I siti di comparazione prezzi non rientrano nell’e-commerce vero e proprio anche se si avvicinano molto alla categoria: una volta che l’utente ha scelto un servizio infatti, viene immediatamente re-inviato allo shop sul sito specifico o, laddove previsto, possono chiedere un contatto per ulteriori approfondimenti e chiarimenti.
I portali di comparazione prezzi sono vere e proprie piattaforme multicanale di comparazione e consulenza che consentono di confrontare e risparmiare sui servizi erogati. Nati negli Stati Uniti nei primi anni ’90 e comparsi nel nostro Paese all’inizio degli anni Duemila, i siti di comparazione si sono moltiplicati in questi ultimi anni, tanto da ricoprire i più svariati settori merceologici: assicurazioni, telefonia, servizi bancari, tariffe luce e gas, pay tv e automotive. Questi portali funzionano e di norma, nella stragrande maggioranza dei casi guadagnano dalle provvigioni che si generano nel momento in cui un utente acquista uno dei servizi proposti, senza che la provvigione vada ad aumentarne il prezzo per il consumatore finale.
Queste piattaforme rappresentano un’importante evoluzione nel mondo del commercio online, proponendo un’ottimizzazione del tempo (il confronto si fa rapidamente) e un consistente risparmio di denaro grazie all’opportunità di scegliere l’offerta più vantaggiosa.
Secondo un’indagine statistica condotta nel gennaio 2019 su un campione di 3000 intervistati, il 51% dei consumatori italiani è alla continua ricerca di un servizio migliore nel settore delle utility e il 65% ha recentemente cambiato fornitore. I dati sulla potenzialità nel settore della switching economy in Italia raccontano che il nostro Paese è il primo a livello europeo per possibilità di risparmio attraverso l’utilizzo di un comparatore di prezzi (+36,5%), per un valore di circa 27 mld di euro di acquisti da e-commerce (Fonte: La Repubblica; Osservatori.net).
Il futuro prossimo vede quindi i siti di comparazione in prima linea a garantire consulenze sempre più personalizzate e analisi precise dei servizi offerti; non più solo un confronto prima di compiere l’acquisto online.
L’altro aspetto di questa nuova tecnologia è quello di offrire soluzioni in grado di raccogliere un’enorme massa di dati sul consumatore e di trasformarli in informazioni utilizzabili e redditizie per chi le possiede. È capace infatti di costruire un’identità digitale del cliente e di identificare le sue abitudini di consumo; non solo acquisendo dati anagrafici o legati ai social network, ma anche informazioni inerenti alle preferenze di acquisto.
Quindi chi possiede i dati del consumatore possiede indicazioni precise che gli permetteranno di crescere economicamente. Chi possiede i dati possiede il futuro. A un anno dall’attuazione del Gdpr e alla luce di recenti fatti di cronaca relativi alla violazione della privacy, emerge quindi sempre più forte la criticità del tema della tutela dei dati personali, del loro reperimento, della conservazione e dell’uso che ne viene fatto. La normativa europea è però anche una grande opportunità che ha dato la possibilità anche in Europa di dare un valore oggettivo a chi possiede i dati. le aziende in questo processo perché si è dimostrato che i dati sono un valore centrale nell’economia di internet, un fattore di crescita. Non è un caso che in Europa fino ad oggi non si siano formate aziende come Google o Facebook che proprio sui dati hanno le loro fondamenta. La nuova normativa non impone solo adempimenti formali, ma influisce sui processi di gestione delle informazioni obbligando le imprese a crescere in termini di capacità gestionale e consapevolezza e quindi di valore.
Da questa visione nasce l’accordo tra ACU – Associazione Consumatori Utenti e il Gruppo AQR che si sono trovati a condividere lo stesso intento di trasparenza e responsabilità nel mercato delle utility, attivando un tavolo di lavoro finalizzato alla pubblicazione di una Prassi di Riferimento da parte dell’UNI – Ente Italiano di Normazione. Obiettivo del percorso è di giungere a una certificazione di tutta la filiera di gestione dei dati personali dell’utente.
L’Italia si sta proponendo quindi come pioniera nel processo di certificazione di siti di comparazione prezzi, che attraverso l’UNI, membro del CEN, Comitato Europeo di Normazione, partecipa al fianco dei 33 Paesi associati nel delicato ambito di armonizzazione delle procedure e delle norme tecniche. Tramite la futura certificazione UNI l’Italia traccia la strada per evitare un uso improprio dei dati dell’utente dei servizi di comparazione. Grazie a questa certificazione il consumatore potrà scegliere consapevolmente portali certificati che gestiranno in modo coretto i suoi dati.