In periodo di lockdown non ha smesso di vendere le sue creazioni, merito della forza del marchio e di una strategia di digital marketing, avviata anzi tempo in puro spirito pionieristico. Stiamo parlando dell’azienda BertO che da quasi 50 anni produce divani, letti e complementi d’arredo su misura abbinando alla sapienza artigianale “Made in Meda” la capacità di rinnovarsi costantemente su ogni fronte.
BertO, tradizione e innovazione si incontrano attraverso la passione
Fare innamorare le persone del design Made in Meda, è questa la mission di un’azienda nel settore del mobile fortemente legata alla storia imprenditoriale del suo territorio tanto da farne un marchio di fabbrica.
Nata nel 1974 per volontà di due fratelli, Fioravante e Carlo Berto, giunti in Brianza dal Veneto intorno agli anni 50 attirati dalla possibilità di lavorare in un comparto solido e fiorente, quello del mobile appunto, l’azienda si è sviluppata nel tempo affermandosi per qualità e stile.
Oggi Filippo, il figlio di Fioravante, ricopre il ruolo di CEO e gestisce un’azienda di 50 persone, che negli anni ha fatto crescere grazie a un mix fatto di passione per la terra che ha accolto la sua famiglia, e che oggi sente fortemente sua, e curiosità verso le nuove forme di comunicazione digitale.
Quando a guidare è lo spirito di cambiamento
Si potrebbe dire che lo spirito del cambiamento è nel DNA della famiglia Berto, un cambiamento che coinvolge ogni aspetto aziendale per raggiungere un unico obiettivo: portare la tappezzeria sartoriale in tutto il mondo. Gli stili cambiano, i materiali cambiano, la comunicazione cambia. Azioni che sino a qualche decennio fa erano impensabili oggi si consumano alla velocità di un click. Filippo Berto ha saputo cogliere questa rivoluzione prima ancora che diventasse tendenza, anche se più a parole che nei fatti. Stando infatti a quanto da poco rilevato dall’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Polimi “benché l’80% delle PMI B2C affermi di avere un proprio sito web, sono poche quelle che presentano siti veramente ottimizzati, performanti, mobile-responsive e costantemente aggiornati”, per non parlare poi del fatto che “solo il 10% delle PMI italiane vende i propri prodotti online tramite proprio sito”. Insomma, potremmo definire quella di BertO una storia controcorrente, un caso eccellente di applicazione degli strumenti digitali che ha fatto crescere il fatturato da 300.000 a 10 milioni di euro.
Dall’info-commerce ad una piattaforma e-commerce in 7 lingue, e non solo: la digital strategy di BertO conquista anche il Medio Oriente
“Le nuove tecnologie sono come un virus informatico, un virus benevolo che una volta preso costringe a doversi sempre aggiornare”. È così che Filippo vede l’ingresso degli strumenti digitali all’interno di un’azienda, e pare proprio che per quel virus non cerchi neanche un antidoto.
Lanciato nell’anno 2000 il primo sito web, un paio di anni dopo partono le campagne Google AdWords, un rapporto quello con Google che si è consolidato nel tempo sino a fare di BertO una case history di successo del colosso di Mountain View. Risalgono proprio a quell’anno i primi due divani venduti a Roma e Dublino grazie alla promozione online. E poi l’e-commerce, prima con uno shop su e-Bay e poi con un sito proprietario tradotto oggi in ben 7 lingue.
Nel 2004 è stato invece lanciato il blog BertoStory, che da allora racconta con dovizia di particolari, ma al tempo stesso con una scrittura semplice e “seo oriented”, le sfide e i risultati del marchio. Il canale YouTube, “nato quasi per sbaglio” come racconta Filippo, oggi conta oltre 100 video caricati e oltre un milione e mezzo di visualizzazioni, video ai quali si affiancano la serie di video-pillole da 30 secondi dal titolo Percheberto che spiegano in maniera originale i punti di forza delle sue creazioni. I profili Facebook, Twitter, Pinterest e ovviamente Instagram. E ancora un database che conta oltre 100mila iscritti che periodicamente ricevono comunicazioni dal marchio, perché se “conquistare” non è semplice, “creare rapporti duraturi nel tempo” è ancora più difficile.
Ultimo progetto digital in ordine di tempo è il sito web nativo in lingua cinese che ha visto il go live a fine gennaio di quest’anno. Un progetto questo sviluppato sulla base di uno studio realizzato insieme alla dott.ssa Selena Brocca, ricercatrice dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, che è andato ad analizzare desideri e aspettative del mercato cinese. Perché al centro delle strategie digital di BertO ci sono sempre le persone.
BertO vs lockdown 1 a 0, la digital strategy fa goal
Chiuse le saracinesche dei 5 showroom di Meda, Torino, Roma, Brescia e Padova, il 9 marzo 2020 Filippo Berto si è trovato difronte a un bivio: attendere passivamente la fine del lockdown o trasformare il disagio in un’opportunità. E ancora cambiare, evolversi, per rispondere alle sopravvenute esigenze: bisognava vendere attraverso l’unica modalità possibile, il web.
Così Filippo ha chiamato a raccolta la squadra digital, che oggi conta oltra lui 3 membri interni all’azienda e un team di esperti esterni specializzati verticalmente, e dato il via all’implementazione di tutti i canali online. Ma non si è fermato qui, ha fatto ancora di più: ha spostato la consulenza in modalità totalmente virtuale. Tramite le applicazioni di videoconferenza mette i designer nella condizione di entrare nelle case dei clienti e offrire quel servizio totalmente tailor made che ha resto l’azienda famosa a livello internazionale. Risultato: è così che il volume delle vendite sul canale e-commerce è passato dal 10% al 50% su una tipologia di prodotto non proprio di prima necessità in un contesto surreale come quello appena vissuto.
Adesso si riapre, e anche BertO lo fa in sicurezza, un’attenzione doverosa verso la sua squadra e i suoi clienti, ma certamente questa esperienza verrà capitalizzata, per crescere ancora e sempre.