Utility

Falck Renewables punta su IoT e manutenzione predittiva: «Analisi dei dati ogni 15 minuti»

Per affrontare un mercato in forte trasformazione, la società energetica focalizzata sulle rinnovabili ha effettuato significativi investimenti in innovazione digitale e in particolare nella raccolta e analisi dei dati raccolti da sensori posti sugli impianti di produzione

Pubblicato il 22 Feb 2018

shutterstock_129356462-1

Inizia con la raccolta, elaborazione e condivisione dei dati sugli impianti produttivi il percorso verso l’analisi predittiva di Falck Renewables, società italiana del Gruppo Falck (249 milioni di euro di fatturato e 320 dipendenti nel 2016) che si occupa di progettare, realizzare e gestire impianti di produzione di energia da eolico, solare, biomasse e waste to energy. L’azienda è stata costituita nel 2002 come Actelios S.p.A. ed ha successivamente cambiato la denominazione sociale diventando Falck Renewables a seguito del consolidamento di tutte le attività di produzione di energia da fonti rinnovabili del Gruppo Falck. È fra i principali “pure player” in Europa nel settore delle energie rinnovabili e attualmente opera in Italia, Gran Bretagna, Spagna, Francia e USA.

Focus sulla digital transformation e sui dati

Attualmente la società sta affrontando importanti sfide relative al passaggio da un’industria caratterizzata da contributi e aiuti sotto forma di incentivi pubblici a un’industria che richiede sempre di più un approccio competitivo nell’affacciarsi sul mercato. Come evidenziato da Marco Cittadini, Head of Client Services per Falck Renewables, intervenuto come relatore al Convegno del Politecnico di Milano “Corporate Entrepreneurship e Open Innovation: innovare con un occhio alle startup!”, «questo processo richiede un’importante trasformazione culturale. Il passaggio da una realtà più finanziaria a una realtà industriale prevede una modalità di gestione degli asset, dell’energia e dei servizi ancora più avanzata ed efficiente». La nascita e crescita di questo nuovo ambiente competitivo ha quindi richiesto all’azienda significativi investimenti in innovazione, i quali sono stati centrati principalmente nella digitalizzazione dei processi, nel monitoraggio della produzione e nella manutenzione predittiva.

In particolare, come raccontato da Aldo Polastri, Chief Information Officer della società, il primo passo ha riguardato l’efficientamento della raccolta, elaborazione e condivisione dei dati e delle informazioni derivanti dagli impianti produttivi. È stato quindi effettuato il convogliamento di tutti i dati, che precedentemente erano salvati in locale in ogni impianto, in un unico database cloud. È stato inoltre predisposto un data lake per permettere la razionalizzazione e la normalizzazione dei dati provenienti da 164 componenti diverse. Per creare degli strumenti analitici che permettessero di fornire informazioni con una qualità e una frequenza maggiore, sono state sfruttare tecnologie di Internet of Things (IoT), inserendo su tutti gli impianti dei sensori, costantemente connessi, per la trasmissione dei dati relativi a ogni specifico impianto. Ciò ha permesso il passaggio da un dato di analisi a frequenza di 15 giorni a un dato di analisi a soli 15 minuti.

Notevole rilevanza è stata data alla funzione predittiva, andando a integrare le informazioni relative alle previsioni meteorologiche con le previsioni relative a incidenti in base a serie storiche e all’usura degli impianti. È stato «un processo di modernizzazione e digitalizzazione dell’informazione rispetto al core business dell’azienda», come sottolineato da Polastri.

Nuove soluzioni di collaborazione e comunicazione

Un secondo importante intervento ha riguardato la creazione di strumenti di interconnettività che favorissero la possibilità di effettuare riunioni per via digitale e una migliore comunicazione tra le sedi sparse in tutta Italia e in tutta Europa. Ciò ha permesso una drastica riduzione dei tempi morti e dei costi richiesti dai tradizionali incontri di gruppo, favorendo una comunicazione costante ed efficiente. Questo processo è stato significativamente favorito anche dalla migrazione alla nuova suite collaborativa, rendendo possibile una migliore condivisione e interconnessione nella modifica dei documenti e una maggiore continuità e flessibilità nell’utilizzo di dispositivi diversi.

Il fattore comune di tutti questi investimenti, volti a rendere più efficiente il processo produttivo, è rappresentato dal processo di digitalizzazione. Come sottolineato da Cittadini, «molto passa dallo strumento digitale, perché permette di raggiungere efficienza nella gestione degli asset e dell’energia: questa è una leva su cui stiamo incentrando i nostri sforzi». Questi sforzi devono essere anche indirizzati all’allineamento culturale delle persone nei confronti di nuovi modelli operativi e di un importante cambio culturale, perché l’azienda «fa parte di una realtà industriale storica con processi, procedure e una propria mentalità consolidata che sta procedendo  verso nuovi modelli di business e verso nuovi progetti», conclude Cittadini.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 4