Dalla Borsa italiana arrivano segnali estremamente positivi per le medie imprese italiane. Il listino Star, che raccoglie 70 imprese, da inizio 2016 ha segnato una crescita del 22%, con una performance superiore del 25,6% rispetto al listino principale. Stesso andamento è confermato nei primi mesi del 2017. Non solo, il trend è positivo dal 2002, con un incremento nel periodo del 220%.
Si tratta dunque di imprese in grado di raccogliere capitali esteri, realtà imprenditoriali solide agli occhi degli investitori internazionali. Quali sono gli ingredienti del successo? Li evidenzia in un editoriale sul Sole 24 ore il Professor Giuliano Noci, Ordinario di Marketing al Politecnico di Milano, sottolineando che la sorprendente crescita dei valori di Borsa delle “stelle italiane” non deriva solo da motivazioni di carattere strettamente finanziario, ma da azzeccate scelte industriali.
Si tratta infatti di imprese «che hanno saputo combinare il meglio del DNA italiano – l’eccellenza produttiva – con una predisposizione naturale al cambiamento continuo». Che significa anche saper comprendere «il ruolo molto rilevante che giocheranno sempre più le tecnologie digitali, rispetto alle quali il nostro sistema industriale si contraddistingue ancora oggi per una reticenza di fondo». Il riferimento qui è in particolare all’ Industry 4.0, ovvero alla opportunità di digitalizzare processi manufatturieri e approfittare degli inncentivi del Piano Calenda.
Who's Who
GIuliano Noci
Professore ordinario di Marketing al Politecnico di Milano
I 4 fattori critici di successo: velocità, competenze, innovazione e internazionalizzazione
Secondo l’esperto, sono quattro, in particolare, le leve che fanno crescere marginalità e fatturato: processi decisionali rapidissimi; competenze manageriali nettamente superiore alla media italiana; investimenti per l’innovazione di prodotto; presenza internazionale, in particolare in mercati ad alto tasso di crescita della domanda come quelli asiatici.
Risultati che portano l’esperto a concludere che «non occorre essere per forza puri player digitali per avere successo. Anche conservando la nostra identità industriale e/o presenza in settori tradizionali possiamo dire decisamente la nostra. A dispetto della cultura negativista e del lamento che troppo spesso imperversa, anche in Italia è possibile fare impresa ottenendo risultati di business importanti e riuscendo a convincere player stranieri a investire».
Un esempio per tutti? Unieuro, «Un’azienda che opera in un business assolutamente dato per prossimo alla fine, e che invece consegue – grazie alla sua capacità di auto-trasformazione – importanti risultati di business». Presente anche Brembo, nota eccellenza italiana, e la meno conosciuta Digital Bros, specialista in video giochi.