Cresce il ricorso all’influencer marketing in Italia, che si candida a diventare una delle strategie di sviluppo del business più efficaci specie per chi si rivolge all’audience dei giovanissimi.
Genesi del fenomeno
Con l’avvento dei social media, gli influencer hanno acquisito un enorme potere di influenza sulle scelte dei consumatori, grazie alla loro capacità di creare contenuti coinvolgenti e autentici. Ecco perché un numero crescente di brand ha iniziato a investire sul lavoro dei cosiddetti content creator per promuovere i propri prodotti e servizi.
I consumatori italiani sono sempre più attenti alle opinioni degli influencer prima di prendere una decisione di acquisto. I creator sono considerati come figure autorevoli nel loro settore di competenza e i loro consigli e raccomandazioni sono tenuti in grande considerazione specie dai giovanissimi.
Collaborare con gli influencer permette ai brand di raggiungere un pubblico più ampio ma mirato. La possibilità di creare contenuti personalizzati e coinvolgenti con l’aiuto dei creator consente alle aziende di realizzare un legame emotivo più stabile con i consumatori, aumentandone la fedeltà, e lavorare anche sul potenziamento della visibilità e della notorietà del marchio.
L’Osservatorio InSIdE, presentato nei giorni scorsi, conferma l’importanza del fenomeno influencer marketing Italia. Lo studio, realizzato dall’istituto di ricerche sociali e di marketing Eumetra in collaborazione con il gruppo di ricerca ReCON Lab (Research on Communication Organization and Narratives) del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Pavia, ha coinvolto un campione di 2mila consumatori italiani di età compresa tra i 15 e i 65 anni.
Influencer marketing Italia: il potere dei social media
I dati contenuti nel report parlano chiaro: circa 7 milioni di italiani seguono mediamente 11 o più influencer, mentre sono 28 milioni (il 76% della popolazione tra 16 e 65 anni) i connazionali che seguono almeno 1 influencer e oltre 2 milioni quelli che ne segue più di 2. Questo vuol dire che milioni di persone possono essere raggiunte dai messaggi dei creator in modo diretto e immediato, con un’audience paragonabile di fatto a quella della TV.
«In Italia questo bacino di utenti non è ancora considerato in modo adeguato dalle aziende che comunicano – ha commentato in una nota a corredo dell’indagine Paola Nannelli, Executive Director di Pulse Advertising e ideatrice dell’Osservatorio Inside –. Social media marketing e influencer marketing devono diventare centrali nel media mix dei brand».
Le ragioni del successo
I canali social sono oggi uno strumento di comunicazione a tutti gli effetti e l’efficacia dei messaggi premia a conti fatti non solo i content creator che hanno centinaia di migliaia di follower ma anche i cosiddetti micro influencer – dall’esperto di tecnologie IT allo specialista di investimenti immobiliari – che hanno un seguito magari non molto vasto ma fortemente coinvolto e ingaggiato.
Se gestiti in modo efficace, questi testimonial permettono anche alle realtà più piccole di intercettare a costi ragionevoli un bacino piuttosto ampio di utenti altamente profilati – ovvero potenziali clienti – di qualità garantendo autenticità ai propri messaggi.
I social network e gli argomenti più seguiti
Questa edizione (la terza) della survey conferma come i social network seguiti cambino a seconda delle fasce di età. La GenZ (i nati tra 1997 e 2012) privilegia Youtube, TikTok e Instagram; i Millennials (1980-1995) passano più tempo su Facebook, Instagram e Telegram; la GenX (1965-1980) consulta soprattutto Facebook. Tutte le fasce d’età seguono dai 2 ai 4 canali e la GenZ è quella più attiva.
Tra gli argomenti più seguiti troviamo alimentazione sana e cucina (28%), viaggi (24%) a pari merito con la musica, seguiti da abbigliamento (21%) e tecnologia (20%).
I creator “top of mind”
Sul podio della notorietà, senza grosse sorprese, si posiziona la coppia d’oro dei social ovvero Chiara Ferragni e Fedez, che hanno un pubblico fedele e variegato dal punto di vista generazionale. A seguire, Giulia De Lellis (beauty), Benedetta Rossi (food) e Clio Make-Up (beauty).
Non è, però, solo la notorietà a fare di un influencer un partner efficace per i brand, quanto piuttosto la sua autenticità, la fiducia che ispira e il grado di coinvolgimento che riesce a creare nella sua fan base.
Se, infatti, si conta il numero di follower più ingaggiati, secondo la ricerca è Benedetta Rossi a primeggiare (93%), seguita da Paola Turani (78%), Clio Make-Up (61%) e Chiara Ferragni (44%).
I più coinvolti? Ovviamente la GenZ
La cosiddetta purchase intention è particolarmente forte per la Generazione Z (i cosiddetti Zoomers). In questa fascia di età, il 57% del pubblico, ovvero circa 21 milioni di persone, valuta e considera l’acquisto di un prodotto o di un servizio consigliato da un creator.
I settori merceologici in cui la conversione è più alta – per cui dal consiglio si passa più facilmente all’acquisto – sono abbigliamento, beauty, cucina e videogiochi. Oltre l’80% dei Boomers acquista prodotti di bellezza e moda consigliati da un influencer, la GenX si concentra su cucina e make-up, i Millennials su abbigliamento e viaggi, la GenZ su serie TV e videogiochi.
Rimane sul piatto il tema dell’affollamento dei contenuti e del proliferare dei content creator, che può rendere difficile per i brand individuare gli influencer giusti per promuovere i propri prodotti.