La gestione della logistica nel retail è una delle principali sfide che le aziende del settore si trovano ad affrontare in tutto il mondo. Negli ultimi anni, infatti, le catene di fornitura hanno subito un colpo dopo l’altro, rendendo una sfida quotidiana quella di evitare rotture di stock e servire con puntualità i clienti: guerre, pandemie, disastri ambientali legati al cambiamento climatico, scarsità di energia, attacchi informatici, instabilità politica, inflazione e rapidi cambiamenti nella domanda dei consumatori hanno messo a dura prova i responsabili Supply Chain.
Se ne è parlato molto in occasione del NRF 2025 (National Retail federation), importante appuntamento annuale che si tiene a NewYork a gennaio. L’ultima edizione dell’evento è stata segnata da un ulteriore minaccia per il mercato USA: si è svolta infatti poco dopo che il Presidente Trump, ancora non in carica, aveva annunciato l’intenzione di aumentare i dazi di importazione, una mossa protezionistica che rappresenterebbe un ennesimo colpo per catene di fornitura sempre più costose e complesse da gestire.
Il giro d’affari della logistica retail è in crescita costante
Il mercato globale della logistica al dettaglio è in costante aumento da anni, spinto dalla diffusione dell’eCommerce e dalle crescenti aspettative dei clienti, ormai abituati ad avere spedizioni rapide e resi dei prodotti semplici. Uno studio di Global Market Insight stima la dimensione del mercato in 263.1 miliardi di dollari nel 2023, con una crescita media annuale di oltre il 10% tra il 2024 e il 2032.
Un trend confermato anche in Italia, dove continua a farsi spazio nel mercato la Logistica conto terzi, o Contract logistic, come evidenziato dagli studi degli Osservatori del Politecnico di Milano.
Costi in crescita e interruzioni frequenti
A preoccupare i responsabili delle Supply Chain del retail è il continuo aumento dei costi dello spostamento delle merci, in particolare quello ormai alle stelle dei resi dei prodotti, ma soprattutto le continue interruzioni causate da eventi difficilmente prevedibili. Ne consegue che le Supply Chain devono essere sempre più agili ed efficienti e questa urgenza spinge verso l’adozione di soluzioni digitali innovative e verso partnership e strategie efficaci per aumentare la visibilità, migliorare le previsioni e ridurre i rischi di interruzione.
Si assiste in parallelo a un accorciamento delle filiere. Gartner stima che il 30% dei responsabili Supply Chain sta passando da un modello di catena di fornitura globale a uno regionale, in risposta alle crescenti barriere commerciali e alle richieste di localizzazione della produzione.
I costi della gestione dei resi
Un aspetto da tenere sotto controllo riguarda la logistica inversa (o reverse logistics) dell’eCommerce, ovvero la restituzione dei prodotti da parte dei clienti, che ha costi crescenti per i retailer e continua a rappresentare un problema significativo per la redditività.
Un rapporto di Appriss Retail e Deloitte relativo alla situazione nel 2024 stima il peso dei resi pari al 13,21% delle vendite dettaglio, ovvero 685 miliardi di dollari sui 5,19 trilioni di dollari di vendite al dettaglio totali. Di questi ben il 15,14% erano fraudolenti (vestiti indossati e poi restituiti, carte di credito false o clonate…).
Dati che sono analoghi ma più alti secondo uno studio rapporto pubblicato dalla National Retail Federation e da Happy Returns, una società di UPS, che stima i resi pari al16,9% delle vendite annuali nel 2024.
«I resi svolgono un ruolo importante all’interno dell’ecosistema del retail e offrono un ulteriore punto di contatto per fornire un’interazione positiva con i loro clienti – ha dichiarato Katherine Cullen, Vicepresidente di Industry and Consumer Insights di NRF -. I retailer riconoscono il valore dei resi per la fedeltà al marchio, e molti di loro stanno dando priorità alla capacità di gestione dei resi per garantire un’esperienza d’acquisto positiva ai clienti».
Lo studio evidenzia che il 76% dei consumatori considera il reso gratuito un fattore chiave per decidere dove fare acquisti e il 67% afferma che un’esperienza di reso negativa li scoraggerebbe dall’acquistare nuovamente presso un rivenditore. Gli acquirenti apprezzano anche la flessibilità durante il processo di restituzione: l’84% dei consumatori dichiara di essere più propenso ad acquistare presso un rivenditore che offre la possibilità di restituire i prodotti senza scatola o etichetta e di ottenere un rimborso immediato.
Come migliorare la logistica retail
Previsione della domanda, controllo dell’inventario e pianificazione dei percorsi sono alcune delle attività logistiche che possono essere rese più efficienti analizzando gli enormi volumi di dati generati lungo tutta la Supply Chain.
La gestione delle scorte è infatti più imprevedibile e impegnativa che mai. L’approccio tradizionale, ovvero produrre, stoccare i prodotti in magazzini centralizzati e sperare che la domanda sia allineata con l’offerta non è più una modalità adeguata al mercato di oggi, in cui le tendenze cambiano rapidamente e i consumatori chiedono una gratificazione immediata. In futuro, i retailer dovranno sempre più far leva sulla tecnologia e su strategie lungimiranti.
Come noto, infatti, l’eccesso di scorte porta a sprechi che erodono i margini, mentre le scorte insufficienti si traducono in opportunità di vendita mancate e clienti frustrati, problemi che si ripercuotono sulla reputazione del marchio, sulla fedeltà dei clienti e sull’efficienza operativa.
Per migliorare la previsione della domanda, un approccio seguito da alcune aziende è quella di introdurre i pre-ordini come una parte integrante del processo, in pratica vendere i prodotti prima che esistano fisicamente. Per settori come la moda, influenzata da tendenze e preferenze dei clienti che emergono e svaniscono rapidamente, questo modello consente ai rivenditori di valutare la domanda in anticipo, ottimizzare i cicli di produzione e ridurre al minimo le scorte. Inoltre, offrendo trasparenza e garanzia, i rivenditori spesso registrano tassi di conversione più elevati, poiché i clienti apprezzano l’opportunità di assicurarsi prodotti ricercati. Nel 2025, l’efficienza operativa sarà un punto d’attenzione per tutti.
Saranno dunque sempre più importanti le nuove tecnologie e in particolari i software per la gestione della Supply Chain (Supply Chain Optimization Software), che automatizzano il flusso dei processi partendo dal rifornimento delle materie prime fino alla consegna dei prodotti finiti al consumatore. Fra le funzionalità fornite dai Supply Chain Analysis tools che facilitano l’organizzazione del lavoro troviamo la gestione dei fornitori, dell’inventario, del magazzino, dei trasporti e delle spedizioni. Inoltre, i software per la gestione della Supply Chain consentono di controllare l’evasione degli ordini, pianificare le vendite, le operazioni, le importazioni e le esportazioni. Altre caratteristiche molto utili dei Supply Chain Optimization software riguardano la trasmissione elettronica dei dati (EDI) e la pianificazione della domanda.
Capterra recensisce 213 piattaforme Supply Chain Optimization Software. I principali fornitori sono anche mappati da Gartner nel suo quadrante.