Dati sulle vendite online difficili da interpretare? Ad aiutare i gruppi del Retail ci pensano nuovi intermediari dei dati e degli analytics applicati al marketing, capaci di mettere ordine tra i vari elementi che misurano le performance di un brand dell’eCommerce e l’andamento rispetto ai concorrenti.
È il tema di un articolo di Advertising Age, che parte dalla situazione dei moltissimi retailer che vendono tramite Amazon: il colosso dell’eCommerce offre ai suoi merchant dati sulle vendite in forma grezza, se non opaca, spiega l’articolo citando la filiale Nord America di Barilla. Per questo il gruppo alimentare si serve della società di analisi Clavis Insights, che estrae conoscenza dai dati di Amazon: andamento delle vendite in specifici archi temporali, impatto delle promozioni, rapporto tra disponibilità in magazzino e vendita.
Per trarre il massimo dall’online search esistono intermediari come Gladson che raccolgono in ampi database i termini più cercati in specifici settori: potrebbe essere “senza glutine” nell’alimentare e un brand saprebbe che è su quella linea di prodotti che deve intensificare l’attività promozionale.
Il produttore di cuffie Skullcandy si rivolge invece a HookLogic per avere dati aggregati da una serie di siti retail (Target, Walmart, Best Buy…) in base ai quali sistema le proprie pubblicità online in posizione prominente rispetto alle ads concorrenti. Il sistema permette a Skullcandy di sapere anche quante persone stanno vedendo le pagine dei suoi prodotti: se una pagina è molto vista, vuol dire che l’utente pensa all’acquisto e per Skullcandy è il segnale per spingere ulteriormente la promozione.
Per i brand è importante anche seguire quello che si dice sui social: i clienti di Unmetric usano il suo vasto database per sapere quello che i concorrenti postano su siti come Facebook o Instagram. Vedendo quali contenuti della concorrenza generano grande interesse, i brand possono reagire con campagne mirate.
«La proliferazione degli intermediari che raccolgono e interpretano dati rende più semplice la vita per i retailer», commenta Advertising Age. Oggi si possono seguire le variazioni su base regionale dei prezzi grazie alle analisi di aziende come 360pi, mentre Google Shopper Insights evidenzia in quali mercati degli Stati Uniti determinate parole chiave ricorrono più di frequente nelle ricerche.