necessarie e degli strumenti per poter facilitare la creazione ed esecuzione di un piano editoriale: dalla ricerca di contenuti alla loro creazione, dalla capacità di programmare le pubblicazioni in anticipo alla possibilità di monitorare i risultati.

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