Diversi studi sull’utilizzo delle Smart TV e delle piattaforme streaming evidenziano non solo un costante mutamento nel consumo dei media ma anche tendenze significative comuni. Dalla crescente influenza delle TV abilitate all’uso di Internet al cambio di preferenza del pubblico nella sfida tra streaming a pagamento o con pubblicità, fino a una rinnovata accettazione delle inserzioni.
Ma come possono questi report supportare realmente gli inserzionisti? Ecco gli insegnamenti da trarre per prendere decisioni rilevanti per il business.
Streaming adv, le ultime tendenze
Osserviamo, innanzitutto, il contesto: le Smart TV sono, ormai, sempre più presenti nelle case degli italiani. Secondo il sesto rapporto congiunto Auditel-Censis, infatti, il 2023 è stato l’anno del sorpasso sui dispositivi tradizionali: 21 milioni contro 20,5 milioni, numero che solo negli ultimi 7 anni si sarebbe triplicato .
Nella maggior parte dei casi, inoltre, l’utilizzo delle Smart TV è dedicato alla fruizione streaming. Lo conferma anche Samsung Ads con l’indagine Anatomy of a Streamer, svolta sui dispositivi dell’universo Samsung: il 75% degli utenti del nostro Paese consuma contenuti in questa modalità e circa un quarto delle famiglie, in media ogni mese, non guarda alcun programma lineare, optando esclusivamente per lo streaming.
Una simile panoramica emerge anche da una recente indagine di The Trade Desk e YouGov: il 78% degli italiani passa fino a due ore al giorno sulle piattaforme streaming (tra CTV e Youtube) mentre la TV lineare viene guardata, fino a due ore al giorno, appena dal 37% dei rispondenti .
Tra i trend più rilevanti spicca, poi, la crescente popolarità dei servizi streaming gratuiti supportati dalla pubblicità (FAST e AVOD). Il già citato report di Samsung Ads rivela che il tempo di visione di questi servizi ha registrato un +19% nel Q3 del 2023 rispetto all’anno precedente. Secondo lo studio questa tipologia di offerta è apprezzata dal 79% dei nostri connazionali che utilizzano lo streaming, con una notevole riduzione del distacco tra le piattaforme ad-supported e quelle a pagamento.
Sempre The Trade Desk e YouGov consegnano una testimonianza rimarchevole su questo tema: il 54% degli italiani sceglierebbe un servizio gratuito sovvenzionato dalla pubblicità e il 43% acconsentirebbe a un abbonamento con inserzioni se più economico.
Altri importanti sviluppi
Oltre all’offerta di contenuti, però, sono evoluti anche i dispositivi: sulle Smart TV, caratterizzate da una flessibilità maggiore, si distinguono oggi App e interfacce utente moderne e rinnovate che generalmente, all’accensione, mostrano un menu da cui è possibile selezionare un servizio streaming, la TV lineare, un’App di gaming o altro.
La schermata iniziale acquisisce, quindi, rilevanza sia per il telespettatore – secondo Anatomy of a Streamer, il 27% degli italiani consulta ogni volta tre diverse App alla ricerca di novità – sia per gli inserzionisti. È lì che possono creare il primo contatto e ingaggiarlo.
Inserzioni: pertinenza e accettazione
Questa evoluzione dei comportamenti d’uso degli utenti e della tecnologia si traduce, poi, inevitabilmente in nuovi formati pubblicitari: i marketer possono selezionare annunci interattivi, QR code o persino soluzioni che consentono al consumatore di acquistare direttamente con il telecomando.
Qual è, però, la caratteristica che rende davvero efficace la pubblicità in questi spazi? Dai nostri studi emerge una parola chiave: pertinenza. Più le inserzioni rispecchiano i desideri e le necessità dei clienti, più aumenta la percezione positiva nei loro confronti. Nettamente meno rilevanti i criteri demografici.
Sreaming adv, 3 takeaway per gli advertiser
1. Sfruttare l’opportunità della Total TV
Il successo dello streaming non deve escludere dai piani media la TV lineare, che gioca ancora un ruolo di rilievo nelle abitudini di fruizione. Dopotutto, la scelta finale degli utenti non è dettata dal contenitore, ma dal contenuto e dal budget. Ecco perché la schermata iniziale sta assumendo un ruolo sempre più cruciale sia per i fornitori di contenuti che per i brand che investono in pubblicità.
2. Utilizzare i dati per creare valore
Come abbiamo visto, la percezione dell’advertising è influenzata in modo significativo dalla sua rilevanza. Da qui l’importanza di utilizzare i dati a disposizione delle Smart TV per creare valore per gli spettatori. Individuando interessi basati sulle abitudini di visualizzazione degli utenti, è possibile raggiungere i gruppi target con maggior precisione rispetto ai soli dati demografici. Le inserzioni, inoltre, possono essere collocate in modo specifico in spazi affini al proprio prodotto o servizio. E anche il targeting regionale, soprattutto in relazione a promozioni speciali, può generare un’attenzione particolare.
3. Esplorare nuovi touchpoint
Che si preferiscano le offerte FAST o SVOD, la pubblicità lineare da sola non raggiunge più tutti gli spettatori televisivi. La maggior parte delle persone utilizza le Smart TV e naviga direttamente verso un’App o si lascia guidare dalle raccomandazioni della schermata principale. La buona notizia è che questo genera anche nuove opportunità di contatto al di là del classico spot di 30 secondi, come i formati interattivi e gli inserimenti di Brand Experience. Restare aggiornati può, quindi, rappresentare un considerevole vantaggio competitivo per i marketer più attenti.