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Mobile advertising, cosa cambia con l’augmented reality

I brand iniziano a sperimentare la grande potenzialità di business che deriva dall’unione di banner pubblicitari per mobile e realtà aumentata, che rende la fruizione dei contenuti sempre più realistica con un’esperienza immersiva e coinvolgente

Pubblicato il 20 Lug 2017

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Quello del mobile advertising è uno dei mercati con un tasso di crescita a due cifre molto significativo: da qui al 2022 Allied Market Research stima una crescita continua media di oltre il 15% – anno su anno – con un volume di affari che nei prossimi cinque anni, come riportato nell’ultimo Mobile Advertising Market Report della società di analisi, arriverà ai 243 miliardi di dollari.

Un mercato decisamente promettente anche per l’Italia. Secondo l’ultima indagine dell’Osservatorio Mobile B2c Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, in Italia nove aziende su dieci investono in pubblicità per dispositivi mobili portando così il mercato locale ad un valore complessivo di 715 milioni di euro nel 2016 (volume d’affari che ha registrato un + 53% rispetto all’anno precedente). Rimanendo sempre in territorio italiano, il mobile advertising è arrivato ad avere un peso superiore al 30% di tutto l’Internet advertising (nel 2015 valeva solo il 21%), percentuale destinata a crescere ulteriormente con la crescita di un mercato “parallelo” molto promettente, quello dell’augmented reality.

Augmented reality, mercato molto promettente

Arrivata a conoscenza del grande pubblico grazie al gioco Pokémon Go, la realtà aumentata (AR – augmented reality) permette di inserire contenuti digitali (informazioni, immagini, video, oggetti 3D, ecc.) in ambienti e contesti fisici fruibili dagli utenti attraverso le fotocamere dei device mobili o mobile app. Insieme alla realtà virtuale (che si differenzia dall’AR perché crea ambienti ed esperienze digitali all’interno dei quali l’utente può muoversi virtualmente attraverso il supporto di sistemi hardware come occhiali, visori e cuffie) rappresenta un altro di quei mercati promettenti per crescita esponenziale nei prossimi cinque anni. Sempre secondo le stime di Allied Market Research, gli orizzonti di business si configurano su cifre che parlando di 59,5 miliardi entro il 2022 come volume d’affari (era di 760 milioni di dollari nel 2015) e di una crescita media annuale che supererà il 65% nei prossimi cinque anni.

Stiamo parlando di due mercati che, anche singolarmente, hanno volumi e percentuali di crescita molto “attraenti” per i brand aziendali che iniziano tuttavia ad intuire e sperimentare la grande potenzialità di business che deriva dall’unione dei due, ossia dei banner pubblicitari per mobile i cui contenuti sono modellati e fruiti attraverso la realtà aumentata.

Convergenza mobile adv e AR: alcune aziende hanno già saputo coglierne il potenziale di business

Una delle prime realtà internazionali a cogliere a pieno questa opportunità è stata Shazam che qualche settimana fa ha lanciato Shazam AR sulla propria piattaforma per la creazione ed il lancio di soluzioni pubblicitarie, nota come Shazam for Brands. Shazam AR è una piattaforma per la creazione di contenuti pubblicitari che permette di inserire “elementi digitali” di realtà aumentata (come animazioni 3D, immagini di un prodotto, video a 360 gradi, ecc.), per ora solo per campagne adv dove è prevista la visual recognition ma non è da escludere che la tecnologia venga poi estesa anche ad altri ambiti, non dimentichiamo che l’app britannica ha fatto la sua fortuna sul riconoscimento musicale/acustico.

Altri interessanti esempi, seppur non direttamente in ottica mobile, vengono da brand come Coca-Cola che in partnership con WWF ha sviluppato un progetto di AR per creare consapevolezza e raccogliere fondi per la conservazione dell’Artico: per tre mesi, nel Museo della Scienza di Londra i visitatori sono stati in grado di “avvicinarsi” virtualmente ad una famiglia di orsi polari (semplicemente attraverso un grande schermo).

Rimanendo invece sul connubio mobile advertising e AR, Pizza Hut rappresenta un altro interessante caso studio: l’azienda ha sviluppato una mobile app attraverso la quale i clienti possono accedere a contenuti digitali in 3D semplicemente inquadrando/fotografando il menù, contenuti con i quali è anche possibile avviare una partita a Trivia Challenge, un gioco di società americano basato su domande e risposte, nonché naturalmente fare la propria ordinazione.

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