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Social Media Marketing per le PMI: 5 consigli per creare una strategia efficace

Il fatto di essere una piccola azienda non deve essere visto come un limite quando si tratta di mettere in piedi una social media strategy. Un’organizzazione di dimensioni ridotte ha infatti la possibilità di targettizzare il pubblico in maniera certosina e interagire con l’audience in modo diretto, personale e virtuoso. Ecco quali accortezze avere per farlo al meglio

Pubblicato il 03 Mar 2020

Social Media Marketing PMI

Secondo recenti studi, il panorama delle piccole-medie imprese si è trasformato moltissimo negli ultimi 5-6 anni: se, infatti, nel 2014 le SME a livello internazionale dichiaravano di non essere per nulla soddisfatte della propria presenza sul web (fonte: Digital Marketing Magazine), nel 2019 l’89% delle PMI ha dichiarato di investire in marketing e il 35% di preferire il digitale ai canali tradizionali (fonte: The Manifest).

Il Social Media Marketing per le PMI è certamente un elemento trainante della strategia digital marketing: ma come creare una social media strategy efficace? Il fatto di essere una piccola azienda non deve essere visto come un limite, anzi: certo, non si avranno a disposizione i budget e le risorse di un love-brand internazionale, ma si ha la possibilità di targettizzare il proprio pubblico in maniera certosina, magari anche con un occhio di riguardo alla dimensione local, e quindi interagire con l’audience in modo diretto, personale e virtuoso.

5 consigli di Social Media Marketing per piccole-medie imprese

Ecco alcuni tips che possono essere utili a quei piccoli imprenditori che si stanno approcciando per la prima volta al Digital Marketing e, in particolare, all’universo della gestione dei canali social.

1. No al fai-da-te, affidati a un professionista

Spesso non è un concetto facile da far passare, nemmeno a grandi multinazionali: quello del Social Media Manager non è un lavoro da poco, che chiunque può fare solo perché giovane e capace di utilizzare i suoi profili personali. A maggior ragione, le PMI nel disegnare la loro strategia di Social Media Marketing potrebbero pensare di “risparmiare”, gestendo i social aziendali in casa e in modo artigianale, dando la possibilità ai dipendenti di pubblicare ciò che vogliono… ma certamente non è la mossa giusta.

Se per alcune tipologie di business un approccio più “ruspante” ai contenuti sui social può avere senso in ottica di spontaneità, la verità è che per la maggior parte delle aziende i risultati saranno discutibili, per non dire disastrosi. E non parliamo solo di contenuti scritti male in italiano e immagini sgranate, si tratta soprattutto alla moderazione dei commenti: una persona poco avvezza a questa delicata attività rischierebbe di fornire risposte poco consone, con un tono tranchant o poco educato, non in linea con i valori del marchio. Ecco perché affidarsi a un professionista è sempre la migliore soluzione.

2. Non sottovalutare i Social…ma non sopravvalutarli nemmeno

Come in ogni contesto, la virtù sta nel mezzo: non bisogna pensare che i social network siano canali accessori, marginali o ludici, che è possibile bypassare totalmente, ma nemmeno pensare che sia sufficiente avere poche centinaia di fan su una pagina Facebook per iniziare a “fare soldi”.

I Social non sostituiscono un piano di comunicazione e marketing ben fatto ma possono esserne una forte leva e vanno sempre integrati con altri strumenti e canali utili: ad esempio, un buon contenuto scritto sul blog aziendale può diventare un ottimo post per le pagine Facebook, Instagram o LinkedIn – opportunamente declinato – ma anche un valore aggiunto per la newsletter e le attività di inbound marketing.

3. Attenzione a monitorare i giusti KPI

No ai vanity metrics, sì all’interazione reale: questo dovrebbe essere il mantra, soprattutto per le PMI che stanno pensando a una strategia di Social Media Marketing. Ricollegandoci al punto precedente, spesso si cede alla tentazione di volere tanti follower su una pagina – magari facendo anche campagna di acquisizione fan tramite sponsorizzate – e poi ci si stupisce quando, raggiunto qualche migliaio di fan, la pagina è statica, ferma e vuota.

Avere tanti follower poco profilati è inutile, ma anche averli accuratamente profilati ma non ingaggiarli con contenuti interessanti è uno spreco: un buon grado di engagement e delle interazioni reali, positive e bidirezionali con i propri utenti sono il modo migliore per costruire una awareness corretta e per creare, con il tempo, una solida base di clienti affezionati. Come si suol dire, meglio pochi ma buoni, anche sui Social.

4. Contenuti di valore per creare engagement, non solo promozione

A proposito di contenuti interessanti e pertinenti per la propria audience, è bene evitare un atteggiamento molto comune, soprattutto per i piccoli marchi: rendere ogni singolo post della pagina un messaggio pubblicitario, commerciale, promozionale e autoreferenziale.

Nessuno vuole vedere contenuti social che sembrano banner pubblicitari: è necessario creare uno storytelling e far immergere il consumatore nel nostro mondo aziendale, perché la mente dell’utente – la mente di ciascuno di noi, in realtà – è fatta per accogliere e recepire delle storie. Una storia ben raccontata resta in mente molto di più rispetto alla grafica più colorata e al messaggio più aggressivo.

A questo proposito, è bene pensare di integrare soluzioni che consentano all’utente di interagire in modo ancora più diretto con noi: chatbot, integrazione delle pagine Facebook con WhatsApp, possibilità di scaricare App e acquistare prodotti direttamente dall’Instagram feed etc. sono opportunità da valutare attentamente.

5. Giusti canali e giusti investimenti

Un grande dubbio per ogni PMI che voglia posizionarsi sui social è: ma quali canali presidiare? Non tutti, è la prima risposta che ci sentiamo di dare. A seconda della propria fetta di mercato, sarà più indicato utilizzare LinkedIn, Instagram, Facebook, YouTube o TikTok. Un buon punto di partenza potrebbe essere osservare cosa fanno i propri competitor, soprattutto quelli considerati “ispirazionali”, cioè che sono già a un livello di maturità maggiore del nostro. Quali Social Media utilizzano? Quali pagine performano di più?

Altro elemento essenziale è capire che tipo di contenuti potremmo realizzare e, di conseguenza, a quali piattaforme siano più adatti e come potremmo declinarli per altri canali che ci interessano.

A questo punto, l’ultimo step è comprendere come investire anche piccoli budget in social ads e sponsored post può fornire un grande boost ai nostri contenuti.

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