Senza troppi clamori, e più velocemente di quanto ci si potesse attendere, la fatturazione elettronica verso la Pubblica Amministrazione sta prendendo piede. Soprattutto, aspetto molto importante, si consolida un atteggiamento da parte del mondo dell’imprenditoria verso un mutamento dei propri processi. Lo scorso mese di settembre il Sistema di interscambio gestito dall’Agenzia delle Entrate ha infatti elaborato 259.120 fatture elettroniche. Solo una minima parte, lo 0,52% non ha potuto essere recapitato per errori formali.
Anche alla luce di questi dati c’è chi guarda già oltre, a partire dalla Regione Lombardia pronta a estendere la fatturazione elettronica al settore della Sanità. «Intendiamo dare l’avvio a un progetto importante, di cui tutti parlano – spiega Massimo Garavaglia, Assessore all’economia, crescita e semplificazione di Regione Lombardia -. Noi già oggi paghiamo i fornitori in meno di 60 giorni nel settore sanitario, rispettando la direttiva europea, e in 17 giorni negli altri dei settori. Con la fatturazione elettronica intendiamo fare ulteriori passo avanti: accelerare le tempistiche, premiare i fornitori che per primi aderiscono a questo sistema e ridurre ulteriormente i tempi di pagamento, oltre naturalmente ai costi».
Dopo la prima fase di rodaggio, ora l’intenzione è estendere la sfida a uno dei contesti più impegnativi per dimensione, complessità e difficoltà di coordinamento. «La Sanità è il settore più complicato da gestire sotto questo aspetto, e lo facciamo in collaborazione con Lombardia Informatica, con Sia e con la Regione Piemonte – prosegue Garavaglia -. Bisogna lavorare sul modello organizzativo soprattutto in Sanità, perché non basta che arrivi la fattura elettronica al Protocollo, se poi passano mesi per pagarla. Occorre che il documento arrivi sulla scrivania giusta, affinché venga messo il timbro e sia validata e pagata in tempi rapidi».
Oltre alla prevedibile soddisfazione del fornitore, snellire i processi significa anche ridurre il tempo di gestione delle pratiche e quindi la stessa mole di lavoro dell’Ente pubblico. «Grazie a un accordo raggiunto con la firma del protocollo d’Intesa tra Regione Lombardia e Assobiomedica anticipiamo la norma nazionale che aveva fissato l’avvio dell’applicazione al 31 marzo 2015 – aggiunge Mario Mantovani, Assessore alla salute di Regione Lombardia -. La sperimentazione della fatturazione elettronica riguarderà sei strutture sanitarie lombarde a partire dall’Azienda Ospedaliera di Crema (il 17 novembre, ndr)». Dal 24 novembre al 15 dicembre il progetto coinvolgerà a seguire ll’Azienda Ospedaliera di Lodi, l’Azienda Ospedaliera di Vimercate, l’Azienda Ospedaliera di Monza, e le Aziende Ospedaliere di Como e Seriate (Bg).
Ambiziosi gli obiettivi che il servizio si prefigge. Prima di tutto, l’impegno a pagare entro 15 giorni lavorativi per gli acquisti di beni e servizi direttamente ordinati dai propri uffici. Inoltre, prescrivere gli enti partecipati di pagare entro lo stesso periodo e infine prescrivere di pagare entro 30 giorni lavorativi i fornitori delle Aziende Sanitarie pubbliche da essa dipendenti.
«Inoltre, intendiamo promuovere il Codice Italiano Pagamenti Responsabili con le aziende e ridurre i tempi anche nei confronti dei sub-fornitori – sottolinea Mantovani -. Questo è un aspetto non trascurabile, perché è pur vero che noi chiediamo di pagare con 15 giorni lavorativi, ma chiediamo che altrettanto facciano le aziende nei confronti dei sub-fornitori».
Anche Assobiomedica, in qualità di firmatario del protocollo d’intesa sottoscritto con Regione Lombardia, si è assunta una serie di impegni, tra cui prima di tutto diffondere il protocollo presso i propri associati. In secondo luogo, invogliare l’utilizzo della fatturazione elettronica e promuovere il Codice Italiano Pagamenti Responsabili (CPR). Infine, assumere il ruolo sia di coordinatore delle azioni dei propri associati sia di riferimento unico nei confronti di Regione Lombardia.
«Gli obiettivi principali sono legati alla la riduzione dei tempi di pagamento – conclude Mario Mantovani -, ma tutto questo rappresenta anche un modo concreto per contribuire alla dematerializzazione dei processi amministrativi».