Interviste

Finanza sostenibile, orientare gli investimenti con una rigorosa applicazione dei criteri ESG

Applicare il concetto di sviluppo sostenibile alle attività finanziarie è oggi più che mai necessario. La massimizzazione del profitto rimane tra gli obiettivi primari per le aziende ma non è più l’unico; serve indirizzare gli investimenti in progetti a lungo termine che tengano in considerazione fattori ambientali, sociali e di governance (ESG). L’intervista a Francesco Bicciato, DG del Forum per la Finanza Sostenibile

Pubblicato il 12 Lug 2022

Finanza sostenibile

La finanza sostenibile è oggi uno degli aspetti su cui le organizzazioni devono lavorare con più convinzione. Metriche tangibili e business sono da sempre padroni e driver delle scelte economiche, sociali e organizzative, ma nel tempo la pura visione finanziaria e le prospettive quantitative hanno premiato rendimenti di breve termine a scapito della sostenibilità delle risorse.

Arrivati alla nona e ultima tappa della rubrica #empowersustainability era più che doveroso porre l’enfasi su quest’ultima area di attenzione, interconnessa e per me la più urgente: economia e finanza.

La finanza sostenibile nell’Agenda 2030

Solo rigenerando un capitalismo consapevole e una cultura dell’essere umano oltre il fare e l’avere potremo aspirare alla realizzazione degli obiettivi ambiziosi dell’Agenda 2030. La nostra cultura finanziaria spesso guarda all’uovo oggi…azionisti e imprenditori chiedono remunerazioni del profitto a breve termine….le due diligence stentano nell’inclusione della soft diligence…..i bilanci ancora oggi assemblano numeri sterili che nascondono le relazioni profonde dell’intangibile e non hanno una vision per includere profitto e bene comune.

Anche i settori dell’economia e della finanza sono impegnati nel raggiungimento degli obiettivi globali di sviluppo sostenibile in linea con gli sdg’s dell’Agenda 2030. L’UE ha istituito nel 2016 un gruppo di esperti (High Level Expert Group on Sustainable Finance – HLEG) il cui compito è quello di elaborare raccomandazioni funzionali proprio per lo sviluppo della finanza sostenibile. Nel marzo 2018 la Commissione Europea ha pubblicato il Piano d’Azione per finanziare la crescita sostenibile (Action Plan on Financing Sustainable Growth) con l’obiettivo di implementare investimenti che integrino criteri ambientali, sociali, e di governance (gli ESG).

Tra molte ombre affiorano progressivamente luci ed esempi di aziende virtuosi che dichiarano e agiscono con un proposito evolutivo al servizio della crescita sostenibile: le BCORP, le società benefit, le organizzazioni positive, le certificazioni esg…nuovi modelli culturali dove business, benessere e persone convivono e fioriscono in relazione reciproca.

Quando il successo passa dalla generazione di un valore comune, condiviso e, soprattutto sostenibile

In questo scenario si inseriscono nuovi fattori per misurare la sostenibilità di un investimento declinati attraverso il concetto di “Triple Bottom Line” o “Persone, Pianeta e Profitti” (PPP). Una prospettiva finanziaria evolutiva che adotta il principio secondo cui le aziende non dovrebbero finalizzare le proprie azioni ai soli profitti, ma includere il contributo al miglioramento delle risorse ‘Pianeta e Persone’. Un nuovo criterio per cui le imprese hanno maggiori possibilità di successo nel medio termine (in termini di profitti e rendimento) nel caso in cui generano valore comune, condiviso e soprattutto sostenibile.

Oggi intervisto per questa prospettiva evolutiva Francesco Bicciato, Direttore Generale del Forum per la Finanza Sostenibile. Un executive che ha lavorato per le Nazioni Unite e per altre organizzazioni internazionali pubbliche e private con vari incarichi programmatici. Sin dagli anni Novanta è stato promotore del movimento della finanza etica e ha diretto organizzazioni di microcredito e finanza sociale. È stato vice presidente di FEBEA (European Federation of Ethical and Alternative Banks). È autore di numerose pubblicazioni sui temi della finanza sostenibile e della cooperazione internazionale; sugli stessi temi ha ricoperto incarichi di docenza presso Università italiane ed estere. È Dottore di Ricerca in Geografia Politica ed Economica all’Università di Padova.

Il Forum per la Finanza Sostenibile è un’associazione no profit nata nel 2001. La base associativa è multi-stakeholder: ne fanno parte operatori finanziari e altre organizzazioni interessate all’impatto ambientale e sociale degli investimenti. La missione del Forum è promuovere la conoscenza e la pratica dell’investimento sostenibile, con l’obiettivo di diffondere l’integrazione dei criteri ambientali, sociali e di governance (ESG) nei prodotti e nei processi finanziari. L’attività del Forum si articola in tre aree principali: Ricerca, Progetti e Rapporti con le Istituzioni. In questi ambiti si occupa di: condurre ricerche, gruppi di lavoro e attività di formazione con lo scopo di valorizzare le buone pratiche e di contribuire all’analisi e alla diffusione degli investimenti sostenibili; informare e sensibilizzare la comunità finanziaria, i media e la cittadinanza sui temi della finanza SRI attraverso iniziative di comunicazione e l’organizzazione di convegni, seminari ed eventi culturali; collaborare e svolgere attività di advocacy con istituzioni italiane ed europee per sostenere l’attuazione di un quadro normativo che favorisca gli investimenti sostenibili. Dal 2012 il Forum organizza la Settimana SRI, tra i principali appuntamenti in Italia dedicati all’investimento sostenibile e responsabile. Il Forum è membro di Eurosif, associazione impegnata a promuovere la finanza sostenibile nei mercati europei.

PMI e rendicontazione di sostenibilità

Partiamo da un tema che mi sta a cuore, lo sviluppo sostenibile delle nostre PMI: le piccole e medie imprese, attori chiave del tessuto economico italiano, hanno dimostrato, negli ultimi anni, un’attenzione crescente ai temi ESG. Ciononostante, gli operatori finanziari rilevano spesso una limitata disponibilità di informazioni relative alle politiche e performance di sostenibilità delle PMI. In tale contesto, la divulgazione di dati ESG accurati e comparabili comporterebbe benefici sia per le aziende, sia per gli investitori.

Recentemente avete attivato in collaborazione con ALTIS Università Cattolica una ricerca specifica proprio per comprendere la relazione di queste organizzazioni con le pratiche di rendicontazione di sostenibilità. Cosa ne è emerso? Criticità, benefici, motivazioni?

L’indagine “PMI italiane e rendicontazione di sostenibilità”, che ha coinvolto 105 aziende, è stata presentata a novembre 2021, durante la scorsa edizione del nostro evento annuale, la Settimana SRI. Dalla ricerca è emerso che le PMI impegnate da più tempo in percorsi di rendicontazione di sostenibilità osservano effetti positivi in termini di accesso a nuove linee di credito (+15%) e miglioramento dei processi di pianificazione (+8,3%) rispetto alle aziende con un’esperienza più limitata su questo fronte. Il periodo di maggior aumento delle pratiche di rendicontazione ESG è quello segnato dalla crisi dovuta alla pandemia di COVID-19, con contrazioni significative del fatturato e degli investimenti delle piccole e medie imprese. Ciò dimostra il progressivo diffondersi della consapevolezza che la sostenibilità non è solo un costo, bensì una risorsa. Le PMI sono attori chiave per realizzare una transizione ecologica giusta e inclusiva. Per accompagnarle in un percorso di decarbonizzazione efficace e basato su dati scientifici, gli operatori finanziari possono dare un contributo rilevante. È un esempio il lancio di prodotti finanziari rivolti alle PMI attente ai temi ESG può incentivare le attività di disclosure, così come la presenza di investitori istituzionali nel capitale di rischio può spingere le PMI a un maggiore impegno nella rendicontazione di sostenibilità. La direttiva sul Corporate Sustainability Reporting (CSRD), su cui le istituzioni europee hanno da poco trovato un accordo, rappresenta un passo importante: sebbene gli obblighi di rendicontazione riguardino al momento solo le PMI quotate, per tutte le altre rimane la possibilità di iniziative volontarie, che il mercato tende di solito a premiare.

Le iniziative in favore della finanza sostenibile

Siete promotori di moltissimi programmi e iniziative di sistema, mi incuriosisce approfondire ESGeneration Italy nato a ottobre 2021 nell’ambito delle iniziative collegate alla COP26. L’iniziativa ha l’obiettivo di consolidare un ruolo attivo dell’Italia nella finanza sostenibile a livello globale, sostenendo il posizionamento internazionale della comunità SRI e contribuendo alla diffusione della cultura della sostenibilità attraverso la condivisione di analisi e di buone pratiche.

ESGeneration: dall’impegno all’azione? L’Italia leader o follower?

ESGeneration Italy è una rete nazionale per la finanza sostenibile globale, promossa da Borsa Italiana, Forum per la Finanza Sostenibile e Federazione Banche Assicurazioni e Finanza. L’iniziativa, parte del network globale Financial Centres for Sustainability (FC4S), si ispira ai principi comuni della finanza sostenibile: valorizzazione dei criteri ESG, trasparenza e orizzonte di medio-lungo periodo. Il progetto è stato presentato nell’ambito della pre-COP26, a ottobre 2021, in un webinar dedicato a una delle grandi sfide globali che abbiamo di fronte: la giusta transizione e il ruolo della finanza sostenibile per realizzarla. Per giusta transizione intendiamo un processo che tenga insieme decarbonizzazione e inclusione sociale, riducendo allo stesso tempo emissioni e disuguaglianze. I principi di una rapida decarbonizzazione non devono essere messi in discussione, ma gli impatti sociali negativi devono essere il più possibile prevenuti. In questo senso gli operatori della finanza sostenibile, pubblici e privati, possono assumere un ruolo attivo nel riorientare gli investimenti con una rigorosa applicazione dei criteri ESG.

Un passaggio culturale e formativo di responsabilizzazione sulla finanza sostenibile è alla base di nuovi modelli e comportamenti, occorrono nuove metriche di redditività che includono tangible e intangible, due diligence e soft diligence. Il Forum agisce un ruolo chiave nella formazione di tutti gli stakeholders attivi della società moderna dai cittadini, alle famiglie, ai manager e agli imprenditori attraverso lezioni e testimonianze.

Quali iniziative formative e culturali? Quali risultati? A che punto siamo sui vari target e cosa possiamo ancora fare?

Le iniziative più efficaci per far conoscere la finanza sostenibile sono a nostro avviso quelle di educazione finanziaria. Il Forum è da sempre impegnato in questo ambito puntando su strumenti e linguaggi che rendano i temi della finanza sostenibile più accessibili, pur nel rigore delle analisi. Cito il nostro sito web InvestiResponsabilmente.it, che comprende anche un glossario molto utilizzato, il costante lavoro di divulgazione che portiamo avanti sui canali social del Forum e i video di educazione finanziaria che realizziamo in collaborazione con l’agenzia di divulgazione scientifica Taxi 1729. Il video che abbiamo presentato a ottobre 2021, mese dell’educazione finanziaria, è dedicato proprio al clima e a come la finanza sostenibile può contribuire alla decarbonizzazione dell’economia. Iniziative di formazione e informazione – e in questo anche i media hanno un ruolo molto importante – sono fondamentali: la finanza non è uno strumento neutro ed è importante che i cittadini capiscano come, con i propri investimenti, possono generare ritorno economico e indirizzare risorse verso tecnologie e attività chiave per lo sviluppo sostenibile. I risultati di una nostra ricerca dedicata a risparmiatori e ripresa post-pandemia, presentata a novembre 2021, mettono in evidenza come negli ultimi anni la conoscenza della finanza sostenibile sia molto cresciuta. L’anno scorso sono infatti aumentati di 20 punti percentuali rispetto al 2019 i risparmiatori che conoscono o hanno almeno sentito parlare di investimenti sostenibili: in totale, sono il 77% degli intervistati nell’ambito dell’indagine. Si è osservata anche una crescita della quota di quanti hanno investito in prodotti SRI, o in aziende con precise politiche di sostenibilità sociale e/o ambientale: nel 2021 sono il 18%, contro il 14% del 2019.

Finanza sostenibile: disuguaglianze e il contributo al new normal, le nuove frontiere

Quali sono i rischi finanziari associati alla crescita delle disuguaglianze?

La pandemia ha evidenziato i rischi finanziari associati a contesti con elevati livelli di disparità sociale ed economica. Per esempio: la stagnazione economica, che rende più complessa la ripresa dei consumi; masse significative di debiti e mutui non pagati, che si ripercuotono sulla stabilità delle istituzioni finanziarie; necessità di massicci interventi statali, con conseguenze sulla sostenibilità della spesa pubblica. Contrastare le disuguaglianze è quindi cruciale anche in termini di stabilità finanziaria e ripresa dell’economia.

Che ruolo avrà la finanza sostenibile nella fase di ripartenza post emergenza?

Gli operatori della finanza sostenibile, accanto alle istituzioni pubbliche, possono ricoprire un ruolo fondamentale nella gestione delle risorse del NextGeneration EU. Proprio per questo, è importante dare valore alla partnership pubblico-privato come leva per generare investimenti nell’economia reale, secondo un’ottica di lungo periodo e con fiscalità agevolata. Tali investimenti dovranno essere indirizzati in settori strategici per l’azione sul clima, valorizzando l’esperienza maturata negli anni dagli operatori di finanza sostenibile e assicurando un’adeguata ripartizione dei rischi finanziari insiti nell’innovazione. L’anno scorso, il Forum per la Finanza Sostenibile ha inviato al Presidente del Consiglio e a cinque ministri una lettera con otto proposte sull’utilizzo di strumenti di finanza sostenibile, per indirizzare le risorse del piano Next Generation EU verso obiettivi di decarbonizzazione dell’economia e inclusione sociale. Ecco i temi delle proposte: 1) Impiegare la tassonomia europea delle attività eco-compatibili per identificare i settori strategici su cui intervenire per conseguire i sei obiettivi ambientali e climatici dell’UE; 2) promuovere gli strumenti di finanza sostenibile che accelerano il passaggio degli investimenti dai combustibili fossili alle fonti energetiche rinnovabili; 3) allineare gli strumenti di finanza pubblica ai benchmark climatici; 4) emettere green bond sovrani e regionali; 5) emettere social, sustainability e transition bond sovrani e regionali; 6) modificare i vincoli di bilancio e i limiti di indebitamento per l’emissione di green e social bond sovrani e regionali; 7) incoraggiare l’erogazione di linee di credito vincolate a obiettivi di sostenibilità (sustainability-linked); 8) sostenere l’impact investing.

Chi si deve far carico di contrastare le disuguaglianze? Chi ha la responsabilità e la leadership per svolgere un ruolo cruciale e promuovere una crescita più inclusiva? Come fare? Come supportate questa evoluzione?

Senz’altro il settore pubblico svolge una funzione cruciale a livello sia centrale che territoriale: è importante che tutti facciano la loro parte secondo il principio di sussidiarietà. In questo senso, una crescente responsabilizzazione sociale del settore finanziario può essere determinante. Inoltre, è sempre più cruciale il ruolo delle istituzioni europee. Le risorse che l’Italia sta ricevendo nell’ambito del piano Next Generation EU rappresentano un’opportunità importante per agganciare il rilancio dell’economia al conseguimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale. Anche il Terzo Settore e il volontariato ricoprono un ruolo cruciale, come emerso chiaramente in questi anni difficili di pandemia. L’obiettivo a cui guardare deve essere quello della giusta transizione, ossia di un processo di decarbonizzazione delle economie e un passaggio a modelli di produzione e consumo più sostenibili che vadano di pari passo con la riduzione delle disuguaglianze.

Chiuderei questo spazio lanciando un invito ai nostri lettori a mettere in agenda la prossima edizione delle #settimaneSRI a novembre 2022. Il principale appuntamento in Italia dedicato all’Investimento Sostenibile e Responsabile in presenza (a Milano e a Roma) e online.

Puoi anticipare qualcosa su SRI22, sui temi più urgenti, sui relatori e sulle ultime evidenze delle ricerche?

Durante le Settimane SRI, presenteremo cinque nuove ricerche, dedicate a politiche, strategie e approcci alla sostenibilità finanziaria di risparmiatori, PMI, Fondazioni di origine bancaria, operatori previdenziali, assicurazioni. Le ricerche sono in fase di realizzazione. È possibile però affermare che sicuramente fotograferanno tendenze interessanti, perché questo è un momento cruciale per l’integrazione della sostenibilità nell’ambito finanziario e per il processo di transizione ecologica ed energetica, a cui gli investimenti ESG possono dare un importante contributo.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 4